Egitto

Zaki, si apre il processo. Lo studente rischia 5 anni di carcere

Per il giovane egiziano, detenuto già da 1 anno e 7 mesi, inizia il procedimento, con un capo di accusa in più. Preoccupazione da Amnesty International

Zaki, si apre il processo. Lo studente rischia 5 anni di carcere

È arrivato il giorno più atteso, atteso sicuramente da 1 anno e 7 mesi, tanto Patrick Zaki è rimasto in cella in detenzione preventiva, in attesa che iniziasse il processo a suo carico.

Sarà giudicato, però, non per i reati di insurrezione e terrorismo, per i quali è stato fermato, bensì "per uno scritto in difesa della minoranza copta, che risale al 2019; le prove della procura per la sicurezza dello Stato sono segrete, quindi questa accusa apparentemente pare venire fuori dal nulla, ma fa parte di tutto ciò che è stato montato falsamente contro di lui" ha denunciato su Twitter il portavoce di Amnesty International in Italia, Riccardo Noury.

 

Amnesty: “Enorme preoccupazione”

È "uno sviluppo enormemente preoccupante" avverte ancora Noury, all’AGI. "Avevamo chiesto al governo italiano per tempo di muoversi, perché temevamo che sarebbe arrivato questo momento. Ora ogni minuto che passa, in cui non si fa nulla per Patrick, rischia di essere veramente tempo perso colpevolmente da parte delle istituzioni italiane".

Come ricordato da Amnesty, il tribunale competente è quello della città di Mansura, nel nord del Paese, dove il giovane studente di Bologna era già stato portato subito dopo il fermo, non appena atterrato all’aeroporto del Cairo e dove adesso è stato nuovamente trasferito per assistere all’apertura del processo a suo carico.

 

Sentenza non impugnabile

La preoccupazione è aggravata da fatto che la seconda sezione del Tribunale d’emergenza per la sicurezza dello Stato, che lo giudicherà, emetterà una sentenza non impugnabile, che "non prevede diritto d'appello", come spiegato all’Adnkorons international da Lubna Darwish, capo del dipartimento per i diritti delle donne e la difesa di genere dell'Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l'ong egiziana con cui collaborava lo studente egiziano.

"Purtroppo è così nei tribunali d'emergenza per la sicurezza dello Stato", prosegue Darwish, sottolineando che Zaki, sulla base delle accuse che gli sono state mosse, "rischia fino a 5 anni di carcere". "Noi speravamo che sarebbe stato rilasciato poiché le accuse sono false ed il verbale d'arresto è stato falsificato. Ma ora affrontiamo il suo processo sulla base di un articolo che ha scritto!" ha aggiunto.

L’articolo, come spiega l'ong, risale a luglio 2019 e riguardava la sua vita da cristiano copto in Egitto.

Avrebbe violato gli articoli 80 e 102 (bis) del codice penale, cioè quelli relativi a propaganda sovversiva su Internet.

Non è chiaro, al momento, quante udienze si svolgeranno, Zaki rischia una multa o una pena fino a cinque anni di carcere.

 

La detenzione preventiva

Zaki era stato arrestato il 7 febbraio 2020, ossia più di 19 mesi fa. Fino ad ora i capi di accusa si basavano sull’attività del giovane tramite social, e in particolare 10 post su Facebook. Era accusato di “diffusione di notizie false”, “incitamento alla protesta” e “istigazione alla violenza e ai crimini terroristici”.

In seguito alla mobilitazione delle associazioni per i diritti umani e di alcune forze politiche, si è arrivati a una richiesta di fornire al giovane la cittadinanza italiana, approvata dalla Camera dei deputati.

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