Santa Sede

Il Vaticano in pressing, tra lo scandalo pedofilia e il caso Becciu

Il Papa interviene sul caso della pedofilia nella Chiesa in Francia e parla di “vergogna”. Intanto tempi lunghi per il processo sui fondi della Santa Sede

Il Vaticano in pressing, tra lo scandalo pedofilia e il caso Becciu

Non è un momento facile per il Vaticano, alle prese con diversi casi che “scottano”, a partire dallo scandalo pedofilia nella Chiesa in Francia.

Non si spegne, infatti, l’eco di quanto emerso dal rapporto dei vescovi d’Oltralpe, secondo cui ci sarebbero oltre 300mila vittima di abusi da parte di preti pedofili. Così, anche Papa Francesco è intervenuto, in occasione dell’udienza generale, commentando il documento: "Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza, il mio dolore per i traumi che hanno subito e anche la mia vergogna, la nostra vergogna" per "la troppo lunga incapacità della Chiesa di metterla al centro della sua preoccupazione".

 

Francesco: “Il momento della vergogna”

Bergoglio ha insistito su questo termine, sottolineando: "Preghiamo: a te signore la gloria, a noi la vergogna, questo è il momento della vergogna". Non si tratta della prima volta che Papa Francesco interviene su questo tema, tanto da essere tornato a esortare il mondo della Chiesa a moltiplicare le azioni per fermare la pedofilia: "Incoraggio i vescovi e i superiori religiosi a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano – ha detto il Santo Padre - Esprimo ai sacerdoti di Francia vicinanza e paterno sostegno di fronte a questa prova che è dura ma salutare. Invito i cattolici francesi ad assumere le loro responsabilità per garantire che la Chiesa sia una casa sicura per tutti".

Ma se le parole del Pontefice sono state accolte da un lungo e caloroso applauso da parte fedeli, c’è un altro “fascicolo” su cui si puntano le attenzioni del mondo cattolico e non solo.

 

Il caso Becciu: tempi più lunghi per il processo

Il procedimento Becciu riguarda la gestione dei fondi della Segreteria di Stato Vaticano, che rischia di vedersi allungare i tempi. In occasione della terza udienza, che si è svolta nelle scorse ore, si è fatta largo l’ipotesi di suddividere in due o più tronconi il processo. Non solo. Il presidente del Tribunale vaticano ha ordinato la parziale restituzione degli atti all’Ufficio del Promotore, limitatamente a una parte degli imputati e dei reati loro ascritti. Ha anche obbligato il Promotore di Giustizia a depositare entro il 3 novembre tutta la documentazione mancante, a cominciare dalle registrazioni audio-video di monsignor Alberto Perlasca, considerato il testimone chiave dell’intero processo Becciu.

Proprio da quelle registrazioni, spiegano i media vaticani, si chiede nel documento di chiarire la posizione e cioè “se sia imputato in questo o in altri procedimenti e per quali reati, onde poterne apprezzare la veste processuale in vista delle future attività istruttorie”.

 

La vicenda e i presunti reati

Il processo è nato da presunte irregolarità nell'acquisto del Palazzo di Sloane Avenue a Londra, ma si è poi esteso ad altre vicende. Ad essere indagate sono 10 persone, compreso il Card. Angelo Becciu, terza carica d’Oltre Tevere. Al prelato sono ancora contestati i reati di peculato e abuso d'ufficio. Nell'udienza di ieri – la terza dopo l’avvio del processo lo scorso 27 luglio - lo stesso ufficio della pubblica accusa, criticato dalle difese per la mancanza di accesso a una serie di testimonianze-chiave, aveva proposto la restituzione totale degli atti che, se accolta, avrebbe di fatto azzerato il processo e costretto a ripartire da zero.

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