Il trofeo

Supercoppa Italiana, la finalissima da derby tra Inter-Juventus

Questa sera verremo illuminati, dalle ore 21 allo stadio San Siro, dalla super sfida tra due big del campionato per un trofeo nazionale dall’alto profilo

Supercoppa Italiana, la finalissima da derby tra Inter-Juventus

Tutti pronto stasera allo stadio “Meazza”, ore 21, per la finale di Supercoppa Italiana, che però ha un sapore diverso dal solito. Infatti le due sfidanti sono l’Inter, che è Campione d'Italia e la Juventus, vincitrice della scorsa edizione di Coppa Italia, contro l'Atalanta. Il “Derby d’Italia” in una finalissima a distanza di tanti anni (dal 2005 per la precisione, dove la decise il nerazzurro Veron) sono pronti ad illuminare Milano, in una sfida che non può essere pronosticata. I ragazzi di Inzaghi partono indubbiamente favoriti, visto il loro andamento stagionale incredibile, che pian piano sta trascinando il gruppo sulla strada della gloria. 

 

Dall'altra parte però i bianconeri sono conosciuti come “i vincitori di ogni finale nazionale “ (specifichiamo nazionale) e vorranno confermarsi i possessori principali del trofeo, nonostante il periodo non sia dei più semplici. Entrambe ambiscono a quel trofeo, che diventerebbe il primo stagionale, sia per una rinascita, da parte di Allegri, sia per un proseguo nelle ambizioni, come quelle di Inzaghi di voler superare il grande lavoro fatto da Conte. Insomma, obiettivi diverso e situazioni opposte, ma entrambe con tanta di fame di sconfiggere l'avversario di una vita. Confrontiamo dunque questi due momenti, analizzando da più vicino come arrivano a questa sfida le due big italiane.

 

Inter, è il tuo momento

Per poco più di dieci anni, da quel leggendario “triplete” per essere precisi, i nerazzurri non sono mai più riusciti ad imporsi in nessuna competizione, toccando anche il fondo con posizionamenti in classifica alquanto mediocri. Dall’era Stramaccioni a quella di Spalletti, unico a dare di nuovo vita a quella gloriosa squadra, ormai ferita. Davanti a loro però vi erano sempre i nemici di una vita, quelli con cui la competizione sportiva va oltre ogni squadra, forse anche oltre il Milan, che continuavano a vincere risultando imbattibili. È dovuto arrivare una storica bandiera juventina come Conte, a cambiare le carte in tavola, riportando lo scudetto a Milano a distanza di tanto tempo. 

 

Un nuovo inizio, che ha rischiato di spezzarsi subito con gli addii di Conte, Lukaku e Hakimi, ma che invece la società ha saputo gestire mettendo dentro gente di alto livello. A cominciare da Inzaghi, che ha imposto una nuova mentalità all'Inter, a tratti più bella da vedere in confronto a quella della scorsa stagione. Una squadra che ha cambiato il modo di approcciare le partite, non puntando più solamente sulle ripartenze e su una difesa solida, ma preferendo attaccare in massa, non lasciando mai spago agli avversari di potersi avvicinare all'area di rigore. Insomma, una travolgente voglia di essere dominatrice in ogni zona del campo, in ogni momento. 

 

Con la Lazio hanno ottenuto la prima vittoria del nuovo anno, ricominciando da dove si erano fermati. In goal sono andati due difensori centrali, Bastoni e Skriniar, che hanno costruito insieme al resto del gruppo delle azioni intelligenti per perforare la difesa impenetrabile dei capitolini. Come nell’occasione del raddoppio, dove lo sloveno si è inserito in area come de fosse una prima punta. La parola chiave potrebbe essere duttilità, visti i vari mutamenti sul campo che avvengono ad ogni attacco nerazzurro: dai centrali che salgono, ai mediani che rimangono indietro per coprire. 

 

Un'inversione complessa da immaginare, ma ben funzionale nei novanta minuti. Hanno dimostrato che nonostante la gara fosse difficile, loro avessero ogni ambizione per portarsela a casa, anche a costo di soffrire. Da lì nasce la leadership di una squadra. La coppa di stasera potrebbe essere il secondo trofeo nel giro di un anno, che considerando la bacheca vuota nei precedenti dieci, sarebbe un traguardo da non sottovalutare. Ma con chi scenderà in campo il tecnico ex Lazio?

 

Tra i pali senza dubbio Handanovic, che ha subito goal domenica a distanza di quasi due mesi. Una certezza, che non si fermerà neanche con l'arrivo di Onana in squadra. Davanti a lui il trio delle sicurezze: Bastoni, Skriniar e De Vrij. Il muro nerazzurro. In mezzo il fantasista Brozovic insieme a capitan futuro Barella e la sorpresa Calhanoglu. Dumfries e Perisic a fare da treni sulle corsie. Davanti l'attacco a due vede Dzeko con Lautaro, un'accoppiata che si sta rivelando vincente.

 

Juventus, è ora di rispondere

La stagione del peccato. Così si potrebbero intitolare le prestazioni mediocri dei bianconeri, che hanno cambiato gestione tecnica per il terzo anno di fila, tornando sui loro passi, visto che ad oggi è di nuovo Allegri a sedere sulla panchina della Vecchia Signora. Un ritorno che in molti vedevano come il punto della rinascita, dopo le delusioni di Sarri e Pirlo, ma che fino ad ora sta dimostrando di fare peggio. Sarà l'addio improvviso di quel Cristiano Ronaldo a due giorni dalla fine del mercato?

 

Anche sicuramente, visto che la rosa ha perso il suo punto di riferimento principale. Il tecnico livornese si è ritrovato in uno spogliatoio completamente opposto a come lo aveva lasciato, colmo di insicurezze e sfiducia tra i giocatori, che non sempre mantengono gli animi ferri, come faceva il gruppo storico di cinque anni fa. Ci sono più giovani, a tratti alcuni ancora molto acerbi, a cui bisogna affidare accanto la vecchia guardia, quella che ancora oggi salva i risultati della squadra. 

 

Dopo una serie negativa di risultati però domenica è arrivato finalmente un incredibile sorriso per tutto l’ambiente. Il team infatti ha rimontato nel giro di dieci minuti due reti alla Roma, in terra capitale, segnandone tre e portandosi incredibilmente il risultato positivo a casa. Una scossa che non si può spiegare, specie per i quattro goal messi a segno dai ragazzi di Allegri, che quest'anno ha messo ancora di più in risalto la sua tattica del “corto muso”. 

 

Pochi goal, ma decisivi. Invece la squadra ha tirato fuori il cuore, nel secondo tempo più brutto degli ultimi tre anni, hanno finalmente ritrovato il filo che cercavano. Quello della razionalità dei vincenti. La pecca in vista della gara di stasera è quella di non avere a disposizione ne Chiellini ne Cuadrado, a causa di due cartellini gialli (per diffida) che dovranno scontare nella finale con l'Inter. Una regola non apprezzata da tutto l'ambiente, che non potrà contare su due giocatori chiave. Su chi punterà Max

 

In porta Perin, visto che il portiere polacco si è vaccinato da poche ore e non potrebbe teoricamente scendere in campo. Davanti a lui De Sciglio, eroe di Roma e Alex Sandro sulle fasce. I due centrali saranno Rugani con De Ligt. A centrocampo la triade è McKennie, Locatelli e Rabiot. Il francese rimane in dubbio, visto che se il tecnico opterà per un modulo a quattro difficilmente verrà messo in campo dall'inizio. Davanti Bernardeschi e Kulusevski faranno da accompagnatori a Morata, puntero della serata.

 

Inter-Juventus: le probabili formazioni

Inter (3-5-2) Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Džeko, Martinez. All: Inzaghi

Juventus: (4-3-3) Perin; De Sciglio, Rugani, Chiellini, Alex Sandro; McKennie, Locatelli, Rabiot; Kulusevski, Morata, Bernardeschi. All: Allegri


Inter-Juventus: ore 21, San Siro, canali TV

  • Canale 5 (in chiaro sul digitale)

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