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Coppa d’Africa: ecco chi sono le ultime otto concorrenti per la finale

Tra i protagonisti Salah, Hakimi, Mendy e Koulibaly. Diverse conferme ai quarti, ma anche tante sorprese ci aspettano nel prestigioso torneo della CAF

Coppa d’Africa: ecco chi sono le ultime otto concorrenti per la finale

Durante questo mese di gennaio, si è svolta la Coppa d'Africa, una competizione continentale, che vede presenti molti tra i giocatori più forti del pianeta. Un calcio diverse rispetto a quello Europeo, più fisico, ma meno tecnico, che però sta regalando partite di alto spessore per tutti i grandi appassionati. Il torneo sta entrando in una fase delicata, quella dei quarti di finale ricchi di incredibili sorprese e grandi conferme.

 

Le delusioni non sono mancate, come le eliminazioni di squadre che dovevano provare ad arrivare sino alla fine, ma che poi si sono perse, per un motivo o per un altro, lungo il percorso. La Nigeria priva di Osimhen, che ci metterà un po’ a farsi perdonare dai tifosi nigeriani, oppure il calo della Costa d'Avorio, che ha buttato al vento diverse corsie di sorpasso, perdendosi in un bicchiere d’acqua.

 

Il Ghana poi, così come l’Algeria, potevano vantare di avere due tra le migliori rose della competizione e alla fine, sono stati eliminati dopo tre partite, arrivando ultime del girone. Insomma, le sorprese, positive e non, ci sono sempre in certe grandi competizioni e da qui alla fine, ce ne dobbiamo aspettare altre. Ma chi sono le combattenti che scenderanno in campo per aggiudicarsi in tre gare, tra quarti, semifinale e finalissima, il prestigioso trofeo della CAF?

 

In otto per la CAF:

Egitto: Ci si aspettava tanto da loro, visto che per molti potevano rientrare tra le favorite per la vittoria finale, visti i giocatori presenti in rosa di grande livello. Invece fino ad ora, le pretese a livello di prestazioni non sono state rispettate, vista la difficoltà nell'andare in rete, nonostante possano vantare di un riferimento avanzato del calibro di Salah. Anche l'esterno del Liverpool non ha fatto benissimo a livello personale, seppur il suo goal contro la Guinea sia risultato decisivo per giungere agli ottavi. Ora le difficoltà aumenteranno visto che sabato se la devono vedere con il Marocco, che è tra le migliori rose della CAF. Probabilmente manca ancora del coraggio, per sprigionare appieno le capacità di alcuni elementi in rosa.Devono responsabilizzarsi grazie alle pressioni del pubblico.

 

Marocco: Per distacco la formazione più bella da vedere sino ad ora, sia a livello di interpreti a disposizione, sia per le prestazioni, che mettono in rilievo l'importanza di avere diversi top player in rosa. Stanno volando a passo serrato e se butteranno giù anche la corazzata d'Egitto, il loro sogno potrebbe avvicinarsi alla realtà. In campo non sorprendono di certo le doti di Hakimi, che se al PSG si trova in mezzo a tanti campioni che fanno la differenza, lui la fa più di tutti nella sua nazionale: due colpi di genio su calcio di punizione e leadership sulla fascia, quando ha palla al piede, davvero devastante. Ha raggiunto finalmente il suo picco di maturità. Con Boufal, talento cristallino mai scoppiato e En-Nesyri, il bomber di Siviglia, diventano i favoriti ad oggi, per la vittoria finale. Senza però montarsi la testa.

 

Senegal: Tra tutte le squadre è quella che a livello di storia calcistica, incanta sempre di più il pubblico. Un gruppo romantico, composto da giocatori che si conoscono da tanto tempo e che studiano i minimi dettagli, prima di iniziare una gara. La qualità è dalla loro, visto che possono vantare di alcuni giocatori top dei vari campionati europei. Mendy tra i pali, che meno di un mese fa è stato classificato come miglior portiere dell'anno. Diallo e Sarri in difesa che accompagnano il sovrano, Koulibaly, assoluto Re della retroguardia in questo torneo. A centrocampo giocatori non solo molto fisici, ma dalle buone doti di palleggio: Gueye e Mendy, che muovono la palla velocemente, facendo da filtri tra difesa e attacco. La loro esperienza talvolta travolge i giovani centrocampisti avversari. Davanti Mané vuole la scarpa d'oro di questa Coppa Africa, per sottolineare ancora una volta di essere uno dei top mondiali. 

 

Guinea Equatoriale: Una delle più incredibili favole di questa edizione della CAF, che ancora una volta regala spazio a piccole realtà, pronte a far sognare popoli immensi di persone. Hanno giocato le partite in maniera intelligente, puntando soprattutto sulla retroguardia e il portiere, Owono, grandissimo protagonista del gruppo. La parata ai rigori contro il Mali rimarrà storica, visto che ha concesso i suoi di raggiungere una fase inizialmente insperata. Le cose contro il Senegal saranno diverse, soffriranno di più, ma hanno dimostrato di saperlo fare con onore, sfruttando con il massimo impegno tutte le palla a disposizione. Solo gli attaccanti hanno deluso in zona goal: se si sbloccheranno, daranno maggiori possibilità, mettendo in difficoltà gli avversari.

 

Camerun: Tra le favorite ci sono anche loro, che da subito si sono presentati con una rosa di alto livello. Un mix di fisicità e qualità, che sino ad ora ha tirato fuori partite pirotecniche, molto divertenti. La squadra ha una colonna vertebrale che farebbe invidia ad alcuni top club europei, vista la giovane età e il potenziale di alcuni elementi della rosa. Onana tra i pali, che seppur con qualche errore di troppo, fa sempre alla differenza. Davanti a lui ha una difesa di scoperte, che però non deludono di certo, anzi. Ngadeu e Castelletto sono due nomi di cui si parlerà ancora. Centrocampo “all’italiana” con Anguissa del Napoli, ormai scoppiato e Hongla, che a Verona trova meno spazio del compagno, ma che ha ottime doti fisiche. Toko Ekambi sulla fascia è il tuttofare, quello più cercato da compagni, che può mutare il corso di una gara con una singola giocata. I due davanti sono la coppia migliore a livello di duo, visto che sia Choupo-Moting che Aboubakar, sono giocatori importanti a livello internazionale. E lo stanno dimostrando anche in CAF.

 

Gambia: Tra tutte è quella che è arrivata ai quarti di finale, arrancando di più. Questo però non vuole dire che il vento non possa cambiare e che trovino finalmente la giusta coesione di squadra. Le schematiche sono molto difensivo, visto che iniziano sempre con una linea a cinque, che si distacca parecchio dai altri due reparti. A governare la retroguardia ci penso una conoscenza della Sampdoria, Colley, che sta sorprendendo molto rispetto a quando stava in Serie A. A centrocampo hanno invece fatto delle scelte complesse da intendere, visto che il tecnico mette in campo delle “finte ali” che in realtà sono attaccanti adattati, come il talento del Bologna Barrow, che non è propriamente esploso in questo torneo. Un contrasto tra attacco e difesa ancora difficile da interpretare, ma che possono giustificare meglio nelle prossime partite chiave. 

 

Tunisia: Una squadra peculiare, capace di alternare grandi prestazioni, come la vittoria con la Nigeria, a sconfitte inspiegabile, come contro il Gambia, dove non sono praticamente scesi in campo. Mancano alcuni punti di riferimento che possano trascinare la squadra in alto, che diano delle certezze o delle speranze, quando le cose si mettono male. Invece loro cadono in massa, facendosi colpire psicologicamente tutti insieme. L’appunto positivo può essere Rafia della Juventus (attualmente u23) che ha mostrato qualche giocata interessante e degli spunti non comuni, da tenere d'occhio. Il loro cammino non è segnato, perché insieme possono tirare fuori le soluzioni alle loro lacune. Ma non devono perdersi al primo step, come fatto fino ad oggi, sennò il cammino sarà già interrotto e l'evoluzione non avverrà.

 

Burkina Faso: La potremmo definire la squadra del futuro, pronta a far crescere i giovani, lanciandoli da subito, dando subito una grande dose di fiducia. Alcuni elementi sono dei vari talenti futuri, come Tapsoba, centrale classe 1999 del Bayer Leverkusen che sta dando grandi riposte in questo torneo. Lui, così come Traoré, sono i pilastri di questa rosa: l'esterno ex Lione è il faro dell'attacco e la sua duttilità nel muoversi sia da esterno offensivo, da trequartista, che da perno vero e proprio dell'attacco, ha sempre fatto la differenza, obbligando il tecnico a non fare mai a meno di lui. Le loro speranze di fare un’impresa sono abbastanza elevate, perché l'equilibrio che mettono in campo è molto netto. E talvolta è un aspetto che fa la totale differenza.

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