Guardando alla destra a stelle e strisce

Salvini ha fretta e sogna il partito repubblicano. Forza Italia frena

Da Fratelli d’Italia la leader Giorgia Meloni non ci sta e alza le barricate: “Pensano a federazioni e alleanze del tutto innaturali pur di sopravvivere”.

Salvini ha fretta e sogna il partito repubblicano. Forza Italia frena

Qualora gli riuscisse potrebbe costituire la svolta moderata di Matteo Salvini, ma se il progetto avrà la forza di decollare oppure no è tutto da verificare. L’idea di un partito repubblicano alla stregua di quello americano che unirebbe la gamba moderata, ovvero Forza Italia, con quella di destra del Carroccio, potrebbe far comodo al leader leghista ma non è detto che sia lo stesso per il Cavaliere. I rischi che corre il leader azzurro riguardano prevalentemente la sopravvivenza della sua creatura, nata nel 1994, 28 anni fa, con la ‘discesa in campo’ dopo la fine della prima repubblica, e oggi lacerata, indebolita e soprattutto priva di un successore. Fi di tanto in tanto risale nei sondaggi, ma oscilla intorno a un 6% di gradimento, un dato che ne fa il perno minoritario di una coalizione in frantumi.

 

Una parte degli azzurri da sempre è poco propensa a sposare la condotta salviniana rimarcando, ogni volta che è stato possibile, distanze e critiche. Per intenderci, si tratta dell’area di Forza Italia che va da Mara Carfagna a Renato Brunetta - entrambi ministri nel governo di Mario Draghi – convinta di avere poco a che spartire con il federalismo vecchia maniera, quello di governatori come Luca Zaia ad esempio, e con il populismo e le fughe sovraniste di via Bellerio. D’altra parte, dal bilancio sullo stato di salute del centrodestra pesano come un macigno gli ultimi dieci giorni della partita quirinalizia. Poco più di una settimana che sembra un’era geologica per i sommovimenti che ha provocato tra Lega. Fdi e Fi. Salvini ne è uscito fortemente ridimensionato e forse è per questo che cerca l’accelerazione, quanto meno per tentare la ricomposizione di un fronte che possa essere coeso anche senza Giorgia Meloni.

 

Fratelli d’Italia è sulle barricate: la fondatrice ha definito “folle ciò che ha fatto Matteo”. Non solo. “L’Italia affonda” dice, “ma i partiti che sostengono questo governo sono impegnati a dar vita ad alleanze e federazioni del tutto innaturali pur di sopravvivere. Per quanto tempo ancora avranno intenzione di tenere in piedi questo spettacolo indecoroso?”. E ancora: “Il potere del popolo è più forte delle alchimie di Palazzo. Ridiamo la parola al popolo italiano che in democrazia è sovrano”. Dunque, Giorgia Meloni, torna a chiedere elezioni e spinge sul vecchio linguaggio populista che in genere abbandona in occasione di partite più istituzionali. Segno che la campagna elettorale per strappare voti a Matteo è cominciata.

 

Ma lo stop arriva anche da Forza Italia: “Silvio Berlusconi è stato il primo a parlare di partito repubblicano. È bene parlarne ma noi siamo contro fusioni a freddo sull’onda dell’elezione del presidente della Repubblica. Serve una condivisione di valori”, fa sapere una delle fedelissime di Berlusconi, la senatrice Lincia Ronzulli. Che ne ha pure per Meloni: “Critica la nostra scelta”, dichiara, “ma era pronta ad un tecnico al Colle e un tecnico a Palazzo Chigi cancellando politica e democrazia. È facile guadagnare consensi facendo sempre ‘i bastian contrario’”.

 

In mezzo alla diatriba ci sono anche i totiani di Coraggio Italia che durante le votazioni per eleggere il presidente della Repubblica si sono mossi a tratti in modo autonomo. Avvisi sono stati lanciati tanto a Salvini quanto al Cavaliere. L’idea del ‘grande centro’ non tramonta. Anzi, la riuscita o il fallimento del progetto di Salvini dipende proprio da questa incognita e da quanto le forze moderate a loro volta spingeranno sull’acceleratore.

 

Intanto, oggi, è convocato il Consiglio Federale della Lega. Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato della Lega, precisa: “La leadership di Salvini non è in discussione. Il tema è il progetto di federazione, su come organizzarci e proporre questo progetto”. Ma il segretario ha fretta, tanta fretta.

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