Crisi ucraina

Cremlino: “Putin aperto alla diplomazia”. Di Maio a Kiev e Mosca

Allerta Usa per il 16 febbraio. Oggi Scholz a Mosca e il capo del Pentagono in Europa, domani Draghi a Parigi da Macron. Ore di consultazioni incrociate

Cremlino: “Putin aperto alla diplomazia”. Di Maio a Kiev e Mosca

Nonostante le allerta e la presenza massiccia di truppe ai confini dell’Ucraina, dove si segnalano anche alcuni movimenti, secondo il premier britannico, Boris Johnson, e il presidente Usa, Joe Biden, "resta un'opportunità" per risolvere la crisi in Ucraina "con la diplomazia". 

A farlo sapere è stata Downing Street dopo la telefonata tra i due leader, ieri sera, che hanno esortato l’Europa a ridurre la dipendenza dal gas russo.

Sempre nelle ultime ore è arrivato un segnale di disgelo anche dal Cremlino: il portavoce Dmitry Peskov ha assicurato che "Il presidente Putin ha sempre chiesto negoziati e diplomazia", ha detto Peskov alla Cnn. "E l'Ucraina è solo una parte del problema, è una parte del più grande problema delle garanzie di sicurezza per la Russia e ovviamente il presidente Putin è disposto a negoziare".

Parole giunte al termine di una giornata nella quale il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, era stato in visita a Kiev. Oggi, invece, sarà a Mosca per incontrare il presidente russo, Vladimir Putin, proprio mentre invece il capo del Pentagono statunitense, Lloyd Austin, si troverà a Bruxelles, per un colloquio con i vertici europei e della Nato, e poi in Polonia e Lituania.

 

Porte ancora aperte alla diplomazia

"Non crediamo che Vladimir Putin abbia già preso una decisione finale" sull'eventuale attacco contro l'Ucraina. Con queste parole il portavoce del Pentagono, John Kirby, ha confermato quanto convenuto da Joe Biden e Boris Johnson in una telefonata di poche ore fa, ribadendo che un'azione militare è possibile "in qualsiasi momento". Kirby non ha però commentato la notizia che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sarebbe stato allertato dall’intelligence Usa su un possibile attacco per mercoledì 16 febbraio.

Per questo gli Stati Uniti hanno annunciato, tramite il segretario di Stato Antony Blinken, lo spostamento temporaneo di tutta l'ambasciata americana da Kiev a Leopoli.

Dal canto suo il ministro degli Esteri russo, Sergeji Lavrov, ha affermato che “Ci sono chance di trovare un accordo con l'Occidente”, mentre il ministro della Difesa ha annunciato che “una parte delle esercitazioni si sta concludendo, un'altra sarà completata nel prossimo futuro. Ciononostante Lavrov, incontrandoPutin ha ribadito che l'espansione della Nato a est “è infinita, molto pericolosa e avviene a spese delle ex Repubbliche sovietiche, inclusa l'Ucraina”.

 

Draghi a Parigi, Scholz a Mosca

Intanto proseguono gli incontri incrociati. Mercoledì sera il presidente del Consiglio, Mario Draghi, sarà a Parigi per una cena di lavoro con il presidente francese, Emmanuel Macron, per "consultazioni e prospettive di impegno per il Sahel", come spiegato in una nota di Palazzo Chigi. Il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz è stato invece a Kiev e oggi parlerà con Vladimir Putin a Mosca, dopo avergli chiesto “segnali immediati di de-escalation", come ha scritto in un tweet nel quale ha sottolineato che "una nuova aggressione militare avrà delle conseguenze pesanti per la Russia". Anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, volerà a Kiev oggi, mentre successivamente potrebbe andare a Mosca.

È "possibile" che sulla situazione ucraina sia organizzata un incontro dei leader europei a margine del summit di questa settimana tra Ue e Unione Africana.

 

Rischio attacchi cibernetici in Italia

Intanto pesa la minaccia di attacchi cibernetici contro il nostro Paese, come affermato dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, che ha invitato a innalzare i livelli di protezione delle reti digitali. La crisi ucraina, è stato spiegato, fa aumentare "i rischi cibernetici ai quali sono esposte le imprese italiane che intrattengono rapporti con operatori situati in territorio ucraino, derivanti da possibili danni ad obiettivi digitali di quel Paese".

 

Le truppe e in numeri in campo

"Al 12 febbraio, il numero totale di truppe russe lungo i confini dell'Ucraina, comprese quelle in Bielorussia e nei territori occupati dell'Ucraina orientale e della Crimea, è di 87 gruppi tattici, circa 147.000 militari, compreso il personale aereo e navale". A fornire i dati sulla situazione attuale è stato il Center for Defense Strategies ucraino, come riferito dal Kyiv Independent, che però chiarisce: "Queste truppe sono dotate delle armi e dei veicoli appropriati, nonché di unità di supporto logistico e medico. Tuttavia, finora non ci sono segnali che dispongano dei rinforzi aggiuntivi necessari per un'offensiva su larga scala”.

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