la crisi ucraina

Ucraina, si cerca davvero il pretesto per lo scontro? I segnali

Nuove accuse da parte del presidente Usa, Joe Biden. Pentagono: “Il 40% delle forze russe ammassate al confine”. Draghi la prossima settimana a Mosca

Ucraina, si cerca davvero il pretesto per lo scontro? I segnali

I tentativi diplomatici di trovare una soluzione alla crisi, ma le accuse incrociate non giovano al clima di altissima tensione.

Da Washington nelle ultime ore sono arrivate nuove accuse: secondo un funzionario della Difesa statunitense, che ha preferito rimanere anonimo, oltre il 40% delle forze russe al confine con l'Ucraina sono ora in posizione di attacco e Mosca avrebbe iniziato una campagna di destabilizzazione.

Secondo fonti americane, a dispetto dell’annunciato ritiro dei militari e dei mezzi russi al termine delle esercitazioni, ai confini con l’Ucraina ci sarebbero ancora 150mila soldati di Mosca.

Intanto il leader dei ribelli filorussi della repubblica separatista ucraina di Donetsk, nel Donbass, ha chiamato alla "mobilitazione generale". Tutti segnali, secondo la Casa Bianca, che il Cremlino stia attendendo un pretesto per attaccare.

Intanto oggi telefonata tra Macron e Zelensky, domani il capo dell’Eliseo parlerà con Putin, mentre mercoledì 23 febbraio ci sarà un nuovo incontro, in Europa, tra i responsabili degli Esteri di Usa, Blinken, e Russia, Lavrov.

 

Biden: “Russia prosegue nei suoi piani”

“Stiamo denunciando i piani russi. Non perché vogliamo un conflitto ma perché stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per togliere ogni motivo che la Russia può addurre per giustificare l'invasione dell'Ucraina". Così in un tweet il presidente Usa, Joe Biden, che ha aggiunto: "Se la Russia persegue i suoi piani, sarà responsabile di una catastrofica e inutile guerra per scelta".

Lo stesso inquilino della Casa Bianca nelle scorse ore ha avuto un colloquio di 45 minuti con gli alleati europei, ribadendo che tutti sono pronti a imporre alla Russia "sanzioni apre e pesanti in caso di invasione dell'Ucraina". "Nonostante i tentativi della Russia di dividerci, siamo rimasti uniti, Usa e alleati europei sono in sintonia".

Pur dicendosi convinto che Mosca abbia preso la decisione di attaccare, Biden ha affermato che "non è troppo tardi per una de-escalation".

 

Osce: violazioni del “cessate il fuoco”

A preoccupare è anche quanto sostenuto dagli Osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione (Osce) in Europa, che hanno affermato di avere assistito a un aumento significativo del numero di attacchi lungo la linea del fronte nell'Ucraina orientale. "Negli ultimi giorni, il monitoraggio speciale dell'Osce in Ucraina ha osservato un drammatico aumento dell'attività cinetica lungo la linea di contatto nell'Ucraina orientale", si legge in una nota, spiegando che le violazioni del “cessate il fuoco” che si sono registrate sono state pari a quelle avvenute prima dell’accordo del luglio 2020, siglato per rafforzare la tregua.

 

Draghi pronto a volare a Mosca

Intanto, il premier Mario Draghi è atteso a Mosca, quasi certamente la prossima settimana. "Il mio obiettivo – ha detto - è quello di portare Putin e Zelensky allo stesso tavolo". L'incontro con il presidente russo a Mosca, "è stato chiesto da Putin", ha aggiunto Draghi, secondo cui "le sanzioni devono essere efficaci ma anche sostenibili". Oggi invece Il presidente francese, Emmanuel Macron, avrà una conversazione telefonica con il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, e domani con quello russo, Vladimir Putin.

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