Russia stringe l’Ucraina in una morsa di carri armati

Putin riconosce Donbass, Lugansk e Donetsk. Blindati nel Paese

Dal consiglio di Sicurezza condanna e appello al dialogo. Ue e Usa: pronte sanzioni. Mosca: “Con l’Ucraina nella Nato cresce la minaccia alla Russia”

Putin riconosce Donbass, Lugansk e Donetsk. Blindati nel Paese

Lo strappo si è consumato: nell’arco di poche ore i progressi nei negoziati sembrano ormai alle spalle. Il consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunito d’urgenza, sostiene che “il rischio di un grande conflitto è grave” e chiede a Mosca un passo indietro.

Nel corso della riunione al Palazzo di Vetro di New York, convocata dopo il riconoscimento delle ex repubbliche sovietiche del Donbass, Lugansk e Donetsk da parte del presidente russo, Vladimir Putin, gli Usa hanno ribadito la linea della fermezza, così come l’Ue.

 

Usa: pronte le sanzioni

La Casa Bianca ha confermato che imporrà nuove sanzioni alla Russia nelle prossime ore. Un attacco all'Ucraina è "un attacco alla sovranità di ogni Stato membro dell'Onu e alla Carta delle Nazioni Unite e avrà conseguenze rapide e gravi. Gli Stati Uniti continuano a credere nella diplomazia come unico luogo per risolvere responsabilmente le divergenze". Così l'ambasciatrice americana all'Onu, Linda Thomas-Greenfield, che però ha anche sottolineato che Vladimir Putin "sta testando il sistema internazionale, la nostra determinazione, sta vedendo fino a che punto può spingerci".

 

Le reazioni: dalla Francia alla Cina

"Le prossime ore e i prossimi giorni saranno critici. Il rischio di un grande conflitto è reale e deve essere prevenuto a tutti i costi", ha affermato il sottosegretario agli Affari politici delle Nazioni Unite, Rosemary Dicarlo. La Francia fa sapere che continuerà "a fare pressione per una soluzione diplomatica nonostante la situazione sia drammatica", dalla Germania si esprime “profonda delusione”, mentre per la Cina “Tutte le parti interessate devono esercitare moderazione. Tutti i Paesi dovrebbero risolvere le controversie con mezzi pacifici in linea con la Carta delle Nazioni Unite".

Dal canto suo la Russia ribadisce la sua apertura "alla diplomazia e a una soluzione diplomatica, ma non permetterà nuovo bagno di sangue". A Londra, intanto, il premier Boris Johnson ha presieduto alle 7.30 ora italiana il comitato Cobra per la sicurezza, annunciando sanzioni. La Russia "ci ha portato sull'orlo del baratro, la esortiamo a fare un passo indietro" ha affermato all’Onu l’ambasciatrice britannica, Barbara Woodward.

 

Putin firma riconoscendo le repubbliche ex sovietiche

La riunione era stata convocata dopo la decisione del presidente russo Vladimir Putin di riconoscere le repubbliche filo russe del Donbass, Lugansk e Donetsk. Il capo del Cremlino ha anche chiesto a Kiev di cessare "immediatamente" le ostilità nel Donbass orientale o la "responsabilità ricadrà sulla leadership del Paese".

A preoccupare sono anche le immagini che hanno iniziato a girare nella notte, con i carri armati russi nel Donbass, dove sventolano le bandiere russe. Ufficialmente e secondo quanto riportano i media russi, Putin ha ordinato alle proprie forze armate di svolgere un ruolo di peacekeeping nelle regioni separatiste.

 

Putin e le ragioni storico-politiche di Mosca

A spiegare la decisione del riconoscimento è stato lo stesso Putin in tv: “L'Ucraina è parte integrante della nostra storia, della nostra cultura. Ci sono legami molto forti dal punto di vista familiare e storico. Gli ucraini stessi si considerano parte della Russia, siamo uniti da sempre", ha detto il presidente russo che ha ripercorso la storia, dalla Rivoluzione del 1917 alla Seconda Guerra Mondiale, da Lenin e Stalin: "L'Ucraina sovrana è stata creata da Lenin, è stato lui l'architetto", ha detto Putin, aggiungendo: "Abbiamo aiutato l'Ucraina a pagare i suoi debiti, eravamo pronti ad accollarci tutti i debiti nel 2017”.

"Kiev ha rifiutato di riconoscere i nostri legami storici e le tradizioni dei russi che vivono in Ucraina, nel paese è montata un'ondata di nazionalismo con rivendicazioni nei confronti della Russia”.

Poi il leader russo ha toccato il punto delicato dell’allargamento a est della Nato: "Il governo americano – ha aggiunto - non ha escluso la possibilità di un ingresso dell'Ucraina nella Nato. Arriverà un momento in cui questo succederà e la Nato non sarà più soltanto un'alleanza difensiva. Nel 1990, secondo un documento ufficiale della Nato, si diceva che l'alleanza non si sarebbe allargata a Est: parole vuote, è successo esattamente il contrario. Nel 1999 la Polonia, l'Ungheria e la Repubblica Ceca sono state incluse. Poi un'altra apertura verso le Repubbliche Baltiche. Le infrastrutture militari sono arrivate alle porte della Russia, con effetti negativi su tutta l'architettura della sicurezza europea: è stato un errore strategico.

 

La reazione ucraina

Intanto l’Ucraina sembra ancora credere in una soluzione diplomatica. Come ribadito dall’ambasciatore di Kiev all’Onu, Sergiy Kyslytsya, che ha ribadito che i confini dell'Ucraina non cambieranno. "Non daremo via niente a nessuno. Non è febbraio 2014, quando la Russia invase la Crimea, ma è febbraio 2022". Secondo il diplomatico, Kiev si impegna "per la strada diplomatica, ma siamo sulla nostra terra. Non abbiamo paura di niente e di nessuno".

 

Ue, Michel: “Violazione internazionale”

"È una violazione del diritto internazionale, dell'integrità territoriale ucraina e degli Accordi di Minsk. L'Ue e i suoi partner reagiranno con unità, fermezza e determinazione". Così ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dopo il riconoscimento delle repubbliche filo sovietiche da parte di Putin.

 

 

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA