cosa ha detto il premier

Draghi, nuove sanzioni e gas: “La Russia ha violato il contratto”

Il presidente del Consiglio sottolinea l’unità degli Alleati, ma anche le conseguenze economiche della guerra nel rallentamento della ripresa. Il punto

Draghi, nuove sanzioni e gas: “La Russia ha violato il contratto”

Ha sottolineato l’unità della Nato e dell’Occidente contro la Russia che ha invaso l’Ucraina, ma ha anche toccato il difficile tema dell’approvvigionamento dal gas russo. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dopo i tre vertici a Bruxelles, conferma la posizione dell’Italia, ribadendo che c’è la “disponibilità a "inasprire le sanzioni se necessario" poiché "hanno effetti straordinari sull'economia russa che è indebolita. Dobbiamo essere fermi", ma parallelamente "cercare disperatamente la pace".

 

Nuove sanzioni e crisi del gas

La posizione dell’Italia, come per la Germania, non è certo facile a causa della forte dipendenza dal gas russo. Per questo da tempo insiste su un’azione a livello europeo. A margine del summit del Consiglio europeo, che è seguito al G7 e al vertice Nato, Draghi spiega: "Si è discusso di sicurezza energetica e agroalimentare. L'Ue vuole diventare indipendente dal gas russo", ha ricordato il premier. "Il mercato del gas funziona male, i prezzi sono speculativi, servono misure, ma di misure specifiche non si è discusso".

Secondo il premier, a Bruxelles si è parlato anche dell’aiuto “che deve venire da Canada, Usa e grandi produttori di gas liquido".

Quanto all’annuncio di Putin di voler incassare i proventi della fornitura di gas in rubli, per Draghi si tratta di “violazione contrattuale”.

Unità contro Mosca

Sia nel vertice Nato che del G7 si è "mostrata un'unità straordinaria degli alleati nel condannare l'aggressione dell'Ucraina", ha proseguito il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a margine dei lavori di Bruxelles.

Nessun cambio di rotta, però, per quanto riguarda la richiesta di istituzione di una “no Fly Zone” da parte del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: "Non è possibile coinvolgere né Nato né Ue nella garanzia di una no fly zone", ha ribadito ancora una volta Draghi da Bruxelles.

Il capo del Governo ha però parlato anche del ruolo di Pechino nella mediazione con Mosca: "Il mio messaggio alle autorità cinesi è che la Cina è il Paese più importante, possono essere cruciali nel processo di pace, hanno molte possibilità di leva e ora stiamo tutti aspettando che le usino".

 

Spesa militare e crisi economica

Draghi ha anche risposto indirettamente alle parole di Giuseppe Conte che, in una intervista, aveva mostrato perplessità sulla necessità di aumentare le spese per la difesa, portandole gradualmente al 2% del Pil, come peraltro richiesto dal 2014 dalla Nato agli Stati membri.

“Io ho ribadito l’impegno preso da tutti i governi nei confronti della Nato: noi abbiamo questo impegno, che è storico per l’Italia, e lo continueremo a osservare”, ha confermato il presidente del Consiglio. Infine il riferimento alla crisi economica frutto della guerra in Ucraina, che rischia di rallentare la ripresa dopo il periodo di pandemia: "Questa è una guerra: dobbiamo gestire la situazione, dobbiamo reagire, dobbiamo mitigare l'inevitabile rallentamento, non la chiamerei recessione, non penso che siamo in recessione", ha spiegato Draghi. 

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