La guerra in Ucraina

G7 e Nato, giornata storica a Bruxelles. L’Occidente si mostra unito

Più aiuti militari a Kiev ma niente ‘no fly zone’. In cima all’agenda Ue resta l’approvvigionamento di materie prime. Ma per il mondo c’è l’incognita Cina.

G7 e Nato, giornata storica a Bruxelles. L’Occidente si mostra unito

Si guarda alla “sicurezza energetica e agro-alimentare” e questo può voler dire solo una cosa: “diversificazione”. Mario Draghi parla a margine di una giornata storica che ha visto a Bruxelles i vertici del G7 e della Nato con il presidente americano, Joe Biden. Giornata che sta proseguendo con la riunione del Consiglio europeo. “Le sanzioni” contro la Russia “stanno funzionando”, secondo l’inquilino di Palazzo Chigi che precisa: “sintetizzando quello che è emerso dai colloqui tra alleati direi due parole: unità e solidarietà” . L’Ucraina va sostenuta, dunque, in tutte le modalità possibili e l’Occidente farà la sua parte. Ma lo scossone sull’economia c’è: la crescita si è indebolita e il problema dell’approvvigionamento energetico è sempre in cima alle preoccupazioni degli europei. Gli americani da questo punto di vista non hanno difficoltà, sono autonomi. Ma se Putin chiede il pagamento del suo gas in rubli sappia che “sta violando le regole contrattuali”, replica il capo del governo italiano.

 

Intanto da oggi la Nato, come annunciato dal segretario generale Jens Stoltenberg, fornirà più aiuti a Kiev e 40 mila uomini saranno di stanza sul fianco orientale dell’Europa. Il Patto Atlantico rafforza la sua presenza in quei Paesi dell’est europeo che in questo momento sono più strategici che mai. Stati ‘cuscinetto’ che avranno un ruolo chiave per la presenza di più militari tra forze dell’aviazione, di terra e navali. La consapevolezza che la Russia sia in netta difficoltà sul campo non spinge la Nato a passi ulteriori e viene ribadito il no alla ‘no fly zone’ che il presidente ucraino, Volodymir Zelensky, continua a chiedere a protezione del suo Paese dalle bombe e dai missili di Putin. La “responsabilità” dell’Alleanza Atlantica è di “non far tracimare il conflitto oltre il territorio ucraino” ma l’aiuto militare alla resistenza interna sarà “significativo”. Verranno forniti “sistemi avanzati in grado di abbattere aerei e di attaccare carri armati, con armi anticarro e altri sistemi, inclusi i droni e armi letali”.

 

Se l’invasione russa dell’Ucraina ha rinsaldato l’Occidente – nonostante gli interessi Usa e Ue non siano sempre coincidenti – resta la Cina lo Stato che potrà essere decisivo nel percorso di pace. “Nessuna condanna nei confronti di Pechino”, afferma l’Italia con Draghi, “l’auspicio è che contribuisca a una soluzione pacifica del conflitto”. Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese, sembra però giocare su più tavoli ed è lontano dal prendere le distanze da Mosca.

 

Oggi l’Assemblea Generale dell’Onu ha adottato la risoluzione proposta dagli Occidentali sulla situazione umanitaria in Ucraina con cui si chiede “l’immediata cessazione delle ostilità da parte della Russia, in particolare di eventuali attacchi contro i civili”. A votare a favore sono stati 140 Paesi, contrari Russia, Siria, Bielorussia, Eritrea, Nord Corea. La Cina questa volta si è astenuta. Un segnale che a voler essere ottimisti può essere letto in positivo, ma di certo è rischioso attribuire al Gigante giallo tutto questo potere politico negli equilibri internazionali. Non bisogna dimenticare che l’Ucraina è per Putin quello che Taiwan è per Jinping. I due hanno una visione molto simile rispetto al blocco dell’ovest e questo americani ed europei non devono dimenticarlo.

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