parole di pace e di guerra

Gli occhi del mondo su Istanbul, per i negoziati tra Kiev e Mosca

Biden insiste: “Putin un dittatore”, ma spiega di parlare a titolo “privato”. Giallo sull’avvelenamento di Abramovich e i 30€ a chi ospita profughi ucraini

Gli occhi del mondo su Istanbul, per i negoziati tra Kiev e Mosca

Proprio mentre la bufera sembrava placarsi (pur con una netta presa di distanza da parte dei leader mondiali) Joe Biden torna ad attaccare il presidente russo: "Un dittatore deciso a ricostruire un impero non cancellerà mai l'amore di un popolo per la libertà. La brutalità non distruggerà mai la volontà di essere liberi. L'Ucraina non sarà mai una vittoria per la Russia". Le parole, questa volta, non sono state pronunciate in pubblico, ma scritte dal capo della Casa Bianca su Twitter, sul proprio account personale e non da quello istituzionale. Ma l’effetto non cambia: arrivano come benzina sul fuoco, proprio mentre si tenta di spegnere le fiamme, in particolare a Istambul, in Turchia, dove riprendono i negoziati e la delegazione ucraina è arrivata per prima. Il presidente Usa, comunque, precisa che la sua è “un’opinione personale”, mentre il leader ucraino, Volodymyr Zelensky, nelle ultime ore ha parlato telefonicamente con il premier, Mario Draghi e tiene banco il sospetto avvelenamento di Roman Abramovich.

 

Il giallo dell’avvelenamento ad Abramovich

Secondo il Wall Street Journal, Roman Abramovich e i negoziatori ucraini avrebbero sofferto sintomi di sospetto avvelenamento dopo un incontro a Kiev all'inizio del mese. La notizia è stata confermata dal portavoce dell'oligarca russo che spiega come "Abramovich stia bene e continuerà ad adoperarsi per i negoziati". Intanto, però, è arrivata la smentita alla notizia del quotidiano americano da parte del consigliere della presidenza e capo negoziatore ucraino, Mikhailo Podolyak, che parla di "speculazione". Abramovich è stato voluto nelle trattative di pace da Kiev che avrebbe chiesto agli Usa di esentarlo dalle sanzioni.

 

Il braccio di ferro Usa-Russia

Intanto alle parole di Joe Biden è arrivata la risposta del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che in un’intervista all’emittente americana Pbs ritiene che le affermazioni delle ultime ore del presidente Usa Joe Biden siano "abbastanza allarmanti" e da considerare un "insulto personale".

 

Mosca: “Non useremo il nucleare”

Rassicurazioni, invece, arrivano sul possibile ricorso al nucleare, paventato da fonti statunitensi da parte russa: “Nessuno in Russia sta prendendo in considerazione l'idea di usare armi nucleari". Lo ha chiarito ancora Peskov, che alla domanda se Vladimir Putin, abbia mai minacciato di usare armi nucleari nel caso in cui un terzo fosse intervenuto nel conflitto in Ucraina, ha risposto: "Non credo. Ha invece dichiarato con chiarezza che se qualcuno dovesse interferire, la Russa ha tutti i mezzi necessari per reagire e punire chi lo farà". Di recente era stato Biden ad aprire al ricorso anche non come deterrente.

 

Telefonata Zelensky-Draghi e aiuto a chi accoglie i profughi

Nel frattempo c’è stato un nuovo colloquio telefonico tra il presidente ucraino, Zelensky, e il premier, Draghi, con il primo che ha sollecitato un intervento occidentale più consistente. Intanto “l’Italia valuta di istituire un contributo economico per garantire assistenza ai profughi ucraini. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, al termine del Consiglio straordinario per gli Affari interni, a Bruxelles. "I vari governi stanno utilizzando un sistema d'immediato intervento nei confronti delle famiglie che stanno ospitando i profughi ucraini arrivati nei nostri Paesi. Per quanto riguarda l'Italia ipotizziamo un contributo tramite i Comuni e il commissario per la Protezione civile", ha affermato la Lamorgese. L’idea è di stanziare fino a 30 al giorno.

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