Il lutto

Addio a Letizia Battaglia: chi era la fotoreporter contro la mafia

Si è spenta a 87 anni. È stata testimone della lotta alla criminalità e alla mafia. Il Sindaco: “Simbolo internazionalmente riconosciuto”. Scatti e politica

Addio a Letizia Battaglia: chi era la fotoreporter contro la mafia

Cordoglio unanime per la morte di Letizia Battaglia, storica fotoreporter di Palermo, che si è spenta a 87 anni. A darne la notizia per primo il Sindaco della città siciliana, Leoluca Orlando.

 

La scomparsa di Letizia Battaglia

"Palermo perde una donna straordinaria, un punto di riferimento. Letizia Battaglia era un simbolo internazionalmente riconosciuto nel mondo dell'arte, una bandiera nel cammino di liberazione della città di Palermo dal governo della mafia. In questo momento di profondo dolore e sconforto esprimo tutta la mia vicinanza alla sua famiglia". Così il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, nell’annunciare la scomparsa della grande fotoreporter.

 

Chi era Letizia Battaglia

Nata a Palermo il 5 marzo del 1935, si è spenta a Cefalù nelle scorse ore. Letizia Battaglia è stata una fotografa e fotoreporter, ma ha anche militato in politica. Ha iniziato la carriera nel 1969, a 34 anni, collaborando con il giornale di Palermo L'Ora, unica donna in una redazione di soli uomini.

Nel 1970, dopo il trasferimento a Milano, ha iniziato a collaborare con diverse testate, ma nel 1974 torna nella città natale, fonda con Franco Zecchin l'agenzia Informazione fotografica e inizia a documentare gli anni di piombo nella sua Sicilia, ma soprattutto la guerra di mafia. Sono suoi gli scatti all'hotel Zagarella che ritraggono alcuni esponenti dei clan con Giulio Andreotti e che poi entrarono nei fascicoli di inchiesta.

Il 6 gennaio del 1980 è stata anche la prima fotoreporter a giungere sul luogo dell’assassinio di Piersanti Mattarella. Sempre nel 1980 diventa famosa un’altra sua foto che ritrae una “bambina con il pallone” nel quartiere palermitano della Cala.

 

La fama internazionale

Con quel suo scatto inizia anche la fama internazionale, non solo come fotoreporter di mafia, ma anche per il livello artistico dei suoi scatti, specie in bianco e nero. Sono noti i “ritratti” di donne, ma anche bambini, i loro sguardi, gli spaccati di vita quotidiana (e miseria) che riesce a immortalare. Negli anni '80 crea il "Laboratorio d'If", dal quale escono altri fotografi e fotoreporter palermitani, compresa la sua stessa figlia Shobha.

Nel 1985 diventa la prima donna europea che riceve il Premio Eugene Smith, a New York, un riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life, anche se la vittoria è condivisa con un’altra donna, l'americana Donna Ferrato. Sempre in ambito internazionale, nel 1999 riceve anche il Mother Johnson Achievement for Life. Qualche anno prima, però, aveva dato l’addio al mondo della fotografia in prima linea, dopo l’assassinio del giudice Giovanni Falcone. Continua comunque a esporre le sue opere, sia in Italia che all’estero, come nei Paesi dell'Est Europa, Francia (Centre Pompidou, Parigi), Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada. Continua, però, anche a dirigere (tra il 2000 e il 2003) la rivista bimestrale femminile Mezzocielo, nata da una sua idea nel 1991.

 

Il trasferimento a Parigi e l’esperienza politica

Nel 2003 lascia l’Italia per Parigi, salvo tornare in seguito per alcune mostre ed eventi culturali. Nella sua vita c’è spazio anche per la militanza attiva: prima consigliera comunale con i Verdi, poi assessore comunale a Palermo con la giunta Orlando. Collabora come consulente esterna per il carcere cittadino e nel 1991 entra nell'Assemblea regionale siciliana con La Rete, mentre nel 2012 si candida per Sel alle comunali, senza essere eletta.

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