Le pagelle della Nazionale

Italia-Argentina 0-3, per gli Azzurri sconfitta amara a Wembley

Mancini perde la finale contro Scaloni, in una gara dominata dal gruppo di Messi, in rete Lautaro. Gravina premia Chiellini, all’ultima con la Nazionale

Italia-Argentina 0-3, per gli Azzurri sconfitta amara a Wembley

La serata di Wembley, a distanza di un anno dal grande trionfo è amara: la Nazionale di Mancini esce sconfitta dalla sfida con l’Argentina per 3-0, con una prestazione che lascia diverse perplessità. Un gruppo in involuzione, che ha perso la lucidità e la sicurezza per ottenere la vittoria. Anzi, per andare in rete, visto che il problema con il goal persiste. Si salvano in pochi, nell’ultima serata di Giorgio Chiellini, che meritava un addio dal sapore ben diverso. Deve iniziare una nuova era, in cui la fiducia e lo spirito di squadra devono tornare in primo piano. 

 

I voti degli azzurri:

Gianluigi Donnarumma voto 6: Nonostante i due goal subiti, sul quale non può fare molto, si prende la scena nella ripresa, con alcune parate importanti. Sia sui palloni a giro, che sulle conclusioni ravvicinate, chiude gli spazi sfruttando i suoi infiniti centimetri. Tira fuori anche la voce, mostrando nuovamente quel lato di leadership, che si è andato un po’ perdere in questa stagione. La speranza di vederlo nuovamente al top del livello è tanta.

 

Giovanni Di Lorenzo voto 5,5: Una gara di ombre e luci, dove però già errori commessi pesano più del solito. Soffrire Messi è lecito, ma peccare d’astuzia peggiora notevolmente le cose. Non temporeggia sul vantaggio, facendosi bruciare dal numero dieci argentino. Subisce altre due fughe da quelle parti, risultando spesso fuori tempo. Anche lui in difficoltà, anche se c’è da dire che ha avuto forse i peggiori avversari possibili da marcare. 

 

Giorgio Chiellini voto 10: Alla carriera di un campione. Una leggenda per il club e soprattutto, per la nostra Nazionale, con cui ha lottato ben 117 battaglie, dimostrandosi sempre un leader. Non hanno più importanza gli errori o le sbavature, adesso merita solamente i giusti elogi per un percorso indimenticabile, dove si è portato a casa anche diverse gioie. La forma fisica magari non è più quella di una volta (anche se chiude Messi con due interventi da paura) ma il coraggio, la rabbia agonistica e l’anima da gladiatore giustificano appieno gli applausi di Wembley. 

 

Leonardo Bonucci voto 5,5: Si salva soltanto per la sua tecnica, quando esce palla al piede con dei numeri eleganti o quando cerca i compagni con lanci pregiati. Per il resto, molta confusione, come ha già mostrato nel finale di stagione con la Juventus. Una continuità di errori, come nel goal del raddoppio, che mettono in evidenza delle difficoltà fisiche e mentali inspiegabili. Il cartellino giallo è stata una grazia, anche se rischia in più riprese di prendere anche il secondo. Il quasi autogol è la ciliegina di questa brutta prestazione.

 

Emerson voto 6: A livello offensivo merita un applauso particolare, poiché al contrario di altri si mette in mostra, tirando fuori il coraggio: attacca sulla fascia, puntando con continuità i mediani avversari. Difensivamente, come il resto della squadra, non riesce sempre a contenere le offensive avversarie, abbassandosi troppo. Così facendo si sono creati diversi spazi per i tiri da quella parte, specie di Di Maria, che è molto pericoloso.

 

Nicolò Barella voto 6: Senza Verratti diventa lui il leader del centrocampo, immedesimandosi in modo corretto. Tira fuori la personalità giusta, con richiami e urla ai compagni, spesso distratti. Lotta sulla fascia, chiudendo lo spazio alle sovrapposizione di Molina, poco impegnato in avanti. Fa più difficoltà quando invece deve impostare. Si fa trovare impreparato al momento dell’ultima scelta, quella decisiva. All’Inter ha sempre l’ultimo tocco, in azzurro invece deve tirare fuori maggiore coraggio.  

 

Matteo Pessina voto 5: Un elemento fuori condizione, da un po’ di tempo ormai. Già in quest’ultima stagione è rimasto nell’ombra, non risultando decisivo per la causa della Dea. Anche a livello di numeri è calato e si percepiscono le sue difficoltà dalla mancanza d’intensità che mette sul campo: non ha una posizione e girovaga continuamente sul campo. Tenta di fare l’esterno, ma non ha il passo. Sulla mediana invece è macchinoso. Una pessima sorpresa. (Spinazzola S.V: Rivederlo in campo, con quella maglia ha fatto sorridere tutto il pubblico azzurro. Bentornato Spina!)

 

Jorginho voto 5,5: Pecca di idee, nonostante dovrebbe essere la lampadina della mediana. Si accontenta di fare passaggi all’indietro, sterilizzando di fatto il palleggio della squadra. Quando pressa alto è spesso scoordinato, commettendo fallo, al posto di temporeggiare. Insomma, si salva poco della sua prestazione. Sul finale è bravo a prendersi alcuni falli in zona pericolosa, alleggerendo così il pressing insistente degli avversari.

 

Federico Bernardeschi voto 6: Non è un esterno da uno contro uno, ma quando si accentra crea spesso occasioni pericolose. Qualcosa in lui è cambiato, ha preso maggiore confidenza nel palleggio, a differenza di qualche anno. Quando la sfera arriva dalle sue parti vi è la sensazione che può sempre accadere qualcosa, specie quando tenta le verticalizzazioni negli spazi stretti. Si sacrifica anche dietro, dove però tende a tenere troppo la palla: perde il pallone sanguinoso del vantaggio avversario, facendosi levare con troppa leggerezza.

 

Giacomo Raspadori voto 5,5: Non è facile giocarsela fisicamente con gli argentini, che fanno del fisico una delle armi più importanti. La giovane ala va in difficoltà proprio su questo aspetto, considerando le poche volte in cui si è liberato dalla marcatura avversaria. Si abbassa spesso, forse troppo, raddoppiando la linea difensiva sugli attacchi di massa. Pecca un po’ di “leggerezza” nel esprimere il suo gioco, probabilmente queste sfide sono ancora pesanti per lui.

 

Andrea Belotti voto 5: Non sfrutto appieno l’occasione concessa da Mancini, risultando nuovamente inesistente. A livello di copertura riesce a cavarsela, ma in fase offensiva rimane fuori dagli schemi. Non regge il confronto con la difesa argentina, uscendo dal campo dopo appena un tempo. Deve ritrovarsi in qualche modo. (Gianluca Scamacca voto 5,5: Entra con il giusto piglio, cercando di far a martellate con gli avversari. Peccato che a livello pratico si fa vedere ben poco, giungendo troppo spesso in ritardo sulle palle a metà)

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