Il summit dei Ventisette

Price cap slitta ad ottobre. Italia, dipendenza da Mosca scende al 25%

Concluso il Consiglio europeo. Draghi sul tetto al prezzo del gas: “Non sono deluso dal rinvio”. Inflazione, governo convocherà a breve le parti sociali.

Price cap slitta ad ottobre. Italia, dipendenza da Mosca scende al 25%

“L’Italia, per gli stoccaggi, sta andando molto bene e la dipendenza dal gas russo, che era il 40% l’anno scorso, oggi sta al 25%. Le misure che abbiamo messo in campo iniziano a dare risultati”. Mario Draghi da Bruxelles fa il punto sul Consiglio europeo che si è appena concluso. Nessuna riunione straordinaria sull’energia è stata fissata per luglio, come invece chiedeva l’Italia per placare la fiammata dell’inflazione ponendo un tetto al prezzo del gas. “Sui prezzi i Paesi sono per ora molto esitanti ad agire”, afferma il premier. “Ho chiesto Consiglio straordinario sull’energia ma mi è stato fatto notare che non abbiamo ancora uno studio sul quale discutere. Ecco, ora nella risoluzione finale il Consiglio invita la Commissione a produrre questo studio entro settembre, per poi discuterne nel Consiglio di ottobre”.

 

Dunque, i tempi si allungano ed è evidente che ci sono ancora molte resistenze da parte della Germania e dei Paesi del Nord Europa. Ma il presidente del Consiglio non si sente “deluso. Anzi, non mi aspettavo di poter fissare una data precisa per un rapporto completo sulla questione. Le cose si stanno muovendo”, dice, “anche se magari non avvengono rapidamente come uno vorrebbe”. In ogni caso l’Ue su un punto è stata chiara: se ci fossero nuove azioni da parte di Mosca il Consiglio europeo è aperto all'ipotesi di un vertice straordinario: “E’ stato detto in modo esplicito: non faremo passare due mesi e mezzo senza far niente nel caso in cui dovessero avvenire altre cose sul fronte dell’energia”.

 

Il governo sta facendo tutti i passi necessari per evitare che un blocco delle forniture russe crei problemi all’Italia. “Le misure che si stanno pensando assicurano che non vi sia emergenza durante l'inverno”, fa sapere Draghi rassicurando i cittadini. “Il quadro, grazie alla ricerca di altri fornitori, ci vede in buona posizione”. Al Consiglio europeo si è parlato anche “di un meccanismo di ristoro per chi è più colpito dalle sanzioni. Ci sono molte asimmetrie” su impegno militare, flussi di rifugiati o energie “ma non sono asimmetrie a senso unico, non siamo solo noi ad essere colpiti”. La preoccupazione per la crescita che frena e l’aumento generalizzato dei prezzi c’è. “Nell'area dell’euro, soprattutto a causa dei prezzi dell’energia e dell’inflazione le previsioni sono di un rallentamento un po’in tutti i Paesi. Noi siamo impegnati a proteggere e sostenere il potere d’acquisto degli italiani”. Entro 10, massimo 15 giorni il governo convocherà le parti sociali per discuterne.

 

Intanto, il sì alla candidatura di Kiev per l’ingresso in Ue è stato sicuramente il passo più importante che il Consiglio di questa fine giugno ha prodotto. Una candidatura che Roma ha sostenuto più di tutti e fin dall’inizio. “L’Ue sta crescendo, sta diventando sempre più importante e l’istituzione a cui tutti i Paesi Ue guardano come capace di dar loro stabilità e sicurezza”. E si “è deciso che il processo di allargamento, così esigente e burocratico, resterà esigente ma sarà molto meno burocratico, l’Ue assumerà una dimensione meno arcigna”. La guerra ha fatto sì che Bruxelles imprimesse un’accelerazione alle richieste dell’Ucraina. Un conflitto che sta diventando sempre più “di contenimento” e per questo “più difficile. Ma gli ucraini hanno un supporto esteso nel mondo, degli Usa e dell’Ue”.

 

Tra le domande rivolte al premier non sono mancati riferimenti alla politica interna. A chi gli chiede se reputi necessario un cambio nella squadra dei ministri dopo la scissione nel M5S Draghi risponde con un secco “no”. Luigi Di Maio, dunque, rimarrà al suo posto. Su eventuali ripercussioni sul suo mandato risposta altrettanto asciutta: “Mi sento con lo stesso mandato”.

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