il summit di Madrid

La Nato si rafforza sul fianco est (e in Italia). Draghi lascia Madrid

Rientro a Roma per il premier, per il consiglio dei Ministri sulle bollette e per le tensioni interne. Intanto Putin avverte la Nato: “Risposta speculare”

La Nato si rafforza sul fianco est (e in Italia). Draghi lascia Madrid

Il secondo giorno di summit della Nato a Madrid consolida le prime indicazioni emerge dalle scorse ore: un rafforzamento dell’Alleanza, soprattutto sul fianco est, con un aumento da 40 mila a oltre 300 mila soldati e un possibile passaggio degli attuali battaglioni schierati in otto Paesi dell'Est Europa a dimensioni di una brigata. Schieramenti saranno poi dislocati in Paesi specifici a rotazione.

Tutte iniziative che rientrano in quella che il segretario generale, Jens Stoltenberg, chiama una “trasformazione epocale” della Nato, ma che richiede maggiori investimenti: un monito anche all’Italia ad aumentare gli attuali stanziamenti portandoli ad almeno il 2% del Pil.

 

Cosa cambia per l’Italia

Oltre ad aumentare le risorse, per l’Italia aumenterà anche la presenza statunitense, che crescerà di 70 unità, con un’unità per la difesa aerea. "Ad oggi non c'è il rischio di un'escalation con la Russia, però bisogna essere pronti", ha commentato il premier, Mario Draghi, parlando di "un assestamento già programmato" riguardo ai nuovi militari Usa in Italia. Roma, inoltre, dovrebbe mettere a disposizione 10.000 uomini, dei quali 8.000 in Patria e 2.000 dislocati in Ungheria e Bulgaria.

 

La reazione russa

Immediata la risposta russa, con il vice ministro degli esteri, Serghei Ryabkov, che ha fatto sapere che il Cremlino non è per nulla "intimidito" dalla mossa di Usa e Nato e che "risponderà" in virtù delle sue "capacità e risorse". Ancora più esplicito il presidente russo, Vladimir Putin: "Dovrebbero capire (Svezia e Finlandia, NdR) che prima non c'erano minacce per loro, e ora nel caso di un dispiegamento di contingenti militari e di infrastrutture della Nato saremo costretti a rispondere in modo speculare e creare le stesse minacce ai territori da cui vengono create minacce per noi". "Per noi, l'adesione di Finlandia e Svezia alla Nato non è affatto la stessa cosa rispetto all'adesione dell'Ucraina" alla Nato, ha aggiunto Putin, chiarendo che "sono cose completamente diverse".

 

Zelensky alla Nato

Come preannunciato anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha preso parte in videoconferenza ai lavori, stimando in 5 miliardi di dollari al mese la cifra necessaria a continuare a resistere alle forze russe e passare dalle apparecchiature dell'era sovietica a quelle della Nato in modo da diventare più interoperabile con le forze dell'alleanza. Tra le altre decisioni Nato, si è stabilito di intensificare il sostegno politico e pratico ad altri Paesi "a rischio di aggressione russa" come Bosnia-Erzegovina, Moldavia e Georgia, nazione quest'ultima che ha partecipato al summit. Infine, al summit hanno partecipato anche 4  leader Paesi dell'indopacifico, strategici proprio nei confronti di Russia e Cina: Giappone, Corea Del Sud, Australia e Nuova Zelanda.

Proprio il Dragone non viene definito "nemico" o "minaccia": "La Cina bullizza i suoi vicini e la Nato resta al fianco dei suoi partner in quell'area del mondo", ha precisato il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg.

 

Secondo giorno di vertice, ma senza Draghi

Oggi si discute l'ultima sessione dedicata al 'fianco sud' dell'Alleanza, che riguarda l’Italia anche se il premier, Mario Draghi, è rientrato a Roma in anticipo a causa delle ultime fibrillazioni di Governo (Lega e Movimento 5 Stelle) e per il consiglio dei Ministri straordinario sulle bollette. A Madrid rimane il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.

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