l’omicidio di Abe

L’ultimo viaggio di Shinzo Abe. Dagli spari alle parole del killer

L’attentatore avrebbe colpito per risentimento verso una setta religiosa che riteneva collegata all’ex primo ministro giapponese ucciso a Nara a un comizio

L’ultimo viaggio di Shinzo Abe. Dagli spari alle parole del killer

L'auto con il feretro dell'ex premier giapponese Shinzo Abe ha lasciato questa mattina l'ospedale di Kashihara, a Nara, dove ieri all’alba ora italiana è morto dopo essere stato raggiunto da colpi di arma da fuoco durante un comizio pre-elettorale.

Dopo l’autopsia e le procedure legali, il corpo torna a Tokyo, nella residenza di famiglia, come riferito dall'emittente pubblica Nhk.

Intanto la campagna in vista delle elezioni di rinnovo della Camera Alta in programma domani riprende già oggi, come chiarito dal Partito Liberla Democratico, guidato a lungo dallo stesso Shinzo Abe.

Da tutto il mondo, invece, arrivano messaggi di cordoglio.

 

Il cordoglio di Joe Biden

L'ex premier Shinzo Abe è stato "un leader trasformativo per il Giappone e per le relazioni giapponesi con ciascuno dei nostri Paesi" con "un ruolo formativo nella fondazione della partnership Quad", lavorando "instancabilmente per promuovere una visione condivisa per un Indo-Pacifico libero e aperto". Così, in una nota congiunta, il presidente Usa Joe Biden, i premier indiano Narendra Modi e australiano Anthony Albanese, si sono detti "scioccati dal tragico assassinio" di Abe.

"Onoreremo la sua memoria raddoppiando il nostro lavoro per una regione pacifica e prospera", hanno aggiunti i leader del Quad.

Il Giappone, infatti, fa parte del Quad, il gruppo sulla sicurezza con Usa, Giappone, India e Australia.

Cordoglio anche da parte del presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, che ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. Messaggi sono giunti anche da altri leader del mondo, come quelli europei e quello cinese.

 

I motivi dell’attentato

La prefettura di Nara ha annunciato che metterà a disposizione circa 90 investigatori per le indagini sull'omicidio di Abe, che è stato il premier nipponico più longevo di sempre. Secondo quanto trapelato dopo i primi interrogatori, il 41enne arrestato per la morte di Abe, Tetsuya Yamagami, avrebbe voluto colpire il capo di un gruppo religioso che in qualche modo riteneva collegato all'ex premier. Il presunto killer ha raccontato che la madre era profondamente coinvolta nell'organizzazione religiosa attraverso diverse donazioni di soldi, che avevano causato seri problemi economici alla sua famiglia. Per questo, dopo aver letto la sera prima su internet che Abe sarebbe arrivato per un comizio nella cittadina di Nara, ha deciso di recarsi sul posto in treno.

 

L’arma da fuoco e l’attentato

Per l’omicidio ha utilizzato un’arma da fuoco artigianale, lunga 40 centimetri e facilmente occultabile in un comizio elettorale in Giappone. Il servizio di sicurezza era minimo, paragonabile in termini di sicurezza a una sagra alimentare, secondo i media nipponici. Yamagami avrebbe occultato l’arma in un fodero di una macchina fotografica e avrebbe aperto il fuoco colpendo alle spalle Abe in modo fatale.

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