Trattative in corso

La partita dei 5S con il governo. La Lega non vuole restare a guardare

Concluso il Consiglio nazionale dei grillini. Si va verso un nuovo incontro Draghi-Conte. Ma Salvini avverte: “Se non votano il dl Aiuti si va ad elezioni”

La partita dei 5S con il governo. La Lega non vuole restare a guardare

E’ una corsa contro il tempo in vista del voto di fiducia di domani sul dl Aiuti a Palazzo Madama. Oggi si è riunito il Consiglio nazionale dei Cinque Stelle per decidere la linea del Movimento mentre stasera tocca all’assemblea congiunta di deputati e senatori. Sembra che si vada verso un ulteriore confronto tra Giuseppe Conte e Mario Draghi. Dunque, per il momento, è tutto in itinere ma senza dubbio si tratta di ore cruciali per le sorti del governo. Un nuovo incontro tra il leader pentastellato e il premier lascia suppore che uno spiraglio sarebbe aperto e che la trattativa per raggiungere un compromesso, ed evitare l’uscita dei grillini dalla maggioranza, avrebbe una qualche chance.

 

Ma oggi a preoccupare non è solo la decisione dei Cinque Stelle. Nel governo un’altra falla potrebbe aprirsi, stavolta in ambito centrodestra. Matteo Salvini è andato all’attacco di Palazzo Chigi su diversi temi e, comunque, fa sapere che “se il M5S non vota il decreto Aiuti si va ad elezioni”. Questo significa che il leader del Carroccio non è disposto ad una maggioranza diversa da quella attuale, ma sembra particolarmente critico anche nei confronti di Draghi. Sullo scostamento di bilancio, ad esempio. “Il presidente del Consiglio mal consigliato ha detto che non serve lo scostamento, ma solo qualche accorgimento. Io non sono d’accordo”, avverte intervenendo all’Assemblea dell’industria manifatturiera italiana (Confimi).

 

Poi biasima il premier sulla convocazione odierna del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. “È un grave errore che a nome dell’industria italiana ora a Palazzo Chigi ci sia solo un soggetto che parla a nome di tutti gli imprenditori. Non è corretto non solo nei confronti di Confindustria ma di Confesercenti, Confartigianato, Coldiretti e Confagricoltura, così come ieri non è stato corretto che ci fossero solo Cgil Cisl e Uil”. Insomma, i toni non sono per niente concilianti nei confronti del presidente del Consiglio. Il malumore di Salvini è evidente. Ed è probabile che a via Bellerio ci sia una certa preoccupazione per eventuali ‘concessioni’ che Draghi potrebbe fare a Conte per evitare lo strappo.

 

Come si concluderà questa giornata è difficile a dirsi. Di certo, se il nuovo faccia a faccia tra il premier e l’ex avvocato del popolo non dovesse portare ad alcun risultato l’esito del voto di fiducia di domani sarebbe abbastanza scontato. Per ora dai 5S bocche cucite. Stamane sembrava prevalere la linea di non votare il dl Aiuti, ma nelle ultime ore qualcosa sta cambiando. Dopo giorni di silenzio interviene, intanto, anche il segretario del Pd, Enrico Letta. “Ci dicono 'parlate poco’ ma conta che si verifichino i fatti”, afferma. “Se serve dire una parola in meno noi facciamo la mediazione ed evitiamo la parola in più, per amore del nostro Paese. Siamo un partito forte, solido, attraente. Come sostiene Prodi un partito granitico. Gli italiani sanno che possono fidarsi di noi”.

 

Poi “l’appello alla responsabilità di tutti”. “Andiamo avanti, completiamo l’agenda sociale del governo” sono le parole che rivolge alle forze politiche della coalizione. E sottolinea: “nel momento nel quale il governo mette al centro della sua azione la lotta alla precarietà sarebbe paradossale mettere in crisi il governo”. Ma come andrà a finire lo capiremo solo nelle prossime ore.

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