Il caso

Lombardia, Moratti rimette le deleghe. Fontana nomina Bertolaso

Con il presidente “manca la fiducia”. La replica: “Lei guarda a sinistra”. Una rottura che muta gli scenari per le regionali nella roccaforte del c.destra

 Lombardia, Moratti rimette le deleghe. Fontana nomina Bertolaso

Alla fine le dimissioni sono arrivate. Letizia Moratti lascia la vice-presidenza e l’incarico di assessore al Welfare della Regione Lombardia. “Di fronte al venir meno del rapporto di fiducia con il presidente Attilio Fontana”, spiega, “annuncio la decisione di rimettere le deleghe. Per rispetto dei cittadini con senso di responsabilità, ed in considerazione del delicato momento socio-economico del Paese, ho atteso l’esito delle elezioni politiche e la formazione del nuovo governo per rendere nota la mia posizione”. Letizia Moratti parla delle sue dimissioni come di “un forte segnale rispetto alle lentezze e alle difficoltà nell’azione dell’amministrazione che non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi”. Ma fa anche riferimento alle scelte assunte dal governo nazionale in materia di sanità: “Registro con preoccupazione la scelta di anticipare il reintegro dei medici e degli altri professionisti della sanità non vaccinati, il condono sulle multe ai no vax e la diversa sensibilità sull’importanza dei vaccini”.

 

Dunque, il conflitto politico tra la vice-presidente e il governatore leghista Fontana, non solo non si è ricomposto, ma è avvenuto anche con toni molto polemici. “E’ sorprendente che l'assessore al Welfare dichiari oggi che l’azione della Giunta non sia sufficiente”, dice il governatore. “Ne fa parte da un anno e mezzo e non mi pare che abbia sollevato mai problemi. Ciò che però conta oggi è che l’eccellente lavoro sulla campagna vaccinale e sul recupero delle prestazioni frenate dal Covid, non può fermarsi”. Dichiarazioni che sono state accompagnate dall’annuncio di aver nominato “dopo aver informato i vertici del centrodestra” Guido Bertolaso al posto di Moratti.

 

Quanto accaduto in Lombardia è evidentemente un caso politico di portata nazionale. Letizia Moratti aveva già annunciato la sua disponibilità a correre per le regionali del 2023. A questo punto lo scontro non è solo con Fontana, ma con una parte consistente del centrodestra. Gli scenari per le elezioni che si terranno nei primi mesi dell’anno nuovo nella regione più popolosa d’Italia (quasi 10 milioni di abitanti), roccaforte della coalizione che ha vinto le elezioni politiche il 25 settembre, sono destinati a mutare.

 

Per il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, le dimissioni della vice presidente della Regione, già ministra dell’Istruzione e dell’Università nei governi Berlusconi II e III, era “un qualcosa di atteso. Moratti ha fatto quello che non ha avuto il coraggio di fare Fontana, cioè di prendere atto che non c’era più fiducia”. Intanto il presidente lancia i suoi strali contro l’ex inquilina di Palazzo Marino: “I dubbi che avevo espresso sul posizionamento politico di Letizia Moratti erano fondati. È chiaro che guarda verso sinistra e non da oggi”. Tra i primi commenti di leader nazionali arriva quello di Carlo Calenda di Azione. “Moratti è stata coraggiosa nel rassegnare le dimissioni dal pessimo governo di Attilio Fontana. Ha svolto un ottimo lavoro nel corso della campagna vaccinale, che prima di allora era in un caos indegno per una grande Regione europea. Sono certo che in futuro potrà dare un contributo positivo nella politica regionale o nazionale”.

 

A chiedere le dimissioni dell’intera Giunta ci pensa il Movimento Cinque Stelle per il quale “la disastrosa esperienza di governo” in Lombardia “deve terminare”. “Attendiamo le dimissioni dello sfiduciato Fontana, alla guida di una giunta inoperosa e bloccata dalla fuga di assessori verso il Parlamento”.

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