il dibattito

Covid, giù le quarte dosi: nuove norme sull’isolamento e i medici

Con l’inizio dell’autunno si torna a parlare di contagi, ma i booster crollano. Polemiche per il reintegro dei medici non vaccinati con il caso Puglia

Covid, giù le quarte dosi: nuove norme sull’isolamento e i medici

Il Covid continua a far discutere: dopo la "tregua" estiva si torna a parlare di contagi, che presumibilmente potrebbero aumentare con l'avvicinarsi dell'inverno, l'abbassamento delle temperature e il maggior tempo trascorso al chiuso, che favoriscono la circolazione del virus. 

Intanto le attenzioni sono puntante da un lato al crollo delle quarte dosi di vaccinazioni, scese del 25% in soli 7 giorni, e dall'altro sulle nuove norme, che riguardano sia i medici non vaccinati e che possono tornare al lavoro, sia l'isolamento, con la proposta di scendere da 5 a 3 giorni.

 

Giù le quarte dosi: scendono di un quarto in una settimana

I dati del monitoraggio della Fondazione Gimbe non lasciano dubbi: in una settimana, dal 26 ottobre al 1° novembre, le quarte dosi di vaccino anti-Covid sono scese del 25,3%, un dato molto ampio. Si è passati da 37.031 a 27.680 al giorno. 

Al momento sono 6,8 milioni gli italiani di età superiore ai 5 anni che non hanno ricevuto neppure una dose di vaccino. 

Il tasso di copertura è ora al 22,5% per le quarte dosi, ma con molte differenze su base regionale. Ad esempio, in Piemonte c'è il record, con 34,2%, mentre la Sicilia è maglia nera con solo il 10,5%.

 

Il caso dei medici non vaccinati e della Regione Puglia

In questo contesto fa discutere il decreto del Governo Meloni che prevede il reintegro dei medici non vaccinati, fin dal 1° novembre (l'obbligo sarebbe scaduto il 21 dicembre). Il motivo della norma sarebbe dettato dal venir meno dell'emergenza e dalla contemporanea esigenza di avere più medici in corsia.

Ma la Regione Puglia ha già annunciato che non darà corso al decreto per via di una norma regionale, approvata nel 2021, che prevede il divieto di contatto dei medici non vaccinati con i pazienti. 

Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha annunciato che l'esecutivo impugnerà il provvedimento, ma secondo il Governatore pugliese, Michele Emiliano, ciò non è possibile perché è trascorso il lasso di tempo che avrebbe permesso di fermare la legge regionale e perché si tratta di materia (la sanità) di competenza regionale. 

 

Cosa ha detto il ministro Schillaci

Nel dibattito è intervenuto anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, chiarendo: "Quello che i medici andranno a fare (una volta reintegrati, NdR) saranno le singole direzioni sanitarie a deciderlo, valutando il posto migliore dove i medici reintegrati potranno andare a lavorare". 

Le parole del Ministro, rilasciate al Corriere della Sera, sarebbero quindi in linea con quanto già previsto dalla norma regionale della Puglia.

 

Cosa cambia per l'isolamento

Intanto si discute anche della possibilità di ridurre da 5 a 3 i giorni di isolamento post Covid. Ma gli esperti sono divisi: per l'infettivologo Matteo Bassetti, del San Martino di Genova, si dovrebbe "necessariamente cambiare approccio su questo virus, levare l'obbligo di isolamento è lo strumento per una maggiore normalizzazione della convivenza con il virus. Spero - ha detto - di essere ascoltato, peraltro è stato già fatto in altri Paesi". 

Diversa la posizione di Walter Ricciardi, docente di igiene all'Università Cattolica: "Il concetto fondamentale è che, per limitare la circolazione del virus ed evitare il rialzo di ondate pandemiche, è necessario che le persone infette e contagiose rimangano a casa fino a quando non rischiano più di infettare gli altri", come riferito all'Adnkronos. 

Un'altra opinione è quella di Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'Ospedale SAcco di Milano, che sempre ad Adnkronos Salute ha spiegato: "Dobbiamo assolutamente avviarci verso i 2-3 giorni di isolamento, non di più". 

"Se il virus continuerà a produrre questa patologia al pari di una influenza" per Gismondo si dovrà quindi rivedere l'attuale protocollo, tanto che l'esperta chiede in modo provocatorio: "Dovremmo allora prevedere un isolamento anche per chi contrae l'influenza". 

Contrario alla riduzione del periodo di quarantena, infine, l'epidemiologo Pierluigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento, che definisce tre giorni di isolamento "un po' pochini". 

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