Bilancio

I malumori di FI. Ma la manovra non piace neppure alle parti sociali

Bonomi (Confindustria): “E’ senza visione”. Anche Cisl ora chiede “Confronto per migliorare il testo”. Uil: “Contiene un po’ di tutto un po’ di niente”

I malumori di FI. Ma la manovra non piace neppure alle parti sociali

La manovra non fa impazzire nemmeno Forza Italia. A due giorni dall’approvazione del ddl Bilancio da parte del governo, se la destra mostra soddisfazione, tra i moderati dell’esecutivo qualche mal di pancia c’è. I malumori si registrano ai vertici di Forza Italia. E’ Berlusconi in persona a far sapere: “Nessuno ha visto il testo” e “non siamo stati consultati”. Ma non è solo questione di metodo. Le frizioni riguardano anche alcuni temi come l’innalzamento delle pensioni minime, che per Forza Italia andavano aumentate di più, e il reddito di cittadinanza, su cui gli azzurri non sono esattamente allineati con Fratelli d’Italia e Lega. La capogruppo al Senato, Licia Ronzulli, è diplomatica: “Lavoreremo per migliorare la manovra in Parlamento”. Ma qualcosa non sta funzionando nei rapporti con una parte dell’ala centrista. Tra Meloni e il cavaliere l’idillio proprio non scoppia.  

 

Tra le forze politiche di minoranza sappiamo che prevale un giudizio molto negativo. Il Pd scenderà in piazza il prossimo 17 dicembre contro la manovra varata dal governo Meloni che definisce “iniqua e improvvisata”. Il Movimento Cinque Stelle, per ora, non ha deciso se parteciperà alla protesta ma boccia il disegno di legge che ha avuto il via libera di Palazzo Chigi. Il leader pentastellato, Giuseppe Conte, parla di “massacro sociale” e si riferisce soprattutto alla cancellazione del reddito di cittadinanza a partire dal 2024Matteo Renzi di Italia Viva considera la manovra “tutta chiacchiere e distintivo”. Più morbido Carlo Calenda, che ritiene inutile scendere in piazza: “No a cortei senza proposte”. 

 

Ma il disegno di legge, che porta la firma di Giorgia Meloni e del ministro dell’’Economia, Giancarlo Giorgetti (Lega), non piace nemmeno alle parti sociali. Critiche molto forti arrivano da Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria. In un’intervista al quotidiano La Stampa, il capo degli industriali afferma che “I soldi per l’energia finiscono a marzo e la manovra è senza visione”. Inoltre, sul “cuneo fiscale non si fa un intervento decisivo. Il mini-taglio aggiuntivo vale 46 euro lordi in più al mese ai dipendenti con meno redditi. Poco più di nulla. Serviva un taglio energico. La politica non si è assunta la responsabilità di farlo e coprirlo, ma offre nuovi forfait alle partite Iva”.

 

Per Bonomi “I soldi ci sono. La spesa pubblica supera i mille miliardi, riallocare qualche miliardo necessario a un taglio contributivo significativo non è impossibile. Se si fosse voluto incidere, si sarebbero trovati i mezzi”. Viale dell’Astronomia lamenta il fatto che “una svolta per l’occupabilità richiede una visione organica che rimoduli tasse, contributi, welfare, scuola e formazione. Serve visione. Tutto cose che non leggo nella legge di bilancio. O almeno non ancora”, aggiunge.

 

Tra le confederazioni sindacali nazionali persino la Cisl, di primo acchito quasi soddisfatta delle Finanziaria, mette oggi le mani avanti: “Apprezziamo l’intervento sull’emergenza”, dice Luigi Sbarra, “ma occorre rafforzare l’impostazione espansiva a sostegno di salari e lavoro. Meloni apra un tavolo di confronto per verificare la possibilità di un miglioramento nel corso dell’iter parlamentare”. Tranchant Domenico Proietti, segretario Uil: “Una manovra che contiene un po’ di tutto e un po’ di niente e che non affronta i temi chiave per sostenere la crescita e la spirale inflativa”. Dalla Cgil, per il momento, nessun commento. 

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