alte tensioni

Mes e commissario alluvione acuiscono i malumori nella maggioranza

L’anomalia palesatesi in Parlamento, il Cdm saltato all’improvviso e il nome del commissario per la ricostruzione post-alluvione che ancora non c’è

Mes e commissario alluvione acuiscono i malumori nella maggioranza

Per la maggioranza, quello appena trascorso, è stato un giovedì nero. Prima l’anomalia palesatesi in Parlamento, dove la maggioranza ha lasciato la commissione e ha fatto passare un primo voto sul Mes grazie alle opposizioni. Poi, un Consiglio dei ministri (sul tavolo sarebbe dovuto esserci il cd Ddl Salvini sul nuovo Codice delle strada) rinviato, a sorpresa, per «sopraggiunti motivi personali» che non sono stati spiegati della presidente del Consiglio. 

Un giovedì quindi da dimenticare per la premier Meloni chiamata in causa dalle opposizioni anche per il caso Santanché, con la ministra del Turismo finita nel mirino della trasmissione tv Report con l’inchiesta “Open to fallimento” e per la quale si è detta pronta alle querele con il sostegno di tutto il partito.

 

Tensioni e malumori

Meloni, a detta di chi ha parlato con lei, sarebbe furiosa per la questione del Mes e il ripetersi di questi scivoloni in Parlamento, con numeri che mancano tra i partiti della maggioranza proprio al momento delle votazioni e chiedendo di contare i voti ogni volta. 

Ad acuire le tensioni anche il Consiglio dei ministri di ieri rimandato all’improvviso per problemi personali di Meloni, e con un Matteo Salvini furibondo, così dicono, perché doveva essere il giorno del via libera alla sua pluriannunciata riforma del Codice della strada. Inoltre si racconta che tra Meloni e Salvini ci siano malumori anche sulla nomina del commissario per la ricostruzione post-alluvione in Romagna che in molti davano in arrivo proprio con la riunione di governo di ieri in concomitanza con il primo via libera al disegno di legge quadro con le regole generali per gli interventi dopo le calamità.

 

Mes, la ratifica votata dalle opposizioni

Ma le tensioni e i malumori non sono solo sulla gestione post emergenza delle aree colpite dalle alluvioni di maggio ma anche su altri punti importanti, come il Mes. Sulla riforma, infatti, le posizioni all’interno della maggioranza sono molto distanti tanto che alla prova del voto, nessuno si presenta in commissione Esteri dove Pd, Iv-Azione e +Europa si votano da soli (con l’astensione di M5S e Avs), l’adozione del testo base che chiede la ratifica della riforma del meccanismo europeo di stabilità.

E se la Lega è per il no convinto al Mes, in FdI si temono falchi qualora il 30 giugno, come da calendario, si andrà in Aula per la discussione della ratifica. Proprio mentre la premier sarà impegnata con il Consiglio europeo - non a caso ieri pomeriggio la presidente Metsola era a Palazzo Chigi, proprio nell’orario in cui si sarebeb dovuto svolgere il Cdm.

 

Rassegnazione e "giusta" narrazione

Nel frattempo fonti europee fanno sapere che il dibattito sul Mes in Italia è guardato «con attenzione» mentre attendono il sì alla ratifica. La maggioranza di governo dunque sa perfettamente che questa è l’unica via maestra e che alla rassegnazione dovranno contrapporre la giusta “narrazione” per farlo accettare a tutti. E questo sarebbe l’unico motivo per  cui starebbero continuando a rinviare la decisione. Le soluzioni al vaglio sono varie, dalla replica dell’assenteismo in Aula all’ipotesi di un qualche emendamento che preveda che il Mes non sarà mai richiesto dall’Italia, o solo ponendo condizioni specifiche come una maggioranza qualificata per l’ok all’accesso.

 

Il commissario? Con competenze manageriali

Tensioni e malumori in seno alla maggioranza anche sulla scelta del commissario per la ricostruzione post-alluvione, la cui nomina dovrà essere d’intesa tra le Regioni e le Province autonome interessate. Un ruolo, quello del commissario, che dovrà essere a 360° gradi e che per questo dovrà avere competenze manageriali e agire anche in deroga al Codice degli appalti.

 

Nel frattempo l’esecutivo sta preparando anche il Ddl quadro in materia di ricostruzione post calamità che dovrebbe essere sul tavolo del CdM martedì prossimo. Secondo la bozza del Ddl, attraverso un Dpcm potrà essere essere nominata una cabina di coordinamento presieduta dal commissario straordinario del governo alla ricostruzione e composta dal capo del Dipartimento Casa Italia della presidenza del Consiglio, dal capo del Dipartimento della Protezione civile, dai presidenti delle Regioni e delle Province autonome interessate, dal sindaco metropolitano ove presente, da un rappresentante delle Province interessate designato dall’Upi, da un rappresentante dei Comuni interessati designato dall’Anci. Dopo il Ddl arriverà il decreto legge che riguarderà in particolare i provvedimenti per la gestione del dopo alluvione in Emilia Romagna e che determinerà il perimetro in  cui potrà operare il futuro commissario.

 

In merito alla rosa dei nomi, è sicuro che non ne faccia parte il governatore Bonaccini, che comunque da una staccata al governo ricordando che Vasco Errani, dopo il terremoto del 2012, nominò il commissario dopo pochi giorni.

Tra i nomi papabili ci sono invece quello del Nicola dell’Acqua, attuale commissario per l’emergenza idrica, e Giuseppe Vadalà, generale di brigata della Forestale. 

 

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