nella Biblioteca del Presidente di Montecitorio

Mes e Giurì d’onore, tocca a Meloni: “Conte ha tradito il Parlamento”

L’ex presidente del Consiglio ha chiesto al giudice interno della Camera di verificare la veridicità delle accuse mosse dalla premier sul Fondo salva-Stati

 Mes e Giurì d’onore, tocca a Meloni: “Conte ha tradito il Parlamento”

Oggi sarà la volta di Giorgia Meloni di presentarsi davanti al Giurì d’onore, l’organo giudiziario interno alla Camera, per rispondere delle accuse che ha rivolto all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte in merito al Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità. Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha sostenuto che il governo Conte abbia autorizzato il trattato di revisione del Mes in modo clandestino e in violazione della Costituzione, approfittando della crisi politica che ha portato alle dimissioni dello stesso Conte e alla formazione del governo Draghi.

 

Le accuse e la replica

Le accuse di Meloni sono state formulate lo scorso 13 dicembre, in occasione di una discussione in Aula sulla relazione semestrale del governo sull’attuazione del programma di stabilità. La premier ha esibito un fax, inviato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio all’ambasciatore italiano presso l’Unione Europea Maurizio Massari, in cui si dava il via libera alla firma del trattato di revisione del Mes, che prevede una maggiore integrazione tra i paesi membri e una maggiore flessibilità nell’accesso ai prestiti. Meloni ha affermato che il fax era datato 27 gennaio 2021, il giorno dopo le dimissioni di Conte, quando il governo era in carica solo per gli affari correnti e non poteva assumere impegni internazionali. Meloni ha quindi accusato Conte di aver agito “alla chetichella” e di aver lasciato “questo pacco” al governo successivo, senza informare il Parlamento e senza rispettare la volontà popolare espressa nel referendum del 2016, che aveva respinto la riforma costituzionale che avrebbe consentito al governo di ratificare il Mes senza il parere delle Camere.

Conte ha respinto le accuse di Meloni, definendole “false e menzognere”, e ha chiesto al presidente della Camera Fontana di nominare una commissione del Giurì d’onore per accertare la fondatezza delle stesse. Conte ha sostenuto di aver agito in modo trasparente e puntuale, informando il Parlamento di ogni passaggio relativo al Mes e al processo di rafforzamento dell’unione bancaria e monetaria. Conte ha anche precisato che il fax inviato da Di Maio non era una autorizzazione alla firma del trattato, ma una semplice comunicazione di non opposizione, in attesa della ratifica parlamentare, che sarebbe stata necessaria per rendere efficace il trattato. Conte ha quindi chiesto al Giurì d’onore di fare giustizia e di tutelare la sua onorabilità e quella del suo governo.

 

L’audizione di Conte e quella di Meloni

Conte si è presentato davanti al Giurì d’onore ieri, portando con sé centinaia di pagine di documenti per dimostrare la sua versione dei fatti. L’audizione è durata circa un’ora e mezza, ed è avvenuta nella Biblioteca del Presidente di Montecitorio, alla presenza della commissione d’indagine presieduta dal deputato di Forza Italia Giorgio Mulé. Conte ha ripercorso l’iter parlamentare del dossier sul Mes, ricordando che da presidente del Consiglio è intervenuto 14 volte in Aula, tra comunicazioni e informative urgenti, sul tema del Mes e dell’unione bancaria e monetaria.

Conte ha anche evidenziato che il numero di interventi sale tra 30 e 40 se si considerano anche le audizioni in commissione e in Aula fatte dai ministri competenti, prima Giovanni Tria e poi Roberto Gualtieri. Conte ha infine sottolineato che Meloni era presente in Aula in molte di queste occasioni, e che quindi non poteva ignorare la posizione del governo sul Mes.

Oggi sarà il turno di Meloni di difendersi dalle accuse di Conte e di ribadire la sua tesi. Meloni si presenterà davanti al Giurì d’onore alle ore 10, e sarà ascoltata dalla stessa commissione che ha sentito Conte. Meloni ha già anticipato che porterà con sé il fax incriminato e altri documenti che, a suo avviso, provano che il governo Conte ha tradito il Parlamento e il popolo italiano, dando il via libera al Mes in modo occulto e illegittimo. Meloni ha anche affermato che il Mes è un pericolo per la sovranità nazionale e per i risparmi degli italiani, e che il suo partito si opporrà sempre a questo strumento, che considera una trappola per l’Italia.

 

Che cos’è e come funziona il Giurì d’onore

Il Giurì d’onore è un istituto previsto dall’articolo 58 del Regolamento della Camera, che consente a un deputato di chiedere al presidente della Camera di nominare una commissione che giudichi la fondatezza di una accusa che ledi la sua onorabilità. La commissione è composta da componenti dell’Ufficio di presidenza che non appartengono al gruppo parlamentare dell’accusato o dell’accusatore. La commissione può ascoltare i testimoni e acquisire i documenti che ritiene utili, e deve presentare le sue conclusioni alla Camera, che ne prende atto senza dibattito né votazione. Il Giurì d’onore non ha poteri sanzionatori, ma solo di accertamento dei fatti. L’esito del giudizio del Giurì d’onore non ha effetti giuridici, ma solo politici e morali.

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