Le dimissioni di sua santità

Papa Francesco pronto all’addio. La confessione e i precedenti

Il dietro le quinte dell’annuncio del Papa, arrivate all’indomani del suo 86esimo compleanno. Il Pontefice apre al dicastero per le donne entro due anni

Papa Francesco pronto all’addio. La confessione e i precedenti

L’annuncio shock ha sorpreso molti fedeli: "Ho già firmato le mie dimissioni”. A farlo sapere, in una domenica di fine dicembre, è stato Papa Bergoglio, all’indomani del suo 86esimo compleanno, e nel giro di poche ore le sue parole hanno fatto il giro del mondo.

Ma a distanza di oltre 24 ore se ne parla ancora, perché quello che ha dichiarato Papa Francesco va anche oltre la lettera di dimissioni che ha fatto sapere di avere firmato all’allora Segretario di Stato, Tarcisio Bertone.

Per il Santo Padre i tempi sono quasi maturi per il dicastero alle donne, che arriverà entro due anni.

 

Perché Papa Francesco è pronto a lasciare il soglio pontificio

“Le firmai e gli dissi: 'In caso di impedimento per motivi medici o che so, ecco le mie dimissioni. Ce le avete già'. Non so a chi le abbia date il cardinal Bertone, ma gliele ho date io quando era segretario di Stato". Queste parole, contenute in una intervista al quotidiano spagnolo Abc, continuano a far discutere.

Nell'intervista, di cui è stata diffusa la versione integrale, il Papa risponde a uno degli interrogativi che sono rimbalzati negli ultimi tempi, soprattutto pensando alle condizioni di salute dello stesso Pontefice, così come di quelle dell’altro Papa Emerito, Benedetto XVI.

 

I precedenti delle dimissioni di un Papa

In realtà la scelta di Papa Francesco ha dei precedenti, in particolare con Paolo VI, che lasciò per iscritto le sue volontà di lasciare il suo posto e il ruolo, in caso di permanente impedimento. E proprio a loro si è rifatto Bergoglio: "Esatto, e io penso anche Pio XII".

 

Perché Papa Francesco pensa di lasciare il soglio pontificio?

Bergoglio ha ammesso di non aver mai parlato prima delle sue volontà, spiegandone poi i motivi lui stesso: "Ecco perché lo dico. Ora qualcuno andrà a chiederla a Bertone: 'Dammi il pezzo di carta!' (ride). Probabilmente lo consegnò al cardinale Pietro Parolin, nuovo segretario di Stato. Io l'ho dato a Bertone in quanto segretario di Stato", ha spiegato il Pontefice.

 

Il futuro della Chiesa, aperta alle donne

Ma il pensiero di Papa Francesco si spinge anche in altre direzioni, come l’apertura della Chiesa alle donne: “Ma ci sarà. Ne ho in mente una per un dicastero che si renderà vacante tra due anni. Non c'è nessun ostacolo a che una donna guidi un dicastero dove un laico possa essere prefetto".

La questione, però, dipende da alcuni fattori, come spiegato ancora dal Pontefice: "Se si tratta di un dicastero di natura sacramentale, deve essere presieduto da un sacerdote o da un vescovo - spiega il Pontefice -. Anche se si discute se l'autorità provenga dalla missione, come sostiene il cardinale Ouellet, o dal sacramento, come sostiene la scuola di Rouco Varela. È una bella discussione tra cardinali, una questione che i teologi continuano a discutere".

 

I temi scottanti: dagli abusi alla guerra

Certo, nel frattempo rimangono aperte alcune questioni “scottanti”: la prima riguarda gli abusi da parte di prelati o rappresentanti della Chiesa nei confronti soprattutto di minori. Un tema che sta a cuore al Santo Padre: "È molto doloroso, molto doloroso. Si tratta di persone che sono state distrutte da chi avrebbe dovuto aiutarle a maturare e a crescere. Questo è molto duro".

Poi Papa Francesco ha aggiunto: "Anche se si trattasse di un solo caso, è mostruoso che la persona che dovrebbe condurti a Dio ti distrugga lungo la strada. E su questo non è possibile alcun negoziato".

Quanto alla guerra in Ucraina, per la cui fine il santo Padre invoca da mesi una tregua e una pace, Bergoglio è tornato a parlarne anche in occasione della lunga intervista a ABC. "Non vedo una fine a breve termine perché si tratta di una guerra mondiale. Non dimentichiamolo. Ci sono già diverse mani coinvolte nella guerra. È globale. Credo che una guerra venga combattuta quando un impero inizia a indebolirsi, e quando ci sono armi da usare, da vendere e da testare. Mi sembra che ci siano in mezzo molti interessi", ha spiegato Papa Francesco.

L’impegno, comunque, non finisce: "Faccio quello che posso. Non ascoltano. Ciò che sta accadendo in Ucraina è terrificante. C'è un'enorme crudeltà. È una cosa molto seria. Ed è questo che denuncio continuamente", osserva. E sui suoi tentativi di svolgere un ruolo di mediatore, anche se c'è chi, da entrambe le parti, critica le sue parole, Francesco risponde: "Qua ricevo tutti. Ora Volodymir Zelensky mi ha mandato per la terza volta uno dei suoi consiglieri religiosi. Sono in contatto, ricevo, aiuto...".

 

Il ruolo della Chiesa al fianco dei deboli

"La Santa Sede cerca sempre di salvare i popoli. La sua arma è il dialogo e la diplomazia. La Santa Sede non se ne va mai da sola. Viene espulsa. Cerca sempre di salvare le relazioni diplomatiche e di salvare ciò che può essere salvato con pazienza e dialogo". Così Papa Francesco ha risposto, invece, a una domanda sulle voci secondo le quali in America Centrale si chiede una maggiore incisività del Vaticano, soprattutto contro i regimi totalitari come quello di Ortega in Nicaragua o di Maduro in Venezuela.

 

 

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