Nella martoriata siria

Terremoto, organizzazioni umanitarie ad Ankara: “Aprite la frontiera”

La catastrofe umanitaria nelle città siriane e di Aleppo, dopo 12 anni di guerra e di bombardamenti, il sisma ha cancellato, raso al suolo, i campi profughi

Terremoto, organizzazioni umanitarie ad Ankara: “Aprite la frontiera”

In una Siria già martoriata da dodici anni di guerra, si è abbattuto uno dei più violenti e devastanti sismi della storia. In una manciata di minuti, la scorsa mattina, sono stati rasi al suolo i campi di profughi siriani.

"Non ho mai provato tanto terrore, nemmeno durante i bombardamenti di Assad", dicono le tante testimonianze raccolte dai media, che sono stati in grado di raggiungere le zone nord-occidentali siriane, non controllate da Damasco e da anni sotto i bombardamenti delle forze del governo, sostenuto dalla Russia e dall'Iran. 

Nelle aree siriane più devastate dal sisma vivono più di quattro milioni di siriani che hanno da anni urgenti bisogni umanitari. Di questi, circa tre milioni sono sfollati provenienti da altre zone afflitte dalla guerra.

 

La città di Aleppo

Il terremoto ha colpito anche la città di Aleppo, la metropoli siriana bombardata interrottamente dal 2016, nei suoi quartieri ribelli, dall'aviazione russa e di Damasco. Anche qui sono tanti gli edifici crollati, circa 50, e come in altre zone della Siria e della Turchia, si scava ancora tra le macerie. “Una nuova bomba tremenda, letale e sconosciuta, che cade su di noi dopo 12 anni di guerra”, ha detto da lì il il vescovo caldeo, il gesuita Antoine Audo, descrivendo il terribile terremoto.

 

Organizzazioni umanitarie ad Ankara: “Aprite la frontiera”

Nelle zone vicine al confine turco colpite dal violento sisma, le organizzazioni umanitarie locali chiedono a gran voce l'intervento della comunità internazionale ma in particolare chiedono al governo di Ankara di aprire la frontiera per permettere almeno l'evacuazione dei feriti più gravi. Nelle zone settentrionali siriane va freddissimo e nevica, altrove ci sono temporali. Mancano elettricità e combustibili già carenti o assenti a causa della guerra e della crisi economica senza precedenti. Ma si continua a scavare.

 

Unesco: "particolarmente preoccupata" per Aleppo

L'Unesco si è detta "particolarmente preoccupata" per la situazione nella città siriana di Aleppo dopo il terremoto di ieri. A dirlo l'addetto stampa dell'organizzazione Onu, Tom Mallar su Ria Novosti. 

"L'Unesco ha effettuato con i suoi partner una prima valutazione dei danni al patrimonio. In Siria, siamo particolarmente preoccupati per la condizione dell'antica città di Aleppo, che è nella lista del Patrimonio mondiale in pericolo", ha riferito Mallar, "si osservano danni significativi nella cittadella". 

La storica fortezza di Gaziantep in Turchia e la cittadella di Aleppo in Siria, entrambe patrimonio mondiale dell'Unesco, sono state colpite ieri mattina dal devastante terremoto che al momento ha provocato tra i due Paesi quasi 5mila morti e ingentissimi danni.    

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