Per non dimenticare

Il Giorno del Ricordo, le commemorazioni delle vittime delle Foibe

Oggi 10 febbraio si celebra in tutta Italia il ricordo delle oltre 10.000 persone “infoibate” colpevoli di opporsi al regime comunista del Maresciallo Tito

Il Giorno del Ricordo, le commemorazioni delle vittime delle Foibe

Oggi 10 febbraio 2023, si celebra in tutta Italia la Giornata del Ricordo “in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano - dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati”, proclamata dal Governo italiano (legge n. 92/2004). 

Tante le iniziative istituzionali. Palazzo Chigi, per l'occasione, è stato illuminato con la scritta "Io Ricordo". Il presidente del Consiglio Meloni ha voluto firmare un Dpcm per la costituzione del Comitato di coordinamento per le celebrazioni del Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo istriano, fiumano e dalmata. Le celebrazioni al Quirinale con il presidente delal Repubblica Sergio Mattarella. Il presidente del Senato, La Russa alla Foiba monumento nazionale di Basovizza ha reso omaggio ai parenti di Norma Cossetto.

 

Giornata del Ricordo delle vittime delle foibe

Le foibe sono quelle voragini rocciose naturali che si trovano sul’altopiano del Carso, e che alla fine della seconda guerra mondiale furono utilizzate per “infoibare” (spingere nella foiba) migliaia di istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo portato avanti dal Maresciallo Tito.

Ad oggi sono state registrate più di 1700 foibe ma tantissime altre non è stato possibile esaminarle sebbene si sappia con certezza che siano state utilizzate. Le ultime stime parlano di più di 10.000 persone uccise, gettate nelle fosse spesso ancora vive. 

 

Giorno del Ricordo, le parole di Mattarella

"La complessità delle vicende che si svolsero, in quei terribili anni, in quei territori di confine, la politica brutalmente antislava perseguita dal regime fascista, sono eventi storici che nessuno oggi può mettere in discussione. Va altresì detto, con fermezza, che è singolare, è incomprensibile, che questi aspetti innegabili possano mettere in ombra le dure sofferenze patite da tanti italiani. O, ancor peggio, essere invocati per sminuire, negare o addirittura giustificare i crimini da loro subiti. Per molte vittime, giustiziate, infoibate o morte di stenti nei campi di prigionia comunisti, l'unica colpa fu semplicemente quella di essere italiani". Ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la celebrazione del "Giorno del Ricordo" al Quirinale.

 

"La presenza di segnali ambigui e regressivi, con rischi di ripresa di conflitti, ammantati di pretesti etnici o religiosi, richiede di rendere veloce con decisione e coraggio il cammino dell'integrazione europea dei Balcani occidentali", ha affermato il presidente Mattarella, alludendo alle recenti tensioni tra Serbia e Kosovo. "Italia, Slovenia e Croazia, grazie agli sforzi congiunti e al processo di integrazione europea - ha aggiunto il presidente- hanno fatto, insieme, passi di grande valore. Lo testimoniano Gorizia e Nova Gorica designate insieme unica capitale europea della cultura del 2025".

 

"Ribadendo la condanna per inammissibili tentativi di negazionismo e di giustificazionismo, segnalo che il rischio più grave di fronte alle tragedie dell'umanità non è il confronto di idee, anche tra quelle estreme, ma l'indifferenza che genera rimozione e oblio", ha detto Mattarella.

 

"Siamo oggi qui, al Quirinale, per rendere onore a quelle vittime e, con loro, a tutte le vittime  innocenti dei conflitti etnici e ideologici. Per restituire dignità e rispetto alle sofferenze di tanti nostri concittadini. Sofferenze  acuite dall'indifferenza avvertita da molti dei trecentocinquantamila italiani dell'esodo, in fuga dalle loro case, che non sempre trovarono solidarietà e adeguato rispetto nella loro madrepatria".

 

"Furono sovente ignorati, guardati con sospetto, posti in campi poco  dignitosi. Tra la soggezione alla dittatura comunista e il destino,  amaro, dell'esilio, della perdita della casa, delle proprie radici,  delle attività economiche, questi italiani -ha sottolineato il Capo  dello Stato- compirono la scelta giusta. La scelta della libertà. Ma nelle difficoltà dell'immediato dopoguerra e nel clima  della guerra fredda e dello scontro ideologico, che in Italia  contrapponeva fautori dell'Occidente e sostenitori dello  stalinismo, non furono compresi  e incontrarono ostacoli ingiustificabili". 

 

Giono del Ricordo, Meloni

“Oggi l’Italia celebra il Giorno del Ricordo e rende il suo tributo ai martiri delle foibe e agli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia costretti ad abbandonare le loro case e le loro terre per il solo fatto di essere italiani. Centinaia di migliaia di nostri connazionali obbligati a fuggire e che la Nazione, in diverse occasioni, non seppe accogliere come sarebbe stato giusto fare". Così in una nota di Palazzo Chigi il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

 

"La memoria delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è stata per troppi anni vittima di una vera e propria congiura del silenzio. La Repubblica ha ricucito questa pagina dolorosa della storia nazionale con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, che istituisce la solennità civile che celebriamo oggi e che impegna le Istituzioni a promuovere la conoscenza di quei fatti, a valorizzare il contributo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia allo sviluppo sociale e culturale dei territori dell'Adriatico orientale e a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti sul territorio nazionale e all'estero". 

 

"È la ragione per la quale ho voluto istituire a Palazzo Chigi uno specifico Comitato di coordinamento delle celebrazioni legate a questa giornata, allo scopo di garantire una più efficace programmazione delle iniziative e delle cerimonie proposte e organizzate dalle Amministrazioni in occasione del 10 febbraio. Il ringraziamento del Governo va agli esuli e ai loro discendenti per l'insostituibile opera di testimonianza e a tutte le Associazioni, le Fondazioni, le Società e i Comitati che portano avanti la memoria di quei fatti e lavorano instancabilmente allo ricerca, alla documentazione e alla divulgazione". 

 

"I nostri connazionali di Istria, Fiume e Dalmazia sono “italiani due volte” e custodiscono nel loro cuore la nostra Bandiera. Quel Tricolore che molti di loro portarono con sé fuggendo dalle loro terre e che questa sera illuminerà, con i suoi meravigliosi colori, la sede del Governo. L'Italia non dimentica”, conclude.

 

La Russa e l'omaggio ai parenti di Norma Cossetto

Il presidente del Senato Ignazio La Russa, si è recato ieri, alla Foiba monumento nazionale di Basovizza. La Russa ha salutato anche i parenti di Norma Cossetto, la studentessa universitaria istriana, torturata, violentata e gettata in una foiba dai partigiani di Josip Broz Tito, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943. "Ci siamo già visti, che bello che siate venuti. E' un ricordo che abbiamo sempre nel nostro cuore, ma veramente, non sono parole". "Non potevamo mancare - hanno risposto i parenti - Ci crediamo".

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