Il 378esimo giorno di guerra

Economia di guerra, scorte e difesa: il piano Ue di Breton e Borrell

La festa della donna celebrata nelle zone di guerra in Ucraina, anche Putin fa gli auguri alle donne militari. In arrivo il piano europeo a 3 pilastri

Economia di guerra, scorte e difesa: il piano Ue di Breton e Borrell

Il conflitto in Ucraina arriva al suo 378esimo giorno. Ma oggi è l'8 marzo e in tutto il mondo si celebra la giornata internazionale della donna e anche nelle zone di guerra questo giorno viene ricordato. Le Forze armate ucraine non hanno mancato di esprimere la loro gratitudine al fondamentale aiuto da parte del personale femminile di tutti i paesi partner, in particolare ai partecipanti alle operazioni educative, formative, logistiche e umanitarie bilaterali e multinazionali, per le loro incredibili lavoro e l'importante ruolo che svolgono nel fornire assistenza e sostegno all'Ucraina. Ma anche il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha inviato i suoi auguri alle donne in occasione dell'8 marzo, che in Russia è giorno festivo. “E' una giornata sempre piena di calore e significato speciali", ha detto Putin in un videomessaggio, ”perché il rispetto della donna e della maternità sono per un noi un valore assoluto, tramandato di generazione in generazione". Putin si è rivolto in particolare alle "donne militari, che hanno scelto per se stesse la missione più alta: la difesa della patria". "Il vostro coraggio e la vostra determinazione stupiscono anche i combattenti più esperti", ha sottolineato Putin, "nei momenti difficili, la sensibilità e la reattività del cuore femminile si trasformano sempre in una forza potente che indica la linea di condotta più corretta, giusta e necessaria. E' così che sta accadendo ora".

 

Intanto al fronte infuria la battaglia di Bakhmut. L’Ucraina non cede e resiste ai duri attacchi russi perché non intende lasciare la “strada aperta" ai nemici per conquistare città chiave nel paese orientale. Questo il pensiero del presidente ucraino Zelensky in un'intervista alla CNN, in cui difende la sua decisione di mantenere le forze ucraine nella città assediata. "Per noi è una questione tattica", ha detto Zelensky che ha poi aggiunto "Dopo Bakhmut potrebbero andare a Kramatorsk, a Sloviansk, sarebbe una strada aperta in direzione di Donetsk".

"La Russia ha bisogno almeno di una vittoria - una piccola vittoria - anche rovinando tutto a Bakhmut, uccidendo ogni civile: se riuscisse a mettere la propria bandierina in cima a Bakhmut, aiuterebbe a mobilitare la società per creare l'idea di essere un esercito così potente". Ma anche se ci fosse una vittoria russa sarebbe comunque ad un costo altissimo in termini di morti e feriti. Secondo un briefing con funzionari occidentali, citato dal quotidiano britannico Guardian, infatti, le truppe russe, nel tentativo finora vano di conquistare Bakhmut, avrebbero perso 20-30mila uomini, probabilmente detenuti arruolati dalla compagnia di mercenari Wagner. 

 

E mentre il video di un soldato ucraino disarmato, prigioniero di guerra dei russi, giustiziato dopo aver gridato “Gloria all'Ucraina”, che ha fatto il giro del mondo e "sembra essere autentico" e Kiev dice di non c'etrare nulla sulla questione del sabatoggio ai danni dei gasdotti Nord Stream, arriva nella capitale ucraina il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky per discutere la continuazione dell'iniziativa sul grano e di altri temi e a Stoccolma va in scena la riunione informale dei ministri della Difesa.

 

"Siamo a un momento decisivo per il nostro sostegno all'Ucraina. E' assolutamente doveroso spostarci verso una sorta di economia di guerra in termini di industria della difesa e della fornitura di armi. Dobbiamo fare tutto il necessario per equipaggiare l'Ucraina, in particolare con le munizioni". Ha dichiarato il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton. "In questa prospettiva presenteremo con l'Alto rappresentante Borrell un piano con tre pilastri: primo, vogliamo assicurarci di mobilitare tutto quello che possiamo dalle scorte esistenti; secondo, ci vogliamo assicurare di aumentare drasticamente la nostra capacità di produrre in Europa, specialmente per potenziare la nostra industria della difesa; terzo, vogliamo mettere anche dei fondi dal bilancio Ue per velocizzare questo potenziamento dell'industria della difesa", ha spiegato.

 

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il Fondo europeo per la pace.  L'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo alla riunione informale di ministri della Difesa Ue a Stoccolma ha dichiarato che l'Epf "è pronto a mobilitare tutte le sue risorse. Per il primo pilastro del piano, per trasferire all'Ucraina munizioni già pronte, siamo pronti a finanziare con un miliardo di euro. Per il secondo pilastro siamo pronti a destinare una cifra significativa. L'Epf paga il 60%, il restante 40% è a carico degli Stati membri".

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