La lotta al virus

In Ue è allarme, ma meglio prevenire che curare. La pandemia docet

L’Italia incalza i 27 sull’obbligo di tampone alle frontiere. I rischi sanitari e per l’economia di Omicron. L’Eurostat conferma: l’inflazione cresce

In Ue è allarme, ma meglio prevenire che curare. La pandemia docet

Il vertice Ue dei capi di Stato e di governo, l’ultimo di questo 2021, è andato “bene”. Parola di Mario Draghi, che all’uscita stamane dell’albergo di Bruxelles, dove ha pernottato dopo la riunione fiume del Consiglio europeo, ha rassicurato i cronisti che gli chiedevano come fosse andato il summit. 

 

Una giornata intensa quella di ieri per il premier italiano. Il quale non ha incassato solo l’elogio dell’Economist. Il settimanale inglese ha incoronato l’Italia Paese dell’anno grazie proprio a Draghi, giudicato “competente e rispettato internazionalmente”. Il presidente del Consiglio ha anche ricevuto il via libera dai 27 alla linea italiana improntata a una “maggiore cautela” contro l’avanzata delle varianti del Coronavirus. I timori ora sono concentrati soprattutto sulla Omicron. Dunque, il mantenimento dell’obbligo del tampone per chi arriva dall’estero è stato condiviso dai partners europei.

C’è preoccupazione a Palazzo Europa. Il quadro è senza dubbio in peggioramento ovunque, e gli Stati sono consapevoli che lì dove non si riuscisse a contenere la ‘quarta ondata’ aumenterebbe il rischio di ampliare le aree a chiusura generalizzata. Un pericolo che l’Italia non vuole correre, cosciente che l’efficacia di misure nazionali in un contesto di frontiere aperte può vanificarsi molto velocemente.  Da qui la necessità di una condivisone più ampia possibile di decisioni comuni che orienterebbero, peraltro, le diverse opinioni pubbliche su una direzione univoca. 

 

In questi giorni si attendono i dati aggiornati dalla Gran Bretagna, il Paese del Vecchio Continente che in questo momento viaggia sugli 80 mila contagi giornalieri. Un’enormità. Il virus spaventa, sul piano sanitario come su quello economico. Su questo secondo fronte un nuova battuta di arresto della crescita porterebbe con sé conseguenze poco prevedibili. Oggi Eurostat, l’Istituto di Statistica europea, conferma che l’inflazione continua a mordere sia in Ue che nei Paesi dell’eurozona. A novembre nell’ area euro si è attestata al 4,9%, in aumento dal 4,1% di ottobre. Nella Ue a 27, sempre a novembre di quest’anno, ha raggiunto il 5,2%, anche in questo caso in rialzo rispetto al 4,4% del mese precedente. 

 

Ieri il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di mantenere fermi i tassi di interesse almeno per il 2022 considerando “molto improbabile” l’ipotesi di alzarli. Francoforte non ha intenzione di aumentare il costo del denaro al fine di continuare a favorire investimenti e crescita. E sembra non temere il balzo inflazionistico in corso. Continuerà anche ad acquistare titoli di Stato e privati. Ma da marzo, quando terminerà il Pepp, il programma straordinario adottato per la crisi, seguiterà a comperare asset tramite App, il programma tradizionale, con un rialzo in una prima fase del tetto standard di spesa. Questo significa che le politiche monetarie di sostegno agli Stati non si fermeranno. Ma nessuno dei 19 dell’Eurozona -  quelli su cui la Bce esercita il controllo sulla stabilità dei prezzi – può pensare di contare solo sui rubinetti aperti dell’Eurotower.

 

È grazie alle politiche espansive e alle massicce iniezioni di liquidità della Banca centrale europea che i Paesi dell’unione monetaria hanno evitato il tracollo potendo indennizzare le categorie più colpite durante il lockdown e pagare gli ammortizzatori sociali. Ma ognuno deve fare la sua parte. È chiaro che a fronte di uno scenario che potrebbe farsi di giorno in giorno più complicato, l’aumento delle restrizioni appare veramente un percorso obbligato in Ue, l’unico denominatore comune per assicurare la maggiore protezione possibile. Limitare i viaggi e fare i tamponi a chi supera i confini è anche un modo per mantenere il vantaggio conquistato sul virus. Draghi ne è convinto. Meglio prevenire che curare, la pandemia docet.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA