L’immigrazione clandestina

Dopo il naufragio di Cutro è allarme per l’arrivo di 900mila migranti

Le 78 vittime del naufragio non sono dimenticabili come una brutta conferenza stampa e lo scenario che si prefigura in Italia è assai preoccupante

Dopo il naufragio di Cutro è allarme per l’arrivo di 900mila migranti

Sale ancora il bilancio delle vittime del naufragio di migranti avvenuto lo scorso 26 febbraio davanti alle coste di Steccato di Cutro in provincia di Crotone. A distanza di settimane, il mare continua a restituire altri corpi senza vita, solo ieri altri tre, e uno era di una bambina tra i quattro e i sei anni, avvistato alle prime luci del mattino. Finora sono 78 le vittime.

E mentre migliaia di persone con una croce fatta con i legni del relitto, fiori piantati sul bagnasciuga e una preghiera islamica, hanno partecipato commosse al corteo in memoria delle vittime della strage che si è concluso appunto sulla spiaggia di Steccato ad un centinaio di metri da dove è avvenuto il naufragio. Le polemiche sulla premier non accennano a diminuire. 

 

Lei che ha voluto fortemente un Cdm a Cutro per dimostrare la solidarietà del suo governo in questa tragedia ma che di fatto si è trasformato più in una passerella politica che un sentito omaggio alle vittime, che d’altronde neanche c’è stato. Una premier che stavolta non è stata all’altezza del compito. Troppe incertezze, impreparazione e scatti di rabbia nei confronti dei giornalisti che ovviamente erano lì a fare il loro lavoro , e cioè fare domande. E che dire poi della mediocre comunicazione dal peluche mancato alla cattiva scelta delle luci - o meglio ombre - della conferenza stampa che hanno reso l’ambiente lugubre e occulto e come dimenticare quella frase pronunciata da Meloni e diventata immediatamente un cult nei meme social: andremo a prendere gli scafisti «in tutto il globo terracqueo».

 

La strage di Cutro però non è dimenticabile come una brutta conferenza stampa e lo scenario che si prefigura, secondo fonti di Governo, è anche assai preoccupante. Complice il meteo e la grande crisi economica che si sta abbattendo in Tunisia, ci si aspetta una ondata di 900mila migranti provenienti in pochi mesi dal paese maghrebino che sta diventando uno dei paesi caldi per le partenze dei migranti. Allarme anche dagli analisti e dagli apparati di sicurezza italiani. 

Ecco perché il pressing di Giorgia Meloni sull'Unione europea affinché affronti la questione migratoria con urgenza, diventa uno degli asset più importanti da portare avanti. Se non dovessero arrivare a breve, infatti, i finanziamenti promessi da Fmi e dalla Ue, la situazione sarebbe destinata ad esplodere, a scapito del soccorso e dell’accoglienza.

Per questi motivi è "ancora più improcrastinabile l'attuazione di quanto deciso al Consiglio europeo di febbraio" e vanno utilizzate "tutte le politiche e gli strumenti necessari da parte dell'Ue", come ha sottolineato Palazzo Chigi esprimendo "sentito apprezzamento" per le parole del presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, nella lettera alla premier dopo la tragedia di Cutro. 

 

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