Inizia l’era Draghi

Al via il governo Draghi dopo la fiducia al Senato e alla Camera

Dopo il voto al Senato il governo Draghi ha ottenuto la fiducia alla Camera con 535 sì, 56 no e 5 astenuti. La frattura nel M5s si fa sempre più ampia

Al via il governo Draghi dopo la fiducia al Senato e alla Camera

Con il doppio passaggio al Senato e alla Camera il governo Draghi ottiene la fiducia e inizia un duro percorso che dovrebbe portare l’Italia sulla strada della ripresa post Covid.

 

L’esecutivo Draghi ha conquistato un’ampia maggioranza alla Camera dei deputati dove la fiducia è passata con 535 voti a favore, 56 contrari e 5 astenuti, senza però battere il record segnato dal governo Monti.

 

Una maggioranza di tutto rispetto quella ottenuta dal governo Draghi, sfoltita da una trentina di dissidenti temerari pentastellati, a conferma della crisi scoppiata all’interno del Movimento 5 stelle che potrebbe portare a breve ad una scissione.

 

Governo Draghi incassa la fiducia alla Camera con 535 sì, 56 no e 5 astenuti

Dopo aver ottenuto la fiducia al Senato mercoledì 17 febbraio 2021, arriva anche il sostegno della Camera dei deputati al nuovo esecutivo guidato dall’ex governatore della Bce.

 

Nel suo intervento a Montecitorio il presidente del Consiglio ha voluto integrare il discorso al Senato parlando di lotta alla corruzione e alle mafie, garantendo un processo "giusto e di durata ragionevole" nel rispetto della Costituzione perché senza legalità e sicurezza non c'è futuro.

 

Ieri, giovedì 18 febbraio il governo Draghi ha ottenuto la fiducia a Montecitorio grazie al voto favorevole di 535 deputati, 56 i no e 5 gli astenuti. Un risultato importante che però non riesce a battere il record del 2011 del governo Monti, quando si arrivò a 556 sì.

 

Tra i 56 voti contrari ben 16 sono del M5stelle, segno che la frattura all’interno del Movimento si fa sempre più profonda, dopo i 15 senatori M5s espulsi ieri per aver votato no alla fiducia a Draghi.

 

La crisi del Movimento 5 stelle: 32 i deputati dissidenti, 15 i senatori

Se a Palazzo Madama i no al governo Draghi da parte dei senatori grillini erano stati 15, a Montecitorio i numeri lievitano a 32: 16 i voti contrari, 4 gli astenuti e 12 gli assenti.

 

Che fine faranno i pentastellati dissidenti? Alcuni intendono fare ricorso contro le espulsioni dal partito, altri guardano a un nuovo gruppo, altri ancora altrove.

 

Il gruppo dei grillini no Draghi inizia ad avere una certa rilevanza e secondo alcuni potrebbe crescere ancora. La pensa così anche la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che nel suo intervento in Aula di ieri per ribadire il no al governo Draghi ha voluto avvertire il premier dichiarando: “oggi sono tutti con lei, vedrà quando scatterà il semestre bianco quanti temerari dissidenti usciranno fuori".

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