Recovery Plan

Al via il decreto reclutamento. Pronte 24 mila assunzioni nella Pa

Dopo governance e semplificazioni il governo completa la ‘triade’”. Renato Brunetta: il provvedimento “non crea precari” ed è “una ventata di modernità”.

Al via il decreto reclutamento. Pronte 24 mila assunzioni nella Pa

Con l’approvazione del decreto per le assunzioni nella Pa l’esecutivo di Mario Draghi completa la fase che pone le basi per la realizzazione del Piano di ripresa. Eccola la ‘triade’: governance, semplificazioni e reclutamento. Ieri sera con il terzo tassello il Consiglio dei ministri ha chiuso una partita complessa, ma su cui un accordo di massima era già stato raggiunto nella cabina di regia di giovedì. In totale si arriva a oltre 24mila unità di nuovo personale in cinque anni: 16.500 all’ufficio del processo e 5.410 alla giustizia, 1000 a supporto degli enti locali per “la gestione delle procedure complesse”, 400 alla transizione digitaleCinquecento figure professionali verranno assunte a tempo determinato con concorso rapido, con un solo orale, per coordinare, attuare e controllare il Pnrr con la previsione di ulteriori 300 unità in caso di necessità. Di queste almeno 80 andranno a rafforzare la Ragioneria di Stato.  

 

In ogni caso, nel decreto Reclutamento è inserita una clausola che consente all’amministrazione competente di chiudere unilateralmente, e in anticipo, i contratti di collaborazione e quelli a termine qualora non fossero raggiunti ogni anno gli obiettiviassegnati. Le assunzioni potranno superare i “trentasei mesi” ma non andare oltre il 2026. Il conferimento di incarichi a manager esterni è ammesso solo se “le professionalità necessarie non siano rinvenibili nei ruoli delle amministrazioni”.

Tutte le assunzioni destinate al Recovery rientreranno nei costi del Pnrr: sui contratti, come sulle consulenze esterne, vigilerà la Ragioneria di Stato. Delle risorse stanziate, circa 700 mila euro saranno destinati a “specifici progetti di formazione e lavoro per l’acquisizione, attraverso contratti di apprendistato, di competenze di base e trasversali”. Il target è quello dei “diplomati che non accedono a percorsi universitari e di studenti universitari compresi gli studenti iscritti a master di secondo livello, corsi di specializzazione e percorsi di dottorato di ricerca”.

 

“Tutti i contenuti sono stati concordati con l’Ue e questo ci rassicura”, spiega il ministro della Pubblica amministrazione, l’azzurro Renato Brunetta. Che parla di “una ventata di modernità e di rafforzamento della pubblica amministrazione”.  Tra le novità previste, il portale sul modello LinkedIn per il reclutamento di professionisti iscritti agli albi e di figure altamente specializzate, e lo sblocco del turn-over. “Il turn over ora riprenderà al 110% e in alcuni settori anche di più, come nella sanità. Si potrà ricominciare con la contrattazione di secondo livello, per cui se si fa un’operazione di efficienza”. 

 

Cade, inoltre, l’obbligo dello smart working al 50%. A chi accusa il governo di creare nuovo precariato il titolare del dicastero della PA replica che il decreto “non crea precari ma figure professionali che lavoreranno alcuni anni per lo Stato italiano”. E annuncia la creazione di una “banca delle professionalità che potrà essere usata poi con opportuni concorsi, a regime, nella pubblica amministrazione dopo il 2026. E’ una sfida”, conclude.

 

Quanto alle richieste del ministro della Transizione Ecologica che spingeva per un rafforzamento del personale nel suo ambito di competenza, il governo pensa a “un decreto ad hoc”. E’ un ministero nuovo “che ha bisogno di essere strutturato con un piano da presentare entro questo mese”. Nessun problema, dunque, ma solo la necessità di approfondire ulteriormente le richieste di Cingolani.

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