Elezioni presidenziali

Con il “Ghandi turco” squarcio nelle maglie del potere di Erdogan

Deciderà il ballottaggio. Kemal K?l?çdaro?lu ottiene un risultato storico e promette di vincere anche se il “Sultano” ha già la maggioranza in Parlamento

Con il “Ghandi turco” squarcio nelle maglie del potere di Erdogan

Presidenziali in Turchia, Recep Tayyip Erdo?an non ce l'ha fatta a vincere al primo turno: a scrutinio completato, il presidente uscente si è fermato al 49,4% mentre il suo sfidante, Kemal K?l?çdaro?lu, ha ottenuto il 45%. Le sorti dei due candidati si stabilirà al ballottaggio del prossimo 28 maggio. 

 

La sfida elettorale

Anche se K?l?çdaro?lu, soprannominato il “Ghandi turco”, non è riuscito nell’impresa di battere a primo turno il “Sultano” Erdogan ha comunque ottenuto un risultato storico, riuscendo ad incrinare, per la prima volta in 20 anni, il potere di Erdogan e ha promesso di vincere al ballottaggio il 28 maggio: "Se la nostra nazione dice secondo turno, vinceremo assolutamente il secondo turno", ha dichiarato ai giornalisti. "Questa volontà di cambiamento nella società è superiore al 50%".

Il Presidente Recep Tayyip Erdo?an invece ha tenuto a sottolineare dalla sede del suo partiro ad Ankara, di essere in vantaggio di 2,6 milioni di voti avanti rispetto al suo avversario. "Nel corso della nostra vita politica, senza eccezioni, abbiamo sempre rispettato la decisione della volontà nazionale. La rispettiamo anche in queste elezioni e la rispetteremo nelle prossime", ha dichiarato. 

 

La lunga attesa della comunità internazionale

C'è grande fermento intorno alle elezioni presidenziali in Turchia, soprattutto da parte della comunità internazionale che vuol sapere come andrà a finire la sfida, anche se già sappiamo che Erdogan manterrà la maggioranza in Parlamento con 320 seggi su 600.

Ad interessare la comunità e in particolare l'Ue, sono i flussi migratori visto che secondo i dati ufficiali, a marzo 2023, la Turchia ospitava 3.447.837 rifugiati siriani che come tutti, o quasi, ricordano sono diventati uno strumento di contrattazione tra Ankara e l'Unione europea. E' del 2016, difatti, l'accordo sui rifugiati firmato da Ue-Turchia, che mirava a fermare i migranti clandestini che dalla Turchia arrivavano irregolarmente in Grecia, in cambio di 6 miliardi di euro per l'accoglienza dei siriani, oltre alla liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi. 

 

Gli effetti di una possibile sconfitta per Ue e Usa

Una sconfitta di Erdogan al secondo turno potrebbe portare ad un duplice effetto: il primo, ad aprire nuovamente un dialogo con Ankara per l'adesione della Turchia nell'Ue e il secondo, a sbloccare l'impasse sull'ingresso della Svezia nella Nato

Le "nostre relazioni negli ultimi anni hanno avuto progressi limitati, per usare un eufemismo", sono state le parole di un alto funzionario europeo, alla vigilia del voto. E se anche il terremoto che ha colpito Turchia e Siria ha portata una solidarietà dell'Ue rimane la distanza su diversi dossier. 

 

Ma gli Stati Uniti sono fortemente interessati all'esito di queste elezioni. Secondo il New York Times, gli USA sono sicuri che attraverso la Turchia siano passate le esportazioni illecite di beni alla Russia, come ad esempio i chip per computer. Inoltre gli americani sono critici verso la decisione di Ankara di negare l'ingresso della Svezia nella Nato perché troppo accomodante con i curdi.

Una vittoria di Kemal K?l?çdaro?lu potrebbe dunque aprire nuovi ponti fra Stati Uniti e Turchia come spiega Alper Co?kun del Carnegie Endowment for International Peace. Il Ghandi turco infatti "offre una visione diversa", con una linea più dura sulla Russia e probabilmente una Turchia che tornerebbe ad un modello di democrazia più europeo, e gli Stati Uniti “troverebbero un interlocutore con cui sarebbe più facile accordarsi sui termini della relazione fra i due paese". Ma Co?kun avverte anche che un

un cambio di leadership non risolverebbe le tensioni bilaterali fra i due paesi a causa del sostegno americano ai combattenti curdi in Siria e Iraq.

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