106esimo giorno di conflitto

Biden apre a due Stati, Gaza sotto attacco: il bilancio della guerra

Il presidente Usa si dice pronto a trovare una soluzione con il premier israeliano Netanyahu, che però respinge l’ipotesi di uno Stato palestinese.

Biden apre a due Stati, Gaza sotto attacco: il bilancio della guerra

La guerra di Gaza, che dura ormai da oltre tre mesi, non accenna a fermarsi. Il conflitto tra Israele e Hamas, ha scatenato una crisi umanitaria senza pari nella Striscia di Gaza, dove vivono quasi due milioni di palestinesi. Secondo l’Onu, il numero dei morti ha superato i 24.600, quasi il triplo di quelli registrati negli ultimi 15 anni. Tra le vittime ci sono anche migliaia di bambini, donne e anziani. Le infrastrutture sono state devastate dai bombardamenti, che hanno colpito anche ospedali, scuole e moschee. Migliaia di persone sono sfollate o vivono sotto assedio, senza acqua, elettricità o cibo. Il blocco imposto da Israele impedisce l’ingresso di aiuti umanitari e il trasferimento dei feriti.

 

Biden: “Non è impossibile” la soluzione a due Stati

In questo scenario drammatico, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha fatto una dichiarazione che potrebbe aprire uno spiraglio di speranza per una soluzione pacifica. Parlando con i giornalisti dopo un incontro con i sindaci americani, Biden ha affermato che la soluzione dei due Stati, ovvero la creazione di uno Stato palestinese indipendente e sovrano accanto a quello di Israele, non è impossibile, anche se il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è sempre detto contrario. “No, non lo è”, ha risposto Biden alla domanda se la soluzione a due Stati fosse irrealizzabile con Netanyahu, noto con il soprannome di Bibi. “Io penso che saremo in grado di trovare una soluzione”, ha aggiunto il presidente, senza entrare nei dettagli. Biden ha anche rivelato di aver parlato con Netanyahu degli sforzi per assicurare il rilascio di tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas, il movimento islamista che controlla Gaza e che Israele considera un’organizzazione terroristica. Biden ha ribadito al premier israeliano la “responsabilità di Israele nel proteggere i civili”.

 

Netanyahu respinge l’ipotesi di uno Stato palestinese

La posizione di Biden, tuttavia, si scontra con quella di Netanyahu, che ha sempre respinto l’ipotesi di uno Stato palestinese, sostenendo che metterebbe a rischio la sicurezza di Israele. Il leader israeliano ha anche accusato Hamas di usare i civili come scudi umani e di nascondere armi e militanti nei luoghi di culto e nei cimiteri. Netanyahu ha anche sottolineato che Israele fa di tutto per evitare le vittime civili, avvertendo in anticipo i residenti delle zone da colpire e mirando solo agli obiettivi militari. 

 

Gaza sotto attacco: 29 morti nel Sud

Nonostante le parole di Biden, la situazione sul campo non sembra cambiare. Nella notte tra venerdì e sabato, i raid aerei e terrestri di Israele si sono concentrati al Sud di Gaza, in particolare nell’area di Khan Younis, dove si sono verificate le più intense operazioni di terra nelle ultime settimane. Secondo i media palestinesi, ci sono stati anche violenti scontri nell’area intorno all’ospedale Nasser, dove i medici cercano di assistere i feriti con scarse risorse. Il bilancio delle vittime è di 29 morti, tra cui diversi bambini. Alcuni corpi sono stati recuperati sotto le macerie delle case distrutte. Le testimonianze dei sopravvissuti raccontano di scene di terrore e di disperazione.

 

I familiari degli ostaggi protestano davanti alla casa di Netanyahu

Mentre a Gaza si combatte, in Israele si protesta. Decine di famiglie di ostaggi si sono accampate durante la notte fuori dalla casa del primo ministro Netanyahu a Cesarea, una località balneare a nord di Tel Aviv, per chiedere un accordo che permetta di salvare la vita ai loro cari e per denunciare l’inerzia del governo. Si tratta di parenti di soldati e civili catturati da Hamas durante l'attacco del 7 ottobre e di cui non si hanno notizie. Il Forum delle famiglie degli ostaggi ha diffuso una dichiarazione in cui si legge: “I giorni di grazia in cui trascinavate i piedi sono finiti”. 

 

L’Onu denuncia una strage senza precedenti a Gaza

La guerra di Gaza ha attirato l’attenzione e la condanna della comunità internazionale, che ha chiesto ripetutamente una tregua e una soluzione politica. L’Onu, in particolare, ha denunciato una strage senza precedenti a Gaza, dove il numero dei morti ha superato i 24.600, quasi il triplo di quelli registrati negli ultimi 15 anni. Lo rivela un rapporto di United Nations Women, l’ente per la parità di genere delle nazioni Unite, che ha analizzato i dati dal 2009 al 2024. Il rapporto evidenzia anche l’impatto devastante della guerra sulle donne e sui bambini, che rappresentano il 70% delle vittime. L’Onu ha anche documentato numerosi casi di violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario da parte di entrambe le parti in conflitto, tra cui attacchi indiscriminati, uso sproporzionato della forza, uccisioni extragiudiziali, torture, arresti arbitrari e detenzioni amministrative.

 

La Cnn accusa Israele di profanare i cimiteri

Un’inchiesta della Cnn, pubblicata oggi sul sito dell’emittente, ha sollevato un’ulteriore accusa contro Israele: quella di aver profanato almeno 16 cimiteri nella sua offensiva a Gaza, lasciando lapidi rotte, cumuli di terra e, in alcuni casi, corpi esumati. A Khan Younis, le forze israeliane hanno distrutto un cimitero e rimosso alcuni corpi, affermando alla Cnn che l’operazione faceva parte delle ricerche dei resti degli ostaggi. Il portavoce dell’Idf, l’esercito israeliano, non ha saputo spiegare la distruzione dei 16 cimiteri per i quali la Cnn ha fornito le coordinate, ma ha detto che l’esercito a volte “non ha altra scelta”, se non quella di prendere di mira i cimiteri che a suo parere vengono utilizzati da Hamas per scopi militari. 

L’inchiesta della Cnn ha scatenato le reazioni di indignazione e condanna da parte delle autorità palestinesi e delle organizzazioni per i diritti umani, che hanno accusato Israele di profanare i luoghi sacri e di violare il diritto internazionale. Secondo esperti legali interpellati dall’emittente, gli atti di Israele potrebbero equivalere a crimini di guerra, a meno che non si possa dimostrare che i cimiteri fossero effettivamente usati per scopi militari da Hamas. In tal caso, infatti, i cimiteri perderebbero la loro protezione come siti religiosi e diventerebbero obiettivi legittimi. Tuttavia, la Cnn sostiene di non aver trovato prove di tale uso militare nei cimiteri visitati. Al contrario, i testimoni hanno raccontato di aver visto i soldati israeliani scavare le tombe e portare via i corpi, senza alcuna giustificazione.

 

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