un puzzle ancora incompleto

Manovra 2024: condono edilizio, tassa sulle banche e altre novità

La prossima legge di bilancio prevede interventi fiscali e sociali per sostenere la ripresa economica. Extraprofitti e sanatoria, tra le misure più discusse

Manovra 2024: condono edilizio, tassa sulle banche e altre novità

La manovra di bilancio per il 2024 si presenta oggi come un puzzle ancora incompleto, i cui tasselli dovranno trovare il loro giusto posto entro il 15 ottobre, data di presentazione del Documento di Economia e Finanza (DEF). Il governo dovrà trovare le risorse necessarie per finanziare le sue promesse elettorali, come il taglio del cuneo fiscale, aiuti alla famiglia e alla natalità, la riforma delle pensioni, senza sforare i vincoli di bilancio imposti dall’Unione Europea. Il vicepremier Salvini ha dichiarato di voler mantenere il deficit al 2,4% del PIL, ma il ministro dell’Economia Giorgetti ha espresso la sua preoccupazione per il rischio di una procedura di infrazione da parte di Bruxelles. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiesto unità e responsabilità alla maggioranza, auspicando una manovra che sia “di crescita, di sviluppo, di equità e di giustizia sociale”.

 

Il condono edilizio

A far parlare in queste ore è anche la proposta del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini di riaprire le possibilità al condono edilizio in Manovra. Una notizia che ha suscitato subito le critiche delle opposizioni e dei movimenti ambientalisti, che lo hanno definito una misura criminogena, che incentiva l’abusivismo e premia i trasgressori e contestato anche da alcuni esponenti della maggioranza, come Forza Italia, che ha chiesto di limitarne la portata e di prevedere delle garanzie per i comuni e per i professionisti coinvolti.

Il condono proposto dal ministro delle Infrastrutture avrebbe una portata limitata che servirebbe a sanare solo le piccole irregolarità che intasano gli uffici tecnici dei comuni e di dare ai cittadini la piena disponibilità dei loro beni. Riguarderebbero ad esempio le difformità tra il progetto e la realizzazione dell’opera, le modifiche interne agli immobili o le variazioni di destinazione d’uso. Mentre non vi rientrebbero le opere abusive realizzate in zone vincolate, in aree demaniali o in contrasto con le norme di sicurezza e di tutela ambientale.

 

La tassa sugli extraprofitti delle banche

La tassa sugli extraprofitti delle banche è una misura introdotta dal governo Meloni col decreto Asset che prevede di tassare al 40% il margine di interesse che le banche hanno registrato nel 2022 o nel 2023, se questo supera di una certa percentuale il margine di interesse registrato nel 2021. Il margine di interesse è la differenza tra gli interessi attivi che le banche percepiscono dai prestiti e gli interessi passivi che le banche pagano ai depositanti. La tassa sulle banche si applicherebbe solo agli istituti che già oggi versano le tasse in Italia e avrebbe un tetto massimo dello 0,1% del totale dell’attivo della banca nel 2022.

 

Le critiche: Detta misura, introdotta per recuperare le risorse necessarie per finanziare le misure di sostegno alle famiglie e alle imprese previste dalla manovra 2024 e motivata dal governo come una forma di equità fiscale, in quanto le banche avrebbero beneficiato della politica monetaria della Banca centrale europea, che ha alzato i tassi di interesse e ha favorito il loro margine di interesse, a scapito dei mutuatari e dei risparmiatori, ha suscitato le proteste delle associazioni di categoria, che hanno denunciato il rischio di una riduzione della redditività e della solidità del sistema bancario italiano, già provato dalla crisi economica e dalla morosità dei crediti. Inoltre, la tassa sulle banche ha sollevato le perplessità di alcuni partner europei, che hanno messo in dubbio la compatibilità della misura con le regole comunitarie e con il principio di libera concorrenza.

 

Le modifiche: la misura è stata ora oggetto di modifiche da parte del governo, che ha accolto le richieste di Forza Italia e delle banche stesse. La tassa sulle banche sarà calcolata su una base diversa, che esclude il margine di interesse sui titoli di Stato, e sarà possibile scegliere se pagare la tassa o destinare l’importo al patrimonio della banca, sospendendone il pagamento. In questo modo, la tassa sulle banche sarebbe meno onerosa e più flessibile per le banche, ma garantirebbe lo stesso gettito per lo Stato. 

Secondo l'emendamento depositato al Senato, il prelievo viene ricalibrato sul biennio 2021-23 e fissa allo 0,26% (invece dello 0,1%) il tetto massimo dell’imposta.

Infine, viene data la possibilità alle banche di versare due volte e mezzo la tassa in una riserva che non può distribuire utili ma che viene computata tra gli elementi del capitale primario di classe 1, ovvero va a rafforzare il patrimonio delle banche.

L’emendamento ha soddisfatto il vicepremier e ministro dell’Economia Antonio Tajani e il suo partito, Forza Italia, che hanno ritirato tutti gli emendamenti presentati. Il governo sostiene che la tassa cambia ma non cambia il suo gettito, stimato in poco meno di 3 miliardi di euro. Tuttavia, alcuni osservatori ritengono che la misura sia stata notevolmente depotenziata e che le banche possano facilmente eluderla o scaricarla sui clienti.

 

Altre novità della manovra 2024

Oltre al condono edilizio e alla tassa sulle banche, la manovra 2024 prevede altre novità importanti per la politica economica e sociale del Paese. Tra queste, si segnalano:

  • La riforma dell’Irpef, che prevede l’accorpamento delle prime due aliquote al 23% fino a 28mila euro di reddito e la riduzione delle detrazioni e delle deduzioni fiscali. La riforma dell’Irpef dovrebbe portare a un aumento della busta paga per i lavoratori dipendenti, ma anche a una maggiore progressività dell’imposta.

  • La proroga del taglio del cuneo fiscale, che prevede una riduzione delle imposte e dei contributi previdenziali per i lavoratori che guadagnano fino a 35mila euro annui. Il taglio del cuneo fiscale è una misura già in vigore, che scade alla fine del 2023, e che il governo intende confermare per il 2024.

  • La proroga del superbonus fino al 30 giugno 2024, con alcune semplificazioni e chiarimenti.

  • La proroga degli ammortizzatori sociali, che prevede la copertura dei lavoratori in cassa integrazione, in mobilità o in disoccupazione. 

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