Un comportamento “disumano”

Omicidio di Giulia Cecchettin: in mezz’ora le aggressioni e l’agonia

Ad ucciderla il suo ex fidanzato Filippo Turetta, prima accoltellandola a 150 metri da casa e poi ferita a morte, in una zona industriale di Fossò

Omicidio di Giulia Cecchettin: in mezz’ora le aggressioni e l’agonia

Giulia Cecchettin è stata uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta, che l’ha accoltellata davanti a casa sua e poi l’ha portata in una zona industriale, dove l’ha ferita a morte. L’uomo è stato arrestato in Germania e sarà estradato in Italia. Il femminicidio di Giulia ha sconvolto però l'Italia intera e suscitato una forte indignazione e commozione nell'opinione pubblica.

Il giudice per le indagini preliminari ha confermato il carcere per Turetta, accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dal vincolo affettivo. Il gip ha definito il suo comportamento “disumano” e ha ritenuto che fosse “pericoloso e consapevole delle sue azioni”. I genitori di lui hanno espresso il loro dolore e hanno chiesto perdono alla famiglia di Giulia.

L’agguato nel parcheggio

Era sabato 11 novembre, intorno alle 23:18, quando Giulia Cecchettin è stata aggredita dal suo ex fidanzato Filippo Turetta nel parcheggio, a 150 metri dalla sua casa. Il ragazzo, che l’aveva accompagnata dopo una cena al centro commerciale di Marghera, l’ha colpita con un coltello, forse lo stesso che è stato trovato senza manico dai carabinieri. Un vicino ha sentito le urla di Giulia, che diceva “così mi fai male”, e ha visto una persona dare dei calci a qualcosa a terra. Poi Turetta ha spinto la ragazza in auto, forse dopo averla legata con del nastro adesivo, e ha lasciato il parcheggio.

La fuga e la seconda aggressione

Turetta ha guidato fino alla zona industriale di Fossò, dove è arrivato alle 23:29. Lì Giulia è riuscita a scendere dall’auto e a tentare di scappare. Ma lui l’ha raggiunta e l’ha buttata a terra, facendole sbattere la testa contro il marciapiede. Giulia non si è più mossa. Turetta l’ha rimessa in macchina e alle 23:50 è ripartito. In mezz’ora ha ucciso Giulia. Sul posto sono rimasti dei pezzi di nastro adesivo argentato, ripresi dalle telecamere di sicurezza.

La morte per dissanguamento

Dopo due ore, Turetta è arrivato a Pian delle More, dove ha abbandonato il corpo di Giulia. La ragazza aveva ferite dappertutto: sul collo, sulla testa, sulle braccia, sulle mani. Aveva cercato di difendersi disperatamente. Secondo il medico legale, è morta per shock emorragico, dissanguata. Ma bisognerà attendere i risultati dell’autopsia per avere maggiori certezze.

L’arresto in Germania e la richiesta di estradizione

Intanto, in Germania, è stato convalidato l’arresto di Turetta, che ora è in carcere. Ma per l’estradizione ci vorrà qualche giorno: il primo mandato di cattura internazionale era per tentato omicidio, poi è stata inviata la richiesta di estradizione per omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e dal sequestro di persona.

Il processo di estradizione è in corso, ma non è ancora fissata una data per l’udienza di Filippo. Lo ha spiegato un portavoce della Procura generale della città della Sassonia Anhalt, il procuratore generale Klaus Tewes. Ha ricordato che, essendoci un “mandato di arresto europeo” contro Turetta, il tribunale di primo grado di Halle ha emesso un ordine di detenzione, in base al quale l’imputato è stato portato nel carcere di Halle, e ora la Procura generale ha chiesto all’Oberlandesgericht, una sorta di Corte d’appello, di accogliere il mandato di arresto. Questo avverrà “nei prossimi giorni, e poi tutto procederà normalmente. Mi aspetto che, se la Corte d’appello deciderà secondo la nostra richiesta, l’imputato sarà estradato in Italia tra pochi giorni”, ha aggiunto Tewes.

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