Il nuovo allarme

Polmonite nei bambini in Cina, l’Oms chiede informazioni dettagliate

L’epidemia di polmonite legata forse al Mycoplasma pneumoniae. Esperti italiani, la reazione tra scetticismo, preoccupazione e richiesta di trasparenza

Polmonite nei bambini in Cina, l’Oms chiede informazioni dettagliate

Un nuovo allarme sanitario arriva dalla Cina. In diverse città cinesi si registrano molti casi di polmonite nei bambini, con febbre alta e noduli polmonari, ma senza tosse. Il primo avviso è stato dato da ProMed, lo stesso sistema di sorveglianza che nel 2019 aveva segnalato il Sars-CoV-2. Alcune fonti indicano Pechino e Liaoning come le aree più colpite. L’epidemiologo Eric Feigl-Ding ha diffuso l’allarme sui social media, ipotizzando che la causa sia il Mycoplasma pneumoniae, un batterio che provoca infezioni respiratorie.

 

La revoca delle restrizioni Covid ha forse favorito il contagio

Secondo alcuni esperti, l’epidemia potrebbe essere una conseguenza della fine delle misure anti-Covid nella Repubblica Popolare Cinese. Un fenomeno simile si è verificato in Europa e negli Stati Uniti lo scorso inverno, con un’epidemia di virus respiratorio sinciziale nei bambini. Zhou Huixia, direttore del Children’s Medical Centre al Chinese Pla General Hospital, ha dichiarato a China Daily che l’onda di infezioni da Mycoplasma pneumoniae è apparsa particolarmente aggressiva dopo la Festa Nazionale, all’inizio di ottobre. Ha aggiunto che rispetto agli anni precedenti ci sono più pazienti con infezioni miste, resistenza ai farmaci e polmonite lobare.

 

L’Oms chiede informazioni dettagliate alla Cina e raccomanda precauzioni

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha presentato una richiesta ufficiale alla Cina per ottenere dati epidemiologici, clinici e di laboratorio sull’aumento delle malattie respiratorie e sui cluster di polmonite segnalati nei bambini. L’Oms ha anche consigliato alla popolazione cinese di seguire le misure per ridurre il rischio di malattie respiratorie, come le vaccinazioni, il distanziamento, l’uso delle mascherine, la ventilazione e l’igiene delle mani. L’Oms ha chiesto informazioni aggiuntive sull’attuale circolazione di patogeni conosciuti, come quelli dell’influenza, Sars-CoV-2, il virus respiratorio sinciziale e il mycoplasma pneumoniae, oltre che sul grado di sovraffollamento degli ospedali. A metà novembre la Commissione nazionale per la salute cinese aveva già parlato di un aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie. L’Oms ha sottolineato che non è chiaro se i cluster di polmonite siano associati all’aumento generale delle infezioni respiratorie o se si tratti di eventi separati.

 

Le reazioni degli esperti italiani

Il virologo Roberto Burioni ha espresso scetticismo sui casi di polmonite in Cina, sostenendo che le comuni infezioni virali dell’infanzia non causano polmoniti o noduli polmonari. Ha anche criticato la scarsa trasparenza delle autorità cinesi, che avevano commesso lo stesso errore all’inizio della pandemia di Covid-19. «Ignorate gli “esperti”. Non si sa nulla. Ho fatto l’errore di fidarmi - titubante - dei cinesi a inizio 2020, non lo ripeterò questa volta» ha scritto su X.

 

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, ha invece chiesto alla Cina di rendere immediatamente trasparenti tutti i dati, compresi campioni respiratori e di tessuto, all’Organizzazione mondiale della sanità. «È fondamentale che la Cina comunichi rapidamente all’Oms che cosa è successo, se siamo di fronte a un microrganismo già noto oppure se si tratta di un virus o un batterio sconosciuto, se l’epidemia è semplicemente legata al clima. Insomma è fondamentale che si faccia luce sulla questione nelle prossime ore. Non si può pensare di ricommettere gli stessi errori a distanza di quattro anni (dall’inizio della pandemia Covid, ndr)» ha detto all’Adnkronos Salute.

 

Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, ha ritenuto «poco probabile, ma ovviamente possibile» che dietro i casi di polmonite in Cina ci sia un patogeno (virus o batterio) finora sconosciuto. «Il periodo dell’anno comporta di per sé una facilitazione nella diffusione di malattie respiratorie e in più - così come accaduto anche da noi nel passato - anche in Cina, che è un po’ più indietro perché ha riaperto dopo, queste aumentate infezioni possono starci» ha dichiarato all’Adnkronos Salute.

 

Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana virologia (Siv-Isv), ha definito «preoccupante» il boom di infezioni respiratorie in Cina. «Polmoniti da mycoplasma, o da altri agenti batterici o virali noti, non causano simili epidemie selettive nel bambino. Stiamo a vedere come evolve la situazione, ma probabilmente dovremo iniziare a pensare che qualcosa di nuovo bolle in pentola. Un patogeno emergente o riemergente, con maggiore aggressività rispetto al ceppo originario. Fortunatamente al momento non sembra che queste polmoniti si associno ad elevata mortalità, ma è troppo presto per dirlo».

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