Le manifestazioni

Contro la violenza sulle donne: in piazza “per Giulia e per tutte”

Il 25 novembre, in occasione della giornata mondiale, decine di migliaia di persone hanno manifestato in tutta Italia per dire basta a femminicidi e abusi

Contro la violenza sulle donne: in piazza “per Giulia e per tutte”

La violenza sulle donne è un fenomeno che non conosce confini geografici, sociali o culturali. Si tratta di una violazione dei diritti umani che mina la dignità, la libertà e la sicurezza delle donne, e che ha conseguenze negative anche sullo sviluppo economico e sociale delle comunità. Per sensibilizzare l’opinione pubblica e contrastare questo problema, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito nel 1999 il 25 novembre come giornata mondiale contro la violenza sulle donne. In questa data, si ricorda anche l’assassinio delle sorelle Mirabal, tre attiviste politiche della Repubblica Dominicana, uccise nel 1960 per ordine del dittatore Rafael Trujillo.

 

Una marea di persone “Per Giulia e per tutte” 

A pochi giorni dal femminicidio di Giulia Cecchettin, la ventunenne uccisa dal suo ex fidanzato, ieri il grido di migliaia di persone in tutta Italia per dare voce a chi non ce l’ha più o non ha abbastanza forza per farlo. Con striscioni, cartelli, fiori e candele, i manifestanti hanno espresso il loro dolore, la loro rabbia e la loro solidarietà verso le vittime di violenza di genere, e hanno chiesto maggiore protezione, prevenzione e punizione per i responsabili.

Il colore viola, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, e il colore rosso, simbolo del sangue versato, hanno caratterizzato le piazze di molte città italiane, da nord a sud. A Milano, sono state circa 30mila le persone che hanno sfilato dal Duomo a piazza della Scala, dove si è tenuto un comizio finale con gli interventi di rappresentanti di associazioni, sindacati, movimenti e istituzioni. Tra le parole d’ordine, “Giulia non è un caso isolato”, “Basta violenza, basta silenzio”, “Non una di meno”.

A Roma, il centro è stato invaso da decine di migliaia di donne, ma anche di uomini e bambini, che hanno partecipato al corteo organizzato dalla rete “Non una di meno”. Il percorso è partito da piazza della Repubblica e si è concluso a piazza San Giovanni, dove si è svolta una manifestazione artistica e culturale. Tra gli slogan, “Giulia vive, lottiamo insieme”, “La violenza non è amore, è potere”, “Vogliamo vivere libere e felici”.

 

Esponenti politici in piazza, ma anche polemiche

La giornata contro la violenza sulle donne ha visto anche la presenza di esponenti politici di diversi schieramenti, che hanno voluto esprimere il loro sostegno alle donne e il loro impegno a contrastare il fenomeno. Tra questi, il leader del Movimento 5 stelle, che ha partecipato al Congresso di Sinistra italiana e nel primo pomeriggio a un incontro del M5s locale. “La violenza sulle donne è una piaga che va combattuta con la cultura, l’educazione, la prevenzione e la repressione. Il nostro governo sta lavorando per rafforzare le misure di tutela e di assistenza alle vittime, e per garantire una maggiore efficacia delle indagini e delle condanne”, ha dichiarato Giuseppe Conte.

La segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, invece, ha partecipato al corteo di Roma insieme al sindaco della capitale, Roberto Gualtieri. “Siamo qui per contrastare l’idea violenta di possesso sulla vita e il corpo delle donne. Siamo qui per questo, per fare la nostra parte ogni giorno, con le leggi, con le politiche, con le azioni concrete. Siamo qui per dire che le donne non sono sole, che ci siamo noi, che ci sono le istituzioni, che c’è lo Stato”, ha affermato.

Tuttavia, la presenza dei politici in piazza non è stata gradita da tutti. Alcuni manifestanti hanno contestato i rappresentanti del governo e dell’opposizione, accusandoli di ipocrisia e di inerzia. “Non vogliamo le vostre facce, vogliamo i vostri fatti”, “Non siete credibili, fate solo propaganda”, “Non ci rappresentate, andatevene”, sono stati alcuni dei cori che si sono levati durante il corteo. Alcuni gruppi hanno anche esposto striscioni con scritte come “La violenza sulle donne è anche politica” e “La violenza sulle donne è anche economica”.

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