Il Covid-19 non dà tregua e continua a mutare, dando origine a nuove varianti che preoccupano gli esperti. Tra queste, c’è la Jn.1, scoperta in Lussemburgo e seguita con attenzione in Gran Bretagna, dove i casi stanno salendo. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) l’ha classificata come “variante di interesse” e ha lanciato un monito: potrebbe aggravare la situazione sanitaria in molti Paesi, soprattutto con il Natale e l’inverno alle porte.
Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, infatti, quasi un milione di italiani, "passeranno le feste di Natale a letto ammalati, tra Covid e influenza". "Siamo in una fase di crescita di tutte le infezioni, soprattutto di quelle respiratorie. Specialmente il virus H1n1 è in costante crescita e anche il Covid è molto più contagioso ma più buono, anche se non troppo. Soprattutto questi ultimi casi sono sottostimati, perché il tampone non viene eseguito", continua Pregliasco che spiega come "nonostante il leggero arresto della scorsa settimana anche il dato dell'occupazione degli ospedali, dei ricoveri e delle morti è in crescita e desta preoccupazione".
Cos’è la variante Jn.1 e perché è importante
La variante Jn.1 è una forma di Sars-CoV-2 che si è distinta dal lignaggio BA.2.86, noto anche come Pirola. In precedenza, era considerata una sottovariante di questo gruppo, ma l’Oms ha deciso di assegnarle una denominazione a parte, in quanto presenta alcune caratteristiche peculiari. In particolare, ha una maggiore capacità di trasmissione rispetto alle altre varianti, grazie a una serie di mutazioni che le consentono di aggirare meglio le difese immunitarie. L’Oms ha quindi definito la Jn.1 come “variante di interesse” (Voi), ovvero una variante che ha delle proprietà che possono influenzare la diagnosi, il trattamento, la prevenzione o la trasmissione del virus. Le Voi sono diverse dalle “varianti di preoccupazione” (Voc), che sono quelle che hanno dimostrato di avere un impatto negativo sulla salute pubblica, come la Delta o la Omicron.
Dove è stata trovata e come si sta diffondendo
La variante Jn.1 è stata identificata per la prima volta a Lussemburgo, dove è stata rilevata in 13 campioni tra il 18 e il 25 novembre. Da lì, si è diffusa in altri Paesi europei, tra cui la Francia, la Germania, la Spagna e il Belgio. Tuttavia, il Paese dove la Jn.1 sta avendo una maggiore espansione è la Gran Bretagna, dove è stata trovata in 124 campioni tra il 14 e il 28 novembre, con un aumento del 75% rispetto alla settimana precedente. Secondo i dati del Public Health England, la Jn.1 rappresenta circa lo 0,4% dei casi sequenziati nel Regno Unito, ma la sua quota potrebbe crescere nei prossimi giorni. Al momento, non ci sono segnalazioni di casi di Jn.1 in Italia, ma la situazione è in continua evoluzione e richiede una sorveglianza costante.
Quali sono i rischi e le misure di protezione
L’Oms ha dichiarato che, in base alle evidenze disponibili, il rischio aggiuntivo per la salute pubblica globale rappresentato dalla Jn.1 è attualmente valutato come basso. Tuttavia, ha anche avvertito che, con l’inizio dell’inverno nell’emisfero settentrionale, la Jn.1 potrebbe aumentare il carico di infezioni respiratorie in molti Paesi, soprattutto se si somma ad altre malattie come l’influenza, il virus respiratorio sinciziale (Rsv) e la polmonite infantile comune, che sono anch’esse in crescita. L’Oms ha inoltre rassicurato che i vaccini attuali continuano a proteggere dalla malattia grave e dalla morte, sia da Jn.1 che da altre varianti circolanti di Sars-CoV-2. Per questo, ha raccomandato alla popolazione di tenersi aggiornata con le vaccinazioni anti Covid e l’influenza, soprattutto se si appartiene a categorie ad alto rischio di complicazioni.
Altre misure di prevenzione sono l’uso della mascherina in ambienti affollati, chiusi o poco areati, il mantenimento della distanza di sicurezza dagli altri se possibile, il rispetto del “galateo respiratorio”, l’igiene delle mani, il rimanere a casa se si è malati e il sottoporsi al test se si hanno sintomi o se si è stati esposti a qualcuno con Covid-19 o influenza.
Infine, il ministero della Salute ha emesso una nuova circolare che prevede il test diagnostico per Sars-CoV-2 per l’accesso e il ricovero nelle strutture sanitarie, al fine di ampliare e potenziare il monitoraggio dei virus e di rintracciare tutte le malattie respiratorie che stanno circolando.