Il caso e l’ipotesi di reato

Chiara Ferragni e Balocco: l’indagine per truffa sul pandoro

La Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati l’influencer e l’ad dell’azienda dolciaria per aver pubblicizzato una falsa iniziativa benefica

Chiara Ferragni e Balocco: l’indagine per truffa sul pandoro

Chiara Ferragni, la famosa imprenditrice digitale, e Alessandra Balocco, la numero uno dell'omonima azienda dolciaria, sono finite sotto inchiesta per truffa aggravata. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per indagare sulle reali finalità della campagna pubblicitaria legata al pandoro "Pink Christmas" e appurare se il pandoro, sosteneva o meno, una causa benefica, come faceva credere nella pubblicità.

Se il reato fosse confermato, Chiara Ferragni e Balocco potrebbero rischiare una pena da 6 mesi a 3 anni di reclusione e una multa da 516 a 10.329 euro. Inoltre, il Codacons ha annunciato di voler avviare un’azione legale contro la influencer e l’azienda dolciaria, chiedendo il rimborso del costo del pandoro a tutti i consumatori che hanno aderito all’iniziativa di solidarietà.

 

La denuncia

Tutto è iniziato con le segnalzioni di Selvaggia Lucarelli e con l'antitrust che ha denunciato la pubblicità ingannevole del pandoro "Pink Christmas", lanciato sul mercato nel Natale del 2022. Il pandoro, firmato da Chiara Ferragni e Balocco, prometteva di devolvere una parte del ricavato alla ricerca sull'osteosarcoma e sarcoma di Ewing, due tipi di tumore osseo che colpiscono soprattutto i bambini. In questo modo, si sarebbe contribuito all'acquisto di un nuovo macchinario per l'ospedale Regina Margherita di Torino, specializzato in queste patologie.

L'antitrust, però, ha scoperto che la donazione era stata già effettuata da Balocco prima del lancio del pandoro, e che quindi non c'era alcun legame tra l'acquisto del prodotto e il sostegno alla ricerca. In altre parole, secondo le accuse si trattava di una mossa di marketing per sfruttare il sentimento di solidarietà dei consumatori e aumentare le vendite.

 

L'indagine della Procura

Dopo la segnalazione dell'antitrust, la Procura di Milano ha deciso di approfondire la vicenda e ha aperto un'indagine per truffa aggravata. Il reato, infatti, è aggravato dal fatto che la truffa è stata commessa con il sistema informatico, sfruttando i canali social di Chiara Ferragni, che ha oltre 30 milioni di follower, e di Balocco, che ha una forte presenza online.

La Guardia di Finanza ha quindi acquisito documenti e email presso la sede di Balocco in Piemonte, cercando di ricostruire la comunicazione tra la influencer e l'azienda dolciaria. 

 

La reazione di Chiara Ferragni

Chiara Ferragni, che è stata informata dell'iscrizione nel registro degli indagati, ha dichiarato di essere serena e di aver sempre agito in buona fede. Ha espresso la sua fiducia nella magistratura e la sua disponibilità a collaborare per chiarire ogni aspetto della vicenda. Ha anche lamentato la strumentalizzazione mediatica del caso, accusando alcuni media di diffondere notizie false.

 

Altre iniziative solidali sotto la lente

Non è la prima volta che Chiara Ferragni si impegna in iniziative solidali. La influencer ha già collaborato con altre aziende per sostenere cause benefiche, come le uova di Pasqua di Dolci Preziosi e la bambola Trudi. Anche queste iniziative sono state pubblicizzate sui social e hanno avuto un grande successo di vendite.

Tuttavia, anche queste iniziative sono ora sotto la lente della Guardia di Finanza, che sta verificando se ci siano state irregolarità o falsità nella comunicazione. Si tratta di capire se le donazioni siano state effettivamente legate all'acquisto dei prodotti o se siano state anticipate dalle aziende, come nel caso del pandoro Balocco.

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