118esimo giorno di guerra

Crisi in Medioriente, sale la tensione tra Usa, Iran e Houthi

Scontri nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso. Netanyahu accusa l’Unrwa di collusione con Hamas. Gli Stati Uniti pensano al riconoscimento della Palestina.

Crisi in Medioriente, sale la tensione tra Usa, Iran e Houthi

Il Medioriente è teatro di una escalation di violenza tra gli Stati Uniti, l’Iran e i ribelli yemeniti Houthi. Nel Golfo di Aden, una nave militare americana ha abbattuto tre droni iraniani e un missile balistico lanciato dagli Houthi. Nel Mar Rosso, una nave mercantile americana è stata colpita da un missile degli stessi ribelli.

Intanto, il primo ministro israeliano Netanyahu ha denunciato l’infiltrazione di Hamas nell’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, mentre i media riferiscono che gli Usa starebbero valutando il riconoscimento dello Stato palestinese. Il leader di Hamas, Haniyeh, è atteso oggi al Cairo per discutere una possibile tregua con Israele.

 

Usa, Iran e Houthi si sfidano nel Golfo di Aden

Il Golfo di Aden, situato tra lo Yemen e la Somalia, è stato scenario di un duro confronto tra le forze americane e quelle iraniane e yemenite. Secondo il Comando militare statunitense per il Medio Oriente (Centcom), ieri sera un cacciatorpediniere Usa, la Uss Carney, ha intercettato e distrutto un missile balistico antinave lanciato dagli Houthi, i ribelli yemeniti sostenuti dall’Iran che controllano la capitale Sana’a e gran parte del paese. Poco dopo, lo stesso cacciatorpediniere ha abbattuto anche tre droni iraniani che si trovavano nelle vicinanze, senza specificare se fossero armati o meno. Si tratta di un episodio che dimostra la crescente tensione tra Washington e Teheran, che si accusano reciprocamente di destabilizzare la regione e di violare l’accordo sul nucleare del 2015, dal quale gli Usa si sono ritirati nel 2018.

 

Mar Rosso, nave Usa colpita da un missile Houthi

La situazione è altrettanto critica nel Mar Rosso, dove una nave portacontainer americana, la Koi, è stata attaccata da un missile lanciato dagli Houthi. La nave, che batte bandiera della Liberia e fa parte della flotta francese Cma Cgm, era diretta verso i porti israeliani e ha subito un incendio a bordo. Il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, ha rivendicato l’azione, affermando che la nave era un “bersaglio legittimo” e che gli Houthi continueranno a colpire le navi che “partecipano all’assedio” contro lo Yemen. 

 

Netanyahu: “L’Unrwa è totalmente infiltrata da Hamas”

Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lanciato un duro attacco contro l’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, accusandola di essere “totalmente infiltrata” da Hamas, il movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza e che è considerato un’organizzazione terroristica da Israele, dagli Usa e dall’Unione Europea. Netanyahu ha fatto riferimento ai 12 casi di dipendenti dell’Unrwa che sono stati sospesi o licenziati per aver avuto legami con Hamas, secondo quanto rivelato da un’inchiesta interna dell’agenzia. Il premier israeliano ha chiesto la chiusura dell’Unrwa, sostenendo che essa perpetua il problema dei rifugiati palestinesi e ostacola la pace. L’Unrwa, fondata nel 1949, assiste circa 5,7 milioni di rifugiati palestinesi in Giordania, Libano, Siria, Cisgiordania e Gaza.

 

Media: “Gli Usa valutano il riconoscimento dello Stato palestinese”

Secondo alcune fonti mediatiche, gli Stati Uniti starebbero valutando la possibilità di riconoscere lo Stato palestinese, come parte di una nuova strategia per risolvere il conflitto israelo-palestinese. La notizia, non confermata ufficialmente, è stata riportata dal quotidiano israeliano Haaretz, che cita fonti diplomatiche anonime. Secondo queste fonti, gli Usa vorrebbero proporre una soluzione basata sulla formula dei “due Stati per due popoli”, con Gerusalemme come capitale condivisa e con uno scambio di territori che consenta a Israele di mantenere alcuni insediamenti in Cisgiordania. Gli Usa vorrebbero anche offrire garanzie di sicurezza a Israele e aiuti economici alla Palestina, in cambio di concessioni reciproche. 

 

Medioriente: leader Hamas atteso oggi al Cairo per negoziati

Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, è atteso oggi al Cairo, in Egitto, per discutere la proposta di un accordo per una tregua di sei settimane tra Israele e il gruppo palestinese. Lo riporta Al Jazeera, citando fonti vicine a Hamas. La bozza di accordo è stata scritta dai leader di Qatar ed Egitto, che hanno mediato tra le due parti, e prevede la fine delle ostilità, l’apertura dei valichi di frontiera, la ricostruzione di Gaza e il rilascio di prigionieri. La guerra tra Israele e Hamas, scoppiata il 7 ottobre 2023, è giunta al giorno 118, con un bilancio di oltre 26.000 morti, di cui la maggior parte civili palestinesi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nella Striscia di Gaza “la popolazione sta morendo di fame”. Anche l’Onu ha lanciato un grave allarme, affermando che “il territorio palestinese è inabitabile”.

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