le rassicurazioni dei ministri

Il caso di Ilaria Salis, il governo italiano in pressing su Budapest

Tajani e Nordio si sono attivati per seguire la vicenda della cittadina italiana, accusata di aver aggredito due neonazisti nella capitale ungherese.

Il caso di Ilaria Salis, il governo italiano in pressing su Budapest

Il caso di Ilaria Salis, la maestra italiana arrestata in Ungheria con l'accusa di aver aggredito due neonazisti nella capitale ungherese, ha scosso l'opinione pubblica e sollevato preoccupazioni sulle condizioni in cui si trova la detenuta.

Il governo italiano non è rimasto inerte e ha avviato una serie di contatti con le autorità ungheresi per garantire i diritti e la tutela della Salis. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro della Giustizia Carlo Nordio hanno espresso il loro impegno e la loro solidarietà alla famiglia della Salis, assicurando il loro supporto e la loro vigilanza sul caso.

 

Tajani: "Budapest disposta al dialogo, non dimentichiamo gli altri italiani detenuti nel mondo"

Il vicepremier Tajani ha dichiarato di aver parlato ieri "a Bruxelles con il ministro degli Esteri ungherese, abbiamo riscontrato una disposizione ad ascoltarci, stanno facendo tutte le verifiche che abbiamo chiesto sulla tutela della detenuta". Tajani ha ricordato che "si sono mossi in tanti, il procuratore capo è andato a trovarla, sicuramente c'è stata una grande attenzione da parte delle autorità ungheresi". Tuttavia, ha aggiunto, "ma non dobbiamo dimenticare che sono più di 2.400 gli italiani detenuti nel mondo, noi seguiamo e diamo assistenza a tutti".

Tajani ha poi espresso il suo stupore per il modo in cui la Salis è stata portata in tribunale, con le manette ai polsi. "Siamo stati colpiti dal modo in cui la signora Salis è stata tradotta in tribunale - ha detto Tajani intervistato dal Corriere delle Sera -. Seguiremo il caso con il rispetto dovuto alle procedure della giustizia ungherese, ma sosterremo con attenzione e continuità la famiglia e gli avvocati".

Infine, Tajani ha commentato le parole del vicepremier Matteo Salvini, che ha affermato che Salis non può fare l'insegnante. "È una sua valutazione, io sono un garantista e sino a quando non viene condannata per me la Salis è una cittadina imputata, ma ancora innocente come tutti gli altri. Io non prendo posizioni politiche. Anche perché rischierei di danneggiare il detenuto. Quando si negozia il silenzio è d'oro".

 

Nordio: "Profondo dolore e sorpresa, si rispettino le norme europee"

Anche il ministro della Giustizia Nordio ha manifestato il suo "profondo dolore e sorpresa" per la situazione della Salis. "Le misure di contenzione non sono state abolite, ma sono un'eccezione - ha spiegato Nordio in un'intervista a La Stampa -. Sul punto la normativa europea, e quella italiana, sono chiarissime: l'imputato appare libero davanti al giudice, salvo che quest'ultimo non disponga misure coercitive, come appunto le manette o le tristissime gabbie, per sventare pericoli di fuga o di violenze". E ha sottolineato: "Nel caso di Ilaria Salis non mi pare proprio che esistessero questi pericoli".

Nordio ha poi chiarito che "finché dura il processo, la giurisdizione ungherese è sovrana. Né il governo ungherese né tanto meno quello italiano possono intervenire". Tuttavia, ha aggiunto, "si può tuttavia operare sul fronte del trattamento penitenziario, affinché si rispettino le norme europee". Secondo Nordio, "se si vuole realmente ottenere un risultato concreto, l'esperienza suggerisce di agire con prudenza, senza sollevare polemiche che potrebbero irritare la controparte, e sortire l'effetto contrario. È quello che sta facendo il collega Tajani e il nostro governo. Al padre di Ilaria ho personalmente spiegato tutto nell'incontro dello scorso 23 gennaio. A lui ho comunque assicurato il nostro supporto e tornerò domani a fargli il punto della situazione".

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA