125ESIMO GIORNO DI guerra

Gaza, Netanyahu rifiuta la controproposta di Hamas e minaccia Rafah

Il primo ministro israeliano respinge ogni possibilità di dialogo con il movimento islamico e annuncia una nuova offensiva militare nel sud di Gaza

Gaza, Netanyahu rifiuta la controproposta di Hamas e minaccia Rafah

La guerra di Gaza entra nel suo 125esimo giorno senza alcuna prospettiva di pace. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto con sdegno la controproposta di Hamas per il rilascio degli ostaggi, definendola “delirante” e annunciando una “guerra totale” contro il movimento islamico che controlla la Striscia di Gaza. Netanyahu ha dichiarato di voler distruggere completamente Hamas e di aver ordinato all’esercito di prepararsi a un’operazione a Rafah, nel sud di Gaza, dove si sono rifugiati centinaia di migliaia di civili in fuga dai bombardamenti e dagli scontri. Il segretario di Stato americano Antony Blinken, in visita a Tel Aviv, ha cercato di calmare gli animi e di aprire uno spiraglio per il dialogo, sostenendo che la proposta di Hamas, pur imperfetta, potrebbe creare lo spazio per un accordo. Blinken ha anche esortato Israele a rispettare i diritti umani e a non disumanizzare i palestinesi, ricordando che la maggior parte di loro non ha nulla a che fare con gli attacchi terroristici del 7 ottobre, in cui furono rapiti tre soldati israeliani. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è detto “particolarmente allarmato” dall’intenzione di Israele di attaccare Rafah, definendola una mossa che potrebbe scatenare “un incubo umanitario con incalcolabili conseguenze regionali”. Guterres ha ribadito il suo appello per un cessate il fuoco umanitario e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi.

 

La controproposta di Hamas

Netanyahu ha bollato queste richieste come “assurde” e “inaccettabili”, sostenendo che Hamas vuole solo guadagnare tempo e rafforzare la sua posizione. Il primo ministro israeliano ha detto che non ci sarà alcuna trattativa con Hamas, che considera un’organizzazione terroristica, e che l’unica soluzione è la sua eliminazione totale. Netanyahu ha anche accusato Hamas di usare i civili come scudi umani e di nascondere le sue armi e i suoi leader a Rafah, dove ha promesso di lanciare un’offensiva militare “senza precedenti”.

"Hamas non sopravviverà a Gaza". Lo ha rimarcato il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella conferenza  stampa dopo l'incontro con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. "Solo la vittoria finale ci consentirà di portare la sicurezza nel nord e nel sud di Israele", ha detto ancora il primo ministro israeliano, riferendosi anche ai confini del Paese con il Libano. "Siamo quasi vicini alla vittoria, che è la distruzione totale di Hamas. Se ci arrendiamo ad Hamas non solo non arriveremo al rilascio degli ostaggi, ma a un secondo massacro. Il giorno dopo la guerra, sarà il giorno dopo Hamas. 

 

La mediazione di Blinken

Il segretario di Stato americano Antony Blinken, che si trova in Medio Oriente per cercare di sbloccare la situazione, ha espresso una visione diversa da quella di Netanyahu. Blinken ha detto di aver discusso con il governo israeliano della proposta di Hamas e di aver trovato alcuni elementi che potrebbero aprire la strada a un accordo. Blinken ha detto che gli Stati Uniti sono pronti a lavorare incessantemente per raggiungere una soluzione pacifica e duratura, basata sul rispetto reciproco e sulla sicurezza di entrambe le parti ed ha anche messo in guardia Israele contro qualsiasi azione che possa aggravare le tensioni e provocare ulteriori vittime civili.

Il capo della diplomazia americana ha ricordato che Israele ha il diritto di difendersi dagli attacchi terroristici, ma non ha il diritto di disumanizzare gli altri. E sottolineando che la maggior parte delle persone a Gaza sono innocenti e sofferenti, e che sono “proprio come le nostre famiglie”. Blinken ha anche affrontato la questione dello Stato palestinese, dicendo che la priorità ora è fermare la guerra, ma che gli Stati Uniti sono favorevoli a una soluzione a due Stati che garantisca la dignità e l’autodeterminazione dei palestinesi. Blinken ha detto di aver chiesto ai suoi collaboratori di preparare alcune opzioni per il riconoscimento di uno Stato palestinese, ma ha precisato che questo non significa che gli Stati Uniti abbiano preso una decisione in merito. Blinken ha anche escluso che Hamas possa avere un ruolo nel governo di Gaza dopo la guerra, affermando che gli Stati Uniti non dialogheranno con un’organizzazione che non riconosce Israele e che usa la violenza come mezzo politico.

 

L’allarme di Guterres

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha espresso la sua profonda preoccupazione per la situazione umanitaria a Gaza, dove oltre due milioni di persone vivono sotto l’assedio israeliano. Guterres ha detto di essere “particolarmente allarmato” dalle notizie secondo cui l’esercito israeliano intende concentrarsi prossimamente su Rafah, una città di circa 200.000 abitanti nel sud di Gaza, dove si sono rifugiati centinaia di migliaia di civili in fuga da scontri e bombardamenti. Guterres ha detto che un’azione del genere aumenterebbe esponenzialmente quello che è già un incubo umanitario, con gravi conseguenze per la vita, la salute e la sicurezza delle persone.

A Gaza mancano acqua, cibo, elettricità, medicine e assistenza sanitaria, e le infrastrutture sono state gravemente danneggiate o distrutte. Guterres ha detto che le Nazioni Unite stanno facendo tutto il possibile per fornire aiuti umanitari, ma che le operazioni sono ostacolate dalle restrizioni imposte da Israele e dalla mancanza di sicurezza. Guterres ha chiesto nuovamente un immediato cessate il fuoco umanitario e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi israeliani. Il dialogo, unica via d’uscita per il rispetto del diritto internazionale e la soluzione a due Stati.

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