“Rai Radio Televisione Israeliana”

La Rai nel mirino delle proteste per la linea su Israele e Palestina

Migliaia di manifestanti in diverse città italiane chiedono la fine della censura e del silenzio sui crimini di guerra nella Striscia di Gaza. Vari scontri

La Rai nel mirino delle proteste per la linea su Israele e Palestina

La Rai è finita nel mirino delle proteste per il suo atteggiamento nei confronti del conflitto tra Israele e Palestina, che ha provocato centinaia di morti e migliaia di feriti nella Striscia di Gaza. In tutta Italia, migliaia di persone si sono radunate davanti alle sedi dell’azienda pubblica, esponendo striscioni e bandiere palestinesi, e accusando la Rai di censura, disinformazione e complicità con il governo israeliano. Le manifestazioni sono state organizzate in seguito alle polemiche scatenate dal comunicato dell’amministratore delegato Roberto Sergio, che aveva criticato le posizioni espresse da alcuni ospiti durante il Festival di Sanremo.

 

Roma: “Rai Radio Televisione Israeliana”

A Roma, la protesta ha coinvolto soprattutto gli studenti, che hanno sfilato da viale Mazzini a via Teulada, dove si trova un’altra sede della Rai. “Non in nostro nome. Rai Radio Televisione Israeliana” era lo slogan principale del corteo, che ha denunciato la mancanza di pluralismo e di equilibrio nell’informazione sulla questione palestinese. “Siamo in 5 mila” ha annunciato uno dei portavoce dei movimenti, che hanno chiesto la fine del “genocidio” a Gaza e la solidarietà con il popolo palestinese.

 

Verona: tentativo di irruzione in fiera

A Verona, la situazione è degenerata quando un gruppo di manifestanti pro Palestina ha cercato di entrare in fiera, dove si teneva l’evento Eos, dedicato alla caccia e alla pesca. Il corteo, partito pacificamente, si è scontrato con le forze dell’ordine che hanno bloccato l’accesso dall’ingresso di Re Teodorico. Tra i presenti, circa un centinaio, c’erano anche alcuni animalisti che protestavano contro la fiera. Gli slogan erano rivolti alla Rai, ma anche al governo Meloni, accusato di appoggiare Israele e di ignorare le sofferenze dei palestinesi.

 

Torino: foto di Meloni e Netanyahu bruciate

A Torino, la manifestazione ha visto la partecipazione di circa due mila persone, tra cui associazioni arabe, collettivi studenteschi, Cub e le moschee. Il corteo ha attraversato il centro della città, arrivando in piazza Castello, dove sono state date alle fiamme le foto della premier Giorgia Meloni e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Alcuni manifestanti sono saliti sul monumento dedicato a Emanuele Filiberto Duca D’Aosta per sventolare le bandiere palestinesi. La protesta è stata la prima dopo le tensioni scoppiate martedì davanti alla sede torinese della Rai.

 

Altre città: “Cessate il fuoco” e “Stop alla censura”

In altre città italiane, come Trieste, Perugia, Pescara e Palermo, si sono tenuti presidi e sit-in davanti alle sedi della Rai, con cori e cartelli che chiedevano il “Cessate il fuoco” e lo “Stop alla censura”. A Perugia, i manifestanti si sono uniti all’appello dei lavoratori della Rai che si sono dissociati dalle parole dell’amministratore delegato Sergio. A Palermo, una delegazione della Rete palermitana di solidarietà alla Palestina ha incontrato il caporedattore Rino Cascio, consegnandogli un documento sui contenuti della protesta.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA