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La pace e il potere: riflessioni del Papa sulla guerra e l’umanità

Papa Francesco discute il valore della negoziazione e la problematica dell’industria delle armi in un’intervista rivelatrice con RSI in onda il 20 marzo

La pace e il potere: riflessioni del Papa sulla guerra e l’umanità

In un mondo dilaniato dai conflitti, la voce del Papa emerge chiara e provocatoria. In una recente intervista con la RSI, Bergolio ha voluto condividere pensieri profondi sulla guerra, la pace e il ruolo dell’umanità nel cercare soluzioni pacifiche. 

L’intervista esclusiva con la televisione della Svizzera italiana, sarà trasmessa il 20 marzo nel programma culturale ‘Cliché’, Vatican News rivela alcuni estratti importanti. Il focus dell’intervista con il giornalista Lorenzo Buccella è sui conflitti in Ucraina e a Gaza.

 

La visione di Papa Francesco

Nell’intervista esclusiva con Rsi, Papa Francesco condivide pensieri penetranti: “La vera forza risiede in coloro che osservano la realtà, riflettono sul popolo e possiedono l’audacia di alzare la bandiera bianca per negoziare. Oggi, la negoziazione è possibile con il sostegno delle potenze mondiali.” Francesco insiste: “Chi comprende la situazione, chi si preoccupa per il popolo, chi ha il coraggio di negoziare, dimostra la vera forzaNegoziazione è sinonimo di coraggio. È necessario negoziare prima che sia troppo tardi, cercando mediatori internazionali.” Ed evidenzia la disponibilità di paesi come la Turchia a mediare nel conflitto ucraino.

 

Ed è proprio su queste parole che è arrivata poi la precisazione del portavoce del Vaticano di Matteo Bruni al fine di confutare l'interpretazione data da alcune agenzie di stampa sulle affermazioni del Pontefice riguardo “il coraggio della bandiera bianca” e la guerra in Ucraina. ''Il Papa usa il termine bandiera bianca, e risponde riprendendo l'immagine proposta  dall'intervistatore, per indicare con essa la cessazione delle ostilità, la tregua raggiunta con il coraggio del negoziato. Altrove nell'intervista, parlando di un'altra situazione di conflitto, ma  riferendosi a ogni situazione di guerra, il Papa ha affermato chiaramente: “Il negoziato non è mai una resa", precisa il portavoce del Vaticano.  ''L'auspicio del Papa - ribadisce Bruni - resta quello sempre ripetuto in questi anni, e ripetuto recentemente in occasione del secondo anniversario del conflitto: ”Mentre rinnovo il mio vivissimo affetto  al martoriato popolo ucraino e prego per tutti, in particolare per le  numerosissime vittime innocenti, supplico che si ritrovi quel po' di umanità che permetta di creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura'''.

 

L’industria bellica

Il Pontefice si interroga sulle reazioni dei potenti del mondo quando invoca la pace: “Alcuni ammettono la necessità di difendersi, ma poi si scopre che producono armi per attaccare. Le guerre terminano sempre con morti e distruzioni. Dietro ogni conflitto, c’è l’ombra dell’industria delle armi, un business lucrativo.” Rivela una conversazione con l’economo vaticano: “Gli investimenti più redditizi oggi? L’industria bellica. Si guadagna uccidendo.” E aggiunge: “Non esiste una guerra pulita; la guerra è sempre macchiata di sangue.”

 

La situazione a Gaza

Riguardo al conflitto in Medio Oriente, afferma: “Sono due le parti in guerra, non una. Entrambe sono responsabili.” Critica gli interventi umanitari che talvolta mascherano sensi di colpa e condanna coloro che parlano di difesa ma poi attaccano altri.

Il Papa parla della sua routine quotidiana: “Ogni sera alle sette contatto la parrocchia di Gaza. Ascolto le storie di 600 persone che vivono sotto il fuoco incrociato. La guerra è opera di due parti irresponsabili, non solo una.” Menziona anche la ‘guerra-guerriglia’ di movimenti come Hamas, che non rappresentano eserciti regolari.

 

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