170esimo giorno di conflitto

Crisi in Medio Oriente, possibile svolta nei negoziati di Gaza

Scontri in Cisgiordania, attacchi aerei a Rafah. L’OMS sulla situazione umanitaria. Onu, oggi la risoluzione per cessate il fuoco, veto USA minaccia il voto

Crisi in Medio Oriente, possibile svolta nei negoziati di Gaza

Il conflitto a Gaza entra nel suo 170° giorno con una situazione sempre più tesa. Gli scontri si intensificano, e le vittime civili aumentano mentre la comunità internazionale osserva con preoccupazione. La violenza si estende anche alla Cisgiordania, dove i raid e gli arresti da parte delle forze israeliane provocano ulteriori tensioni. In questo contesto di crescente instabilità, emergono nuove sfide diplomatiche e umanitarie.

 

Il teatro di guerra si espande

Cresce la tensione in Cisgiordania. I media palestinesi hanno segnalato una serie di raid e arresti in Cisgiordania, con scontri tra truppe israeliane e residenti locali. Convogli militari sono stati avvistati nelle città di Ramallah, Jenin e Hebron, mentre l’agenzia di stampa Wafa riporta scontri a fuoco in due località vicino a Jenin e l’uso di munizioni vere nel campo di al-Arroub, senza feriti.

 

Raid aerei su Rafah:

Fonti palestinesi hanno riferito di un pesante attacco aereo israeliano su Rafah e Deir al Balah, con decine di morti. D'altra parte il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha più volte promesso un’entrata a Rafah per una “vittoria assoluta” e l’eliminazione del leader di Hamas, Yahya Sinwar, durante la celebrazione di Purim.

Hamas è accusato di aver trasformato l’ospedale al-Shifa in una roccaforte, lanciando attacchi dal reparto maternità e pronto soccorso. L’Idf sostiene che i miliziani siano nascosti attorno all’ospedale, causando danni significativi agli edifici.

 

Verso un accordo di pace?

La proposta israeliana e la risposta di Hamas. Secondo quanto riportato da Channel 12, Israele avrebbe offerto la liberazione di 700-800 prigionieri palestinesi come parte di un accordo tripartito per il cessate il fuoco e il ritorno degli ostaggi dalla Striscia di Gaza. Il piano, che mostra una maggiore flessibilità da parte israeliana, prevederebbe inizialmente il rilascio di 400 detenuti in cambio di 40 ostaggi, tra cui donne, bambini, anziani e malati, accompagnato da una tregua di sei settimane.

La delegazione israeliana a Doha avrebbe dunque accettato una proposta di compromesso degli Stati Uniti che definisce il rapporto tra il numero di ostaggi israeliani liberati da Hamas e i prigionieri palestinesi rilasciati da Israele. La stampa israeliana attende ora una risposta da Hamas. Nel frattempo, i capi del Mossad e dello Shin Bet sono rientrati in Israele, lasciando i loro collaboratori a Doha per continuare i negoziati.

Il Jerusalem Post segnala che la delegazione israeliana ha ricevuto l’autorizzazione a trattare il ritorno dei civili palestinesi nel nord della Striscia di Gaza. Tuttavia, Yediot Ahronot riporta che Israele ha respinto la richiesta di rinunciare a un corridoio terrestre militare nel centro della Striscia. Le posizioni tra Israele e Hamas rimangono su diversi punti distanti. Nel contesto di questi dialoghi, il ministro della difesa israeliano si reca negli USA per incontri chiave con alti funzionari americani, segno dell’importanza delle trattative in corso.

 

Emergenza umanitaria a Gaza

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’OMS, ha espresso forte preoccupazione per la sospensione degli aiuti alimentari in Gaza, sottolineando l’urgenza di revocare tale decisione. “La fame è acuta; è vitale non solo permettere, ma accelerare le consegne di cibo,” ha dichiarato, rispondendo alle dichiarazioni di Philippe Lazzarini dell’Unrwa.

Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Unrwa, ha invece denunciato la decisione israeliana di bloccare i convogli alimentari verso il nord di Gaza come un atto che aggrava la crisi umanitaria, chiedendo la revoca immediata di queste restrizioni.

 

Il dibattito al Consiglio di Sicurezza dell’ONU

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si appresta oggi a votare una nuova risoluzione per un cessate il fuoco umanitario a Gaza durante il Ramadan. La proposta, sostenuta da Russia, Cina e il Gruppo arabo, potrebbe incontrare il veto degli Stati Uniti, che temono possa compromettere i negoziati a Doha.

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