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La tragedia di Mosca: indagini in corso, sospetti ed intimidazioni

L’attacco terroristico al Crocus City Hall ha provocato 139 morti e 180 feriti. Putin ammette l’estremismo islamico, ma continua a sollevare dubbi su Kiev.

La tragedia di Mosca: indagini in corso, sospetti ed intimidazioni

L'attacco terroristico avvenuto venerdì sera alla sala concerti nella periferia di Mosca ha lasciato un bilancio drammatico: 139 vittime, tra cui tre bambini, e circa 180 feriti. Quattro individui di nazionalità tagika, apparsi domenica in tribunale visibilmente malconci, sono stati arrestati dai servizi di sicurezza (FSB) e accusati di terrorismo, mentre altri tre arresti sono stati confermati lunedì. L'Isis-Khorasan ha rivendicato l'attacco, diffondendo foto degli attentatori e un video dell'assalto. Mentre politici russi puntano il dito verso l'Ucraina, accusandola di coinvolgimento, le autorità ucraine respingono fermamente le accuse. L'intelligence americana conferma il coinvolgimento dell'Isis e rivela un flusso continuo di informazioni, a partire da novembre, riguardo all'intenzione dell'Isis di colpire in Russia. Queste informazioni sono state condivise con Mosca, nonostante le tensioni tra i due paesi. La situazione rimane tesa mentre le indagini proseguono per fare luce sull'attacco e sulle sue implicazioni.

Nel frattempo il presidente francese Emmanuel Macron ha rivelato che la cellula dell’ISIS implicata nell’attacco di Mosca aveva tentato operazioni simili in Francia, sottolineando la necessità di una cooperazione rafforzata con la Russia e i partner regionali per prevenire ulteriori atti di terrorismo e per evitare manipolazioni o distorsioni degli eventi. La Francia ha elevato il livello di allerta antiterrorismo e ha chiesto un approccio rigoroso ed efficace nella risposta a tali minacce.

 

Il Cremlino in cerca di risposte 

La capitale russa è stata scossa da un attacco terroristico che ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva. La sala concerti Crocus City Hall, situata nei pressi di Mosca, è stata teatro di una strage che ha provocato la morte di 139 persone. A tre giorni dalla tragedia, Putin si è rivolto nuovamente alla nazione e al mondo intero, confermando che l’attacco è stato perpetrato da estremisti islamici. Allo stesso tempo, ha rilanciato i sospetti verso Kiev, sollecitando l’inchiesta a fare luce sui veri mandanti dell’attacco. “Perché i terroristi cercavano di raggiungere l’Ucraina? Chi li aspettava?” sono le domande poste dal presidente, che rimangono ancora senza risposta. Nel corso di una riunione per fare il punto sulla situazione, il presidente Putin ha avanzato la sua ipotesi: l’obiettivo degli attentatori era quello di seminare il panico e la discordia all’interno della società russa. Tuttavia, secondo il presidente, la risposta della nazione è stata di unità e solidarietà. 

Il portavoce del Cremlino ha dichiarato che è prematuro discutere la reazione della Russia di fronte alle possibili implicazioni dell’Ucraina nell’attacco. Gli inquirenti russi hanno riferito che i quattro imputati, di origine tagika, hanno confessato le loro colpe e rivelato informazioni sui mandanti.

 

Appelli internazionali alla cautela

L’attacco subito dalla Russia non è solo un atto di violenza, ma solleva interrogativi strategici di rilevanza internazionale. “Chi trae beneficio da questo?” è la domanda che risuona nei corridoi del potere, mentre emergono accuse verso gli Stati Uniti di manipolare la narrazione sull’assenza di coinvolgimento ucraino nella tragedia. Il presidente ha richiesto aggiornamenti continui sulle indagini, insistendo sulla necessità di identificare i mandanti oltre agli esecutori.

Nel clima di tensione seguito agli attacchi di Mosca, anche i leader europei hanno preso parola. Il portavoce per la politica estera dell’UE, Peter Stano, ha ribadito l’assenza di prove che collegano l’Ucraina agli attacchi, invitando la Russia a non utilizzare l’evento come giustificazione per intensificare le ostilità o le repressioni. Anche il ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani, ha sottolineato la mancanza di indizi che implicano l’Ucraina, avvertendo contro l’uso dell’attentato per aggravare il conflitto.

A Mosca, l’ex presidente Dmitry Medvedev ha espresso un parere deciso, sostenendo la necessità di punire tutti coloro che sono coinvolti nell’attacco, estendendo la responsabilità a chi ha finanziato, simpatizzato o assistito gli attentatori. Queste dichiarazioni si inseriscono in un contesto di emotività crescente che ha portato alcuni a chiedere il ritorno della pena capitale, sebbene il quotidiano Vedomosti abbia evidenziato che eventuali cambiamenti costituzionali non avrebbero effetto retroattivo sugli attuali detenuti.

 

Le condizioni degli imputati

Le condizioni fisiche degli imputati tagiki, apparsi in tribunale con evidenti segni di violenza, hanno sollevato preoccupazioni internazionali. Le immagini trasmesse dalla televisione di Stato hanno alimentato le voci di presunte torture. Un video, la cui autenticità rimane incerta, mostra uno degli accusati subire mutilazioni. Di fronte a queste denunce, il portavoce del Cremlino ha scelto il silenzio, evitando di commentare sia le condizioni degli imputati sia le rivendicazioni dell’ISIS afghano.

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