188esimo giorno di guerra

Raid e ritorsioni a Gaza: il ciclo di violenza e paura non si placa

Mentre un attacco israeliano uccide diversi familiari del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, sale la tensione per i negoziati e la rappresaglia iraniana

Raid e ritorsioni a Gaza: il ciclo di violenza e paura non si placa

In un conflitto che si protrae da mesi, la Striscia di Gaza è nuovamente teatro di una tragedia che colpisce il cuore della leadership di Hamas. La perdita di vite umane in un raid israeliano solleva interrogativi sull’escalation della violenza e sulle conseguenze internazionali che potrebbero scaturire da questo nuovo capitolo di un conflitto senza fine.

 

Il raid israeliano

Nelle prime ore dell’alba, la quiete di Gaza è stata squarciata dal fragore dei bombardamenti. Un raid aereo israeliano ha mirato a obiettivi strategici, ma tra le vittime ci sono anche civili innocenti: tre figli e quattro nipoti di Ismail Haniyeh, figura di spicco di Hamas, hanno perso la vita. La notizia, diffusa dall’emittente Al-Aqsa, ha immediatamente scatenato un’ondata di indignazione e dolore. 

La risposta di Haniyeh non si è fatta attendere. Con parole cariche di tristezza e rabbia, ha denunciato la brutalità dell’attacco, definendolo un atto di vendetta privo di ogni legalità. La morte dei suoi cari si aggiunge al già pesante tributo di sangue versato dalla sua famiglia in questi mesi di guerra.

Nel frattempo, il presidente turco Erdo?an ha espresso le sue condoglianze, sottolineando la necessità di una risposta legale ai crimini perpetrati. 

 

Ostacoli nelle negoziazioni di pace

Tensioni nei dialoghi di tregua. La figura di spicco di Hamas, Basem Naim, ha espresso preoccupazioni riguardo al comportamento del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, accusandolo di intralciare i negoziati per il cessate il fuoco. In una dichiarazione ad Al Jazeera, Naim ha descritto Netanyahu come qualcuno che, sotto la pressione degli Stati Uniti, della comunità internazionale e della società israeliana, sta utilizzando “metodi inaccettabili” per ostacolare il processo di pace, inclusi atti di violenza contro civili palestinesi.

Scambio di ostaggi in bilico. In un ulteriore sviluppo che mina la fragile tregua, Hamas ha rivelato di non avere il numero sufficiente di ostaggi israeliani da rilasciare, contrariamente a quanto previsto dagli accordi negoziali. L’organizzazione ha ammesso di non poter localizzare o identificare i 40 ostaggi israeliani che dovrebbero essere liberati. Secondo l’accordo, mediato da terze parti, Hamas avrebbe dovuto rilasciare 40 cittadini israeliani, inclusi detenuti malati e anziani, in cambio della liberazione di un numero significativo di prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane.

 

"Imminente" la ritorsione iraniana contro Israele

Allerta globale per un possibile attacco. Fonti internazionali, tra cui Bloomberg, segnalano che gli Stati Uniti hanno informazioni di un attacco imminente da parte dell’Iran o di alleati verso obiettivi israeliani. Si prevede che l’offensiva possa essere condotta con missili di precisione o droni nei prossimi giorni, mirando a siti militari e governativi israeliani

 

Brett McGurk, inviato speciale USA per il Medio Oriente, ha sollecitato una mediazione urgente tra Iran e Israele, coinvolgendo i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Iraq. L’obiettivo è trasmettere un messaggio chiaro all’Iran: ridurre le tensioni per evitare ulteriori conflitti. Le fonti di Reuters indicano che i contatti diplomatici sono già in corso per cercare di stabilizzare la situazione.

 

In risposta alla situazione di incertezza, Lufthansa ha annunciato la sospensione temporanea dei voli da e per Teheran fino a oggi 11 aprile. Un portavoce della compagnia ha confermato la notizia, sottolineando che la sicurezza dei passeggeri e dell’equipaggio rimane la priorità assoluta. La decisione segue le preoccupazioni per un possibile attacco iraniano come rappresaglia per un bombardamento israeliano che ha colpito il consolato iraniano a Damasco, causando la morte di diversi comandanti militari.

 

Il tragico bilancio a Gaza

Il ministero della Sanità palestinese ha rilasciato cifre allarmanti: da ottobre, la Striscia di Gaza ha registrato 33.482 morti e oltre 76.000 feriti. Il conteggio delle vittime continua a salire, con recenti aggiornamenti che segnalano ulteriori decessi e feriti. La crisi umanitaria si aggrava con la stima di migliaia di dispersi, probabilmente sepolti sotto le rovine degli edifici colpiti dai bombardamenti. La situazione a Gaza rimane disperata, con un numero crescente di bambini e donne tra le vittime.

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