232esimo giorno di guerra

Gaza: raid e sentenze internazionali acuiscono il conflitto in MO

Israele prosegue l’offensiva su Rafah malgrado la sentenza della Corte dell’Aja. Malta annuncia la volontà di riconoscere la Palestina come indipendente

Gaza: raid e sentenze internazionali acuiscono il conflitto in MO

In un mondo in cui la geopolitica si intreccia inevitabilmente con le vicende umane, la sentenza della Corte dell’Aja sul conflitto a Gaza segna un momento cruciale. La decisione arriva dopo mesi di tensioni crescenti e rappresenta un punto di svolta che potrebbe ridisegnare gli equilibri nella regione. Mentre le reazioni internazionali si susseguono, emergono nuove sfide e opportunità per la diplomazia e la pace.

 

La sentenza dell'Aja e la risposta di Israele

Nonostante la recente sentenza della Corte internazionale di giustizia dell'Aja che imponeva un cessate il fuoco a Gaza, le operazioni militari israeliane non si sono fermate. Il caso è stato presentato dal Sudafrica e ha visto quindici giudici deliberare all'unanimità per la sospensione immediata dell'offensiva israeliana sulla città di Rafah, chiedendo l'apertura del valico di frontiera per consentire l'assistenza umanitaria e l'accesso agli inquirenti. La Corte ha inoltre richiesto ad Hamas di rilasciare immediatamente e incondizionatamente gli ostaggi israeliani. Il Sudafrica ha accolto con entusiasmo questa decisione, celebrandola come una vittoria del diritto internazionale.

Tuttavia, la reazione di Israele è stata tutt'altro che conciliatoria. Il Ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha definito la sentenza "irrilevante" e ha accusato la Corte di antisemitismo, dichiarando che la risposta di Israele sarà l'occupazione di Rafah. Queste dichiarazioni hanno ulteriormente esacerbato le tensioni, con Israeliani e Palestinesi intrappolati in un conflitto senza fine. Nel frattempo, la comunità internazionale, con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il Segretario di Stato Antony Blinken in prima linea, cerca di persuadere il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu a rispettare la sentenza e a fermare le ostilità. La situazione sul campo rimane critica, con continui bombardamenti riportati da fonti come France Press, che evidenziano l'assedio israeliano nelle città di Rafah e Deir al Balah.

 

Malta e il riconoscimento della Palestina

Malta ha annunciato la sua volontà a riconoscere la Palestina come Stato indipendente non appena le condizioni saranno mature. Il Ministro degli Esteri maltese, Ian Borg, ha dichiarato che questo riconoscimento potrebbe dare un contributo significativo alla risoluzione del conflitto israelo-palestinese. Malta sostiene da tempo una soluzione a due Stati, che preveda Gerusalemme come capitale condivisa, ritenendo che questa sia l'unica via per garantire una pace duratura e la stabilità nella regione. Lo scorso marzo, Malta, insieme a Spagna, Irlanda e Slovenia, ha adottato misure per riconoscere uno Stato palestinese, riaffermando che una soluzione a due Stati è essenziale per la pace. Tuttavia, Malta non ha ancora riconosciuto ufficialmente la Palestina, in attesa di un momento geopolitico più favorevole. Borg ha sottolineato che Malta è impegnata a lavorare con i partner internazionali per creare le condizioni necessarie affinché tale riconoscimento sia efficace e determinante. 

 

Tajani incontra il premier Palestinese

Nel corso di un incontro alla Farnesina con il Primo Ministro e Ministro degli Esteri dell'Autorità Nazionale Palestinese, Mohammad Mustafa, il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ribadito il pieno sostegno del Governo italiano all'amministrazione palestinese. Tajani ha sottolineato l'impegno dell'Italia, anche come presidenza del G7, per lavorare verso una stagione di pace, chiedendo con forza un immediato cessate il fuoco a Gaza. "Da parte nostra c'è pieno sostegno alla ANP. Siamo impegnati a lavorare per una stagione di pace, chiediamo con forza un immediato cessate il fuoco a Gaza. Abbiamo apprezzato molto la scelta di Roma come prima tappa del suo viaggio, un gesto di amicizia che ricambiamo pienamente", ha dichiarato Tajani. Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha inoltre informato Mustafa che il Governo italiano ha disposto nuovi finanziamenti per un totale di 35 milioni di euro a favore della popolazione palestinese. Di questi, 5 milioni saranno destinati all'UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, mentre 30 milioni di euro saranno dedicati all'iniziativa "Food for Gaza". Tajani ha anche evidenziato che questi fondi saranno erogati solo dopo controlli rigorosi per garantire che non vengano utilizzati a sostegno del terrorismo.

 

Macron e il vertice per la soluzione a due Stati

Parallelamente, il Presidente francese Emmanuel Macron ha ospitato un incontro cruciale all'Eliseo con il Primo Ministro del Qatar e i Ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Egitto e Giordania. L'incontro ha avuto come obiettivo principale discutere la situazione nella Striscia di Gaza e la possibile attuazione della soluzione a due Stati, vista come l'unica via per garantire la pace e la sicurezza dello Stato di Israele e rispondere alle legittime aspirazioni dei palestinesi.

Durante il vertice, si è parlato anche della riapertura di tutti i valichi di frontiera per permettere l'ingresso degli aiuti umanitari. La presenza del capo della CIA, William Burns, atteso a Parigi, sottolinea l'importanza strategica di questo incontro. Macron ha sottolineato la necessità di sforzi concertati da parte della comunità internazionale per raggiungere una soluzione diplomatica e sostenibile al conflitto. L'incontro si è concentrato su come implementare effettivamente la soluzione dei due Stati e garantire che entrambe le parti possano coesistere pacificamente. La Francia si impegna a lavorare con tutti gli attori coinvolti per creare un ambiente propizio alla pace, ribadendo la necessità di garantire la sicurezza degli israeliani e rispondere alle aspirazioni del popolo palestinese.

 

Blinken chiama Gantz

Il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ha avuto un colloquio con il Ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, poche ore dopo la pronuncia della Corte internazionale di giustizia dell'Aja su Rafah. Blinken ha ribadito la posizione del Presidente Joe Biden sull'importanza di un immediato cessate il fuoco a Rafah e ha sottolineato la necessità di aumentare i livelli di assistenza umanitaria in tutta Gaza. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha dichiarato che Blinken e Gantz hanno discusso degli sforzi per arrivare a un accordo che includa il rilascio degli ostaggi e per evitare l'espansione del conflitto nella regione. Blinken ha sottolineato l'importanza di proteggere i civili e gli operatori umanitari a Gaza e di ridurre le tensioni in Cisgiordania. Ha anche evidenziato l'urgenza di concludere i colloqui tra Israele ed Egitto per la riapertura del valico di Rafah. Blinken ha affermato che gli Stati Uniti sono impegnati a lavorare per una pace duratura e per l'integrazione di Israele nella regione, sottolineando la necessità di pianificare il periodo post-conflitto a Gaza per garantire stabilità e sicurezza a lungo termine.

 

Continua l'assedio israeliano di Gaza

Intanto Israele prosegue l'assedio di Gaza. Due ospedali nel nord restano sotto il controllo delle forze israeliane. Il personale medico dell'ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia ha riferito che veicoli militari israeliani hanno bloccato l'ingresso nord, impedendo alle ambulanze di raggiungere la struttura. Questo ospedale, fondamentale per la fornitura di servizi di base, si trova in una situazione critica, con pazienti vulnerabili che necessitano di cure urgenti. Il direttore dell'ospedale ha denunciato che l'esercito israeliano ha costretto la maggior parte del personale medico ad abbandonare la struttura, aggravando ulteriormente la situazione. Gli attacchi continuano nonostante l'ordine della Corte internazionale di giustizia dell'Aja, che ha imposto la sospensione delle operazioni militari nella Striscia di Gaza. Testimoni palestinesi e giornalisti della France Presse hanno confermato che gli attacchi israeliani hanno colpito Rafah e Deir al Balah, nonostante l'ordine di cessate il fuoco. La situazione umanitaria a Gaza rimane disperata, con le infrastrutture sanitarie al collasso e una popolazione civile che soffre le conseguenze di un conflitto senza fine. La comunità internazionale continua a chiedere un immediato cessate il fuoco e la protezione dei civili, mentre la pressione su Israele per conformarsi alle sentenze internazionali aumenta.

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