L’allerta per il virus H5N1

Aviaria negli Usa: crescono i casi e gli allevamenti contagiati

Secondo caso in un essere umano di influenza aviaria nel Michigan. La trasmissione avviene tramite contatto con uccelli infetti. Sale l’allarme nel mondo

Aviaria negli Usa: crescono i casi e gli allevamenti contagiati

Negli Stati Uniti, l'allerta per l'influenza aviaria è salita a seguito del secondo caso umano riscontrato, accendendo i riflettori sulle implicazioni per la salute pubblica e l'industria agricola. A meno di due mesi dal primo caso, il contagio nel Michigan ha sollevato interrogativi sulla trasmissione e la gestione dell'epidemia. Questo scenario mette in evidenza l'importanza di una risposta tempestiva e coordinata delle autorità sanitarie e agricole per contenere la diffusione del virus e proteggere sia gli individui che gli animali.

 

Aviaria, il secondo caso di contagio umano nel Michigan

Le autorità sanitarie statunitensi hanno recentemente confermato un secondo caso di influenza aviaria in un essere umano, meno di due mesi dopo il primo episodio. La nuova infezione è stata individuata nello stato del Michigan e riguarda un contadino regolarmente esposto al bestiame. Nonostante l'evoluzione della situazione, il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ritiene che il rischio per la popolazione americana rimanga basso. Questo nuovo caso segue quello registrato lo scorso aprile in Texas, dove entrambi i pazienti hanno manifestato sintomi limitati agli occhi.

L'influenza aviaria ha destato preoccupazioni crescenti tra le autorità sanitarie, data la sua diffusione tra le mucche da latte e la potenziale trasmissibilità all'uomo. Il CDC ha sottolineato l'importanza di mantenere alta la sorveglianza, anche durante l'estate, per individuare tempestivamente eventuali nuovi casi e prevenire una possibile epidemia.

 

Il virus negli allevamenti: oltre 50 focolai confermati

La situazione negli allevamenti statunitensi è altrettanto preoccupante, con il numero di fattorie contagiate che ha raggiunto ufficialmente quota 51. In Michigan, il Dipartimento dell'Agricoltura ha confermato la presenza del virus altamente infettivo H5N1 in tre ulteriori fattorie di animali da latticini. Gli scienziati temono che il virus possa essere più diffuso di quanto segnalato, complici la riluttanza degli allevatori a collaborare e le difficoltà nel testare gli animali.

Secondo il Boston Globe, frammenti non attivi del virus sono stati trovati in campioni di latte venduti nel New England. Questi campioni, prelevati in 20 diversi negozi, sono stati analizzati al Massachusetts Institute of Technology, confermando che il latte pastorizzato non rappresenta un rischio per la salute pubblica. Le autorità sanitarie hanno ribadito la necessità di intensificare le misure di sicurezza e la sorveglianza per prevenire ulteriori diffusioni del virus, sottolineando l'importanza della collaborazione tra allevatori e scienziati.

 

Sintomi e trasmissione dell'influenza aviaria negli esseri umani

L'influenza aviaria, causata principalmente dai ceppi H5N1 e H7N9 del virus dell'influenza, può infettare gli esseri umani, sebbene tali casi siano relativamente rari. I sintomi dell'influenza aviaria negli uomini possono variare notevolmente, con alcune persone che presentano sintomi lievi e altre che sviluppano condizioni gravi e potenzialmente letali. I sintomi iniziali spesso includono febbre alta (superiore ai 38°C), tosse, mal di gola e dolori muscolari. Altri segni comuni sono mal di testa, mancanza di respiro e in alcuni casi, congiuntivite. Nei casi più gravi, l'infezione può progredire rapidamente a polmonite, sindrome da distress respiratorio acuto, insufficienza organica multipla e, in ultima istanza, morte.

 

La trasmissione del virus agli esseri umani avviene prevalentemente attraverso il contatto diretto o indiretto con uccelli infetti o le loro secrezioni, come saliva, muco e feci. Gli individui più a rischio sono quelli che lavorano in stretto contatto con il pollame, come agricoltori, veterinari e lavoratori nei mercati di volatili vivi. Il rischio di trasmissione da uomo a uomo è generalmente basso, ma esistono preoccupazioni riguardo alla possibilità che il virus possa mutare e acquisire la capacità di diffondersi più facilmente tra gli esseri umani.

 

La prevenzione è cruciale per ridurre il rischio di infezione. Le misure preventive includono l'uso di dispositivi di protezione individuale (DPI) durante il contatto con uccelli potenzialmente infetti, la rigorosa igiene personale e la cottura adeguata della carne di pollame e delle uova. La sorveglianza sanitaria continua e la pronta segnalazione di casi sospetti sono essenziali per contenere la diffusione del virus e proteggere la salute pubblica.

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