Non si può più prescindere da una riforma fiscale. Se la pandemia ci ha insegnato qualcosa è che le cose devono necessariamente cambiare dopo il covid, che tutto va riformato perché nulla sarà come prima, perché prima le cose non funzionavano bene, specialmente il sistema fiscale.
Il problema principale lo sappiamo tutti è rappresentato dall’evasione e dall’elusione fiscale, che inevitabilmente comporta un livello troppo alto di tassazione per coloro che le tasse le pagano, perché lo Stato per funzionare ha bisogno di risorse e da qualche parte deve pur trovarle.
Ecco perché per affrontare al meglio la ripartenza economica il governo sta pensando ad una riforma del Fisco, attesa da 50 anni, che oltre a combattere l’evasione punti anche ad un taglio delle tasse e ad una riduzione del tax gap. A sostenerlo il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, in occasione della presentazione del Piano nazionale di riforma (Pnr).
Gualtieri promette un alleggerimento della pressione fiscale
Il ministro ha parlato di “una riforma complessiva della tassazione diretta e indiretta”, riferendosi ad Irpef ed IVA, “riducendo le aliquote effettive sui redditi da lavoro” e favorendo “i ceti medi e le famiglie con figli”.
Gualtieri ribadisce che “non vi è tempo da perdere”, che bisogna agire per evitare “una fase di depressione economica”, ripartendo proprio da un alleggerimento della pressione fiscale che “è una delle componenti più importanti del programma di Governo”. “Bisogna fornire alle famiglie e alle imprese tutto il sostegno necessario per una ripartenza sostenibile nel tempo e da un punto di vista sociale e ambientale, sospingendo gli investimenti produttivi e attuando riforme da lungo tempo attese”, dichiara il titolare del Mef.
Riduzione selettiva e temporanea dell’IVA
Quando Gualtieri parla di riformare il sistema di tassazione indiretta si riferisce chiaramente all’IVA. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha più volte esplicitato l’intenzione di tagliare le aliquote IVA almeno per quei settori maggiormente colpiti dalla crisi, turismo, automotive, costruzioni.
Si tratterebbe di un taglio di natura temporanea che servirebbe a rimettere in moto i consumi e di conseguenza le aziende e il lavoro. Non sembra essere d’accordo il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimo Dona, secondo il quale questa misura non si tradurrebbe automaticamente in un abbassamento reale dei prezzi a vantaggio del cliente finale.
Inoltre, potrebbe arrivare uno sconto IVA legato all’uso di carte di credito e bancomat, misura ventilata direttamente dal premier Conte.
Taglio dell’Irpef per ceti medi e famiglie con figli
*** Taglio Irpef 2021 ultime notizie: il ministro Gualtieri ha comunicato che il governo è al lavoro sul taglio Irpef 2021, a partire dal prossimo anno, e successivamente sarà modificato il meccanismo di saldi e acconti per le partite Iva, passando così al cd. fisco per cassa.
Dopo il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti introdotto a luglio bisogna agire sul taglio dell’Irpef a tre aliquote e sull’abolizione di microtasse, ha dichiarato il viceministro dell’Economia Laura Castelli.
L’imposta sul reddito delle persone fisiche, che è il singolo tributo con il maggior gettito, “va rimodulata, superando le detrazioni attraverso un assegno familiare, già avviato da questo governo, senza più differenze tra il lavoro autonomo e quello dipendente – ha osservato il viceministro -. Va cambiato il paradigma. Dobbiamo ribaltare l'impostazione che poneva al centro del fisco lo Stato e non il cittadino, il lavoro dipendente più di quello autonomo. Dopo dieci anni di lotta all'evasione bisogna farne vedere i frutti riducendo davvero le tasse".
La Castelli si riferisce all’assegno universale per i figli fino a 21 anni, sussidio che assorbirà insieme agli attuali benefici anche le detrazioni Irpef per figli a carico. Dovrebbe accorpare da un lato gli assegni familiari già esistenti dell’Inps con le detrazioni per i carichi familiari, basati sul reddito del singolo contribuente, andando a superare le disparità tra lavoratore dipendente e autonomo.
Parlando di aliquote, invece, l’esecutivo ritiene che la terza aliquota del 38%, penalizza troppo i redditi medi, ossia quelli che vanno da 27mila a 55mila euro, per questo potrebbe decidere una riduzione di un paio di punti percentuali per poi passare successivamente ad una riduzione da cinque a tre aliquote, risorse permettendo.
L’obiettivo sarebbe cancellare del tutto la quarta aliquota, accorpando le due centrali del 38% (per redditi annui tra 28.000 e 55.000 euro) e del 41% (per redditi tra 55.000 e 75.000 euro) in una del 36%.
Ruffini: bisogna tagliare le tasse alle imprese
“Adesso vanno tagliate le tasse ad artigiani, commercianti e autonomi”, ribadisce la Castelli trovandosi d’accordo anche con Ernesto Maria Ruffini, Direttore dell’Agenzia delle Entrate.
“II taglio deve andare a loro beneficio perché creano lavoro, il lavoro produrrà redditi e i redditi alimenteranno il consumo e i servizi”. Ruffini pensa anche alle microimprese, cioè la grande maggioranza delle partite IVA, con un’estensione del sistema di “tassazione per cassa” che permetterebbe l’immediata deducibilità degli investimenti, invece di diluirla nel tempo con gli ammortamenti. “Questa sorta di cash flow tax potrebbe essere un buon strumento per far ripartire gli investimenti e quindi la produzione”. Inoltre, il fisco dovrebbe rinunciare al sistema di acconti e saldi annuali per consentire anche agli autonomi di pagare le tasse “mese per mese”.
Fatturazione elettronica e niente condoni
Fatturazione elettronica e maggiori controlli sono alla base della nuova strategia di lotta all’evasione fiscale del governo, concentrato anche sui pagamenti digitali per sfruttare la potenza della tracciabilità.
Per combattere l’evasione Gualtieri indica due strade: il rafforzamento “dell’efficacia della riscossione” e la spinta alla “compliance volontaria”. “Il contrasto all’evasione fiscale sarà perseguito continuando il rafforzamento delle agenzie fiscali e investendo ulteriormente in tecnologia e big data. L’utilizzo dei pagamenti digitali verrà promosso e incentivato”, si legge nella bozza del Pnr.
L’Italia, inoltre, “rafforzerà la propria iniziativa di contrasto all’erosione delle basi imponibili nelle opportune sedi internazionali ed europee. Da una più equa imposizione sui giganti del web e dal contrasto dell’elusione fiscale attualmente consentita dai regimi impositivi di alcuni Paesi Ue potrà derivare un miglioramento del gettito che sarà utilizzato per ridurre la pressione fiscale e il rapporto fra debito pubblico e PIL”, assicura il ministro.
Il titolare del Mef ha poi chiaramente escluso il ricorso a condoni. Secco no dunque perché “generando aspettative circa la loro reiterazione, riducono l’efficacia della riscossione delle imposte”, ha giustamente osservato il ministro Gualtieri.