Le sanzioni di Capitol Hill

NordStream 2, quali soluzioni a guerra del gas nell’era di Joe Biden

Il punto sui lavori di completamento del gasdotto: questioni di geopolitica tra USA-Germania-Russia. Bloccato da sanzioni, si cerca accordo con Washington.

NordStream 2, quali soluzioni a guerra del gas nell’era di Joe Biden

Dopo una pausa di oltre un anno, sono ricominciati i lavori di costruzione del gasdotto NordStream 2 che collega la Russia e la Germania attraverso il Mar Baltico. La parte rimasta in cantiere è il secondo tratto per far passare il gas russo da esportare in Europa. È una joint venture che ha il costo stimato di circa 10,5 miliardi di dollari, diviso tra la russa Gazprom, la tedesca Uniper & Wintershall, l’austriaca OMV, la francese Engie e il conglomerato energetico britannico-olandese Royal Dutch Shell. Il tratto del gasdotto russo-tedesco è lungo 1.230 Km.

 

Dall’inaugurazione nel 2011 (tra i presenti: Angela Merkel, Mark Rutte e Gunter Oettinger), il gasdotto ha generato tensioni nelle relazioni del triangolo Washington-Berlino-Mosca. Si seguono gli sviluppi per capire se ci saranno gli avanzamenti attesi o se la sua realizzazione resterà terreno di scontro transatlantico tra due Paesi un tempo alleati di ferro.

 

Guerra del gas: sanzioni USA e stop a certificati norvegesi

La Germania non dovrà dipendere troppo dall’energia fornita dai russi”, dichiarava Donald Trump prima delle elezioni presidenziali del 3 novembre, lanciando un messaggio velato di contestazione al NordStream: un nuovo segnale che metteva Angela Merkel in posizione critica nello scacchiere internazionale, con conseguenti mosse dell’asse Merkel-Putin per superare l’ostruzionismo americano. Una questione che si intreccia con la complessa geopolitica della strategia energetica tedesca e che lo farà ricordare come un ‘gasdotto della discordia’.

L’attenzione mediatica ed istituzionale si è riaccesa solo qualche settimana fa: a oscurarne e posticiparne il confronto diretto per trovare soluzioni è stato anche l’avvelenamento dell’oppositore politico russo Alexei Navalny che ha tenuto occupata la leadership tedesca nella ricerca di un dialogo distensivo con il Cremlino. Per non considerare l’impegno profuso da Bruxelles per contenere i disordini della Bielorussia.

La ripresa degli interventi per completare il progetto – che è ormai a buon punto - è stata annunciata il 27 novembre. Ma, intanto, da dicembre è di nuovo tutto fermo. Il Senato degli Stati Uniti ha votato a favore di una “Legge sulla difesa” per il 2021, superando il veto dell’ex-Presidente Donald Trump, che consente di procedere con le sanzioni preparate da Capitol Hill per colpire le corporate incaricate di costruire l’infrastruttura e che forniscono servizi di controllo, ispezione o certificazione al sistema di gasdotti russi: il NordStream e il Turkish Stream. Ecco perchè la Det Norske Veritas - Germanischer Lloyd (DNV GL), gruppo norvegese, ha dichiarato recentemente di non poter effettuare la certificazione. Il che compromette le partite energetiche di tutti i Paesi dell’Unione europea che intendono beneficiare dell’importazione di gas. Per proseguire l’opera, i tubi vanno posati nel fondale delle acque dei mari danesi e tedeschi. La Danimarca e l’azienda svizzero-olandese Allseas hanno sospeso i lavori per evitare di diventare il bersaglio delle nuove sanzioni americane. Stesso deterrente che ha imposto lo ‘stop’ agli interventi della Denmark Energy Agency (Dea).

Se riuscirà ad entrare in funzione, il gasdotto trasporterà 55 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia alla Germania, il doppio della fornitura attuale. Stando a quanto già annunciato nel piano di Gazprom, il transito del gas – è già stato programmato per avere inizio entro le prime settimane del 2021.

 

Si sbloccherà lo stallo con Biden?

Il braccio di ferro Ue-USA si è visto su una serie di dossier cari all’Ue: la politica digital nei confronti delle Big Tech, la WebTax, dazi e tariffe, l’automotive tedesco, il ritiro delle truppe statunitensi dalle basi NATO in Germania. In ultimo, la scure sul NordStream 2 rischia di creare una scomoda escalation fra Washington e Berlino.

 

I rapporti commerciali tra Europa e Stati Uniti: ricominciamo, ma non da zero”, spiega Anna Breda, responsabile per gli Affari europei per ExportUSA (specializzata nella consulenza all’export nel mercato americano). Sulle aspettative di superamento del caso NordStream con il rilancio della partnership tra l’Ue e Washington sotto la guida del neo-Presidente Joe Biden, l’esperta ha spiegato a The Italian Times come sia “innegabile che l’Amministrazione Biden segni un nuovo corso nelle relazioni commerciali transatlantiche e non solo. É giusto puntare ad un dialogo rinnovato e più disteso con gli Stati Uniti”, ha aggiunto. “Sarebbe controproducente dimenticarci di quanto è stato portato avanti dal 25 Luglio 2018 ad oggi, in materia di negoziati commerciali tra Europa e Stati Uniti, a partire dai ‘Trade talks’ avviati dalla Commissione Juncker e l’uscente Presidente Trump”, continua Anna Breda e conclude - “Partire da quanto stabilito permetterebbe di ampliare ed integrare i nuovi obiettivi e passi verso accordi successivi, per non vanificare la mole di lavoro già svolto”. Lo stesso principio si applicherebbe, quindi, alla cooperazione sulle questioni energetiche: l’Ue ha accettato la proposta di importare risorse americane per diversificare l’approvvigionamento energetico.

 

È troppo presto per dire quale piega prenderà, dato che Biden è ancora alle prese con la resistenze ‘domestiche’ al suo insediamento in Casa Bianca. Alcuni analisti prevedono che il neo-Presidente proseguirà probabilmente la politica di opposizione al progetto, ma forse in forma più retorica. In qualche modo, si dovrà trovare – anche ai tavoli di Bruxelles – la chiave di svolta per spingere Biden verso un accordo, conciliando gli interessi che vedrebbero espandere gli acquisti europei di gas naturale liquido (GNL) dagli Stati Uniti o, addirittura, di abbassare dazi e tariffe commerciali.

Una cosa sembra essere certa: nel freddo inverno della pandemia, la Germania dovrebbe avere una fornitura di gas sufficiente a coprire i primi mesi del 2021, anche senza il riavvio immediato del gasdotto. È quanto emerge da fonti dei TSO tedeschi.

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